Movimento Indigeno

Nuovo ordine mondiale, Solo la consapevolezza puo salvarci

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view post Posted on 30/4/2015, 15:34

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Come gli USA preparano la guerra

"Gli USA hanno un interesse fondamentale: ora controllano tutti gli oceani del mondo. Nessuna potenza si è mai nemmeno avvicinata a farlo".
George Friedman, consigliere politico del Dipartimento di Stato, fondatore del think tank Stratfor interviene al Chicago Council on Global Affairs.

Video

Interessante:

“Frau Merkel, con gli USA non andiamo da nessuna parte”

sapete come e chi manovra Renzi,fedele esecutore degli ordino della Troica.Pensate se conquistasse il potere assoluto.
Di seguito un discorso della leader dell’opposizione Sahra Wagenknecht che porta una dura critica alle ingerenze USA in Europa. Dai rapporti con la Russia all’approvazione del TTIP, dal caso Grecia alla sudditanza alla Troika.
Un attacco che condivido in pieno.

Video

Si dice Grecia,ma si può tradurre Italia.Meditate!

orso in piedi
 
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view post Posted on 8/5/2015, 14:15

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Un povero mondo di pochi ricchi

Nel 2016, l’1% della popolazione mondiale possiederà più del restante 99%. Winnie Byanyima, co-chair del Forum di Davos, dice che la continua crescita della disuguaglianza va arginata. Si può cominciare dal contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali

Secondo il Rapporto Grandi disuguaglianze crescono di Oxfam, la ricchezza detenuta dall’1% della popolazione mondiale supererà nel 2016 quella del restante 99%. Il fatto che questa disuguaglianza sia in continua e costante crescita rende necessarie misure dirette a invertire la tendenza.

Alla vigilia del World Economic Forum di Davos, il Rapporto denuncia il fatto che l’esplosione della disuguaglianza frena la lotta alla povertà in un mondo dove oltre un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollari al giorno, e 1 su 9 non ha nemmeno abbastanza da mangiare.

Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam International, userà quest’anno tutta l’influenza che deriva dal suo ruolo di co-chair al Forum per chiedere un’azione urgente volta ad arginare la marea crescente della disuguaglianza, partendo da una proposta di contrasto reale all’elusione fiscale delle multinazionali e da una spinta verso l’adozione di un trattato globale di lotta ai cambiamenti climatici.

Grandi disuguaglianze crescono è il documento di analisi pubblicato oggi da Oxfam, da cui emerge che l’1% della popolazione ha visto la propria quota di ricchezza mondiale crescere dal 44% del 2009 al 48% del 2014 e che a questo ritmo si supererà il 50% nel 2016. Gli esponenti di questa elite avevano una media di 2,7 milioni di dollari pro capite nel 2014. Del rimanente 52% della ricchezza globale, quasi tutto era posseduto da un altro quinto della popolazione mondiale più agiata, mentre il residuale 5,5% rimaneva disponibile per l’80% del resto del mondo: vale a dire 3,851 dollari a testa, 700 volte meno della media detenuta dal ricchissimo 1%.

“Vogliamo davvero vivere in un mondo dove l’1% possiede più di tutti noi messi insieme? – ha detto Winnie Byanyima – La portata della disuguaglianza è semplicemente sconcertante e nonostante le molte questioni che affollano l’agenda globale, il divario tra i ricchissimi e il resto della popolazione mondiale rimane un totem, con ritmi di crescita preoccupanti.”

“Negli ultimi 12 mesi, i leader mondiali – dal Presidente Obama a Christine Lagarde – hanno più volte ribadito quanto necessario e importante sia affrontare il tema della grande disuguaglianza. Ma ancora poco è stato fatto in termini concreti ed è arrivato il momento per i nostri leader di prendersi carico degli interessi della stragrande maggioranza per intraprendere un cammino verso un mondo più giusto per tutti.”

“Se il quadro rimane quello attuale anche le elite ne pagheranno le conseguenze – afferma Roberto Barbieri, Direttore Generale di Oxfam Italia – perché non affrontare il problema della disuguaglianza riporterà la lotta alla povertà indietro di decenni. I più poveri sono poi colpiti 2 volte: perché hanno accesso a una fetta più piccola della torta e perché in assoluto ci sarà sempre meno torta da spartirsi, visto che la disuguaglianza estrema impedisce la crescita.”

Lo scorso anno, Oxfam ha dominato la scena a Davos, rivelando che gli 85 paperon de’ paperoni del mondo detenevano la ricchezza del 50% della popolazione più povera (3,5 miliardi di persone). Quest’anno il numero è sceso a 80, una diminuzione impressionante dai 388 del 2010. La ricchezza di questi 80 è raddoppiata in termini di liquidità tra il 2009-2014.

Oxfam chiede ai governi di adottare un piano di sette punti per affrontare la disuguaglianza:

contrasto all’elusione fiscale di multinazionali e individui miliardari;
investimento in servizi pubblici gratuiti, come salute e istruzione;
distribuzione equa del peso fiscale, spostando la tassazione da lavoro e consumi verso capitali e ricchezza;
introduzione di salari minimi e graduale adozione di salari dignitosi per tutti i lavoratori;
introduzione di una legislazione ispirata alla parità di retribuzione, e politiche economiche che prevedano una giusta quota per le donne;
reti di protezione sociale per i più poveri, incluso un reddito minimo garantito;
un obiettivo globale di lotta alla disuguaglianza.

Il documento di analisi di oggi, che arriva dopo il rapporto di ottobre Partire a pari merito: eliminare la disuguaglianza estrema per eliminare la povertà estrema, fa luce sul fatto che le grandi ricchezze siano passate alle generazioni successive e che le elite mobilitino ingenti risorse per piegare regole e leggi a loro favore. Più di un terzo dei 1.645 miliardari della classifica Forbes ha ereditato parte o tutta la ricchezza che detiene.

Il 20% dei miliardari ha interessi nei settori finanziario e assicurativo, un gruppo che ha visto la propria liquidità crescere dell’11% nei 12 mesi precedenti a marzo 2014. Questi settori hanno speso 550 milioni di dollari per fare lobby sui decisori politici a Washington e Bruxelles nel 2013. Nel 2012 negli Stati Uniti solo durante il ciclo elettorale, il settore finanziario ha speso 571 milioni di dollari in contributi per le campagne.

I miliardari che hanno interessi nei settori farmaceutico e sanitario hanno visto il loro patrimonio netto collettivo crescere del 47% in un solo anno. Questi settori, durante il 2013, hanno speso oltre 500 milioni di dollari in lobby a Washington e Bruxelles.

La preoccupazione di Oxfam è che il potere di lobby di questi settori possa essere un ostacolo alla riforma del sistema fiscale globale e all’adozione di regole sulla proprietà intellettuale che non precludano l’accesso dei più poveri a medicine salva-vita.

Come più volte ribadito da più parti, Fondo Monetario Internazionale in primis, la disuguaglianza estrema non è soltanto una pessima notizia per gli ultimi del mondo ma anche un danno enorme per la crescita economica.

Un approfondimento sulla metodologia del rapporto www.oxfamitalia.org/disuguaglianze-non-devono-piu-crescere

VIDEO: COSA SIGNIFICANO I DATI DEL RAPPORTO?
http://pstream.lastampa.it.dl1.ipercast.ne...19/YuLAKRjU.mp4

fonte http://www.oxfamitalia.org/primo-piano/un-...di-pochi-ricchi

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view post Posted on 28/9/2015, 16:03

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IL PIANO DI DOMINIO MONDIALE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

La NATO non è sottomessa al diritto internazionale. Essa è il diritto internazionale. Per questo, sulle rovine e sulla distruzione di popoli, il capitalismo costruisce i propri affari.

Nel 1933 il cittadino statunitense Smedley D. Butler, dopo aver trascorso trentatrè anni e quattro mesi in servizio militare effettivo permanente in qualità di membro della più versatile e agile forza militare degli USA, il Corpo dei Marines, ricoprendo tutti i gradi della scala gerarchica, da sottotenente a maggiore generale fino a generale di divisione, ormai fuori dal lavoro, si sentì libero di parlare, ed ebbe a dire (e lo riportò nel libro "War is racket"):

"In tutto quel periodo ho trascorso la maggior parte del mio tempo a fare il superman di prima classe, tutto muscoli e niente cervello, per il Grande Business di Wall Street e per i banchieri. In poche parole, ho fatto il racketeer, sono stato un delinquente, un gangster ed ho operato come emissario del capitalismo."

Quando il capitalismo, nella sua pratica di rapina, oltrepassa i confini della Nazione, diventa Imperialismo, ovvero crimine internazionale, ed è lo stesso Butler che ce ne dà la conferma:

"Ripassando con lo sguardo tutto quanto feci allora, sento di poter impartire tante lezioni allo stesso Al Capone che avrebbe avuto parecchie cose da imparare da me. Il massimo che lui era riuscito a fare era stato di organizzare un racket in tre distretti cittadini. Noi Mariners operavamo su tre continenti."

Attualmente l'economia americana è completamente dipendente e intrecciata con il militarismo statunitense, così come ieri l'economia nazista era intrecciata con il militarismo tedesco. La spesa militare degli Usa è maggiore di quella di tutti gli altri paesi al mondo messi insieme. La maggior parte delle imprese dipende in un modo o nell'altro dai profitti della guerra e del militarismo: l'ottanta per cento delle commesse sono militari. Più di 250 miliardi di dollari all'anno vengono bruciati per le spese militari. Questo è l'unico settore della spesa federale che non subisce notevoli tagli. Lo scopo ultimo degli USA è il controllo dei destini del pianeta, militarmente, politicamente ed economicamente. E' guidato da un insaziabile appetito del profitto…

Dal 1945 ad oggi gli Stati Uniti d'America direttamente o mediati dalla maschera della NATO, hanno bombardato da due a tre Paesi all'anno. Gli interventi dell'imperialismo nordamericano hanno come obiettivi i punti di resistenza alla penetrazione neoliberista presenti ancora sul nostro Pianeta. La Jugoslavia ha rappresentato (e in parte lo rappresenta ancora oggi) uno dei punti più pericolosi per la realizzazione del dominio globale (la cosiddetta globalizzazione!) del Mondo. In quest'area gli Stati Uniti hanno puntato all'utilizzo dell'elemento nazionalista ora semplicemente nazionalista (Croazia) ora anche religioso, in questo caso, musulmano (Bosnia, Kosovo), esasperando i conflitti etnici e teorizzando una situazione favorevole al loro intervento.
Un rapporto segreto della Cia del 1990, reso pubblico il giorno della festa nazionale della Jugoslavia, il 29 novembre, quasi come un macabro segnale del tipo "vi spaccheremo", prevedeva che entro diciotto mesi, sarebbe avvenuto uno smembramento della Jugoslavia, con esplosioni di violenze che — affermava il documento — hanno "molte probabilità" di trasformarsi in guerra civile. Sempre secondo la Cia "l'esperimento jugoslavo è fallito e il Paese sarà smembrato" e aggiungeva che tutto ciò "sarà molto probabilmente accompagnato da esplosioni di violenza etnica e disordini che potrebbero portare ad una guerra civile". Il rapporto giungeva a definire con precisione che il presidente Slobodan Milosevic era da ritenere come "il principale istigatore" dei predetti conflitti jugoslavi.

Questo rapporto "segreto" della Cia faceva seguito all'approvazione delle legge 101-513 da parte del Congresso degli Stati Uniti, il 5 novembre del 1990. Tale norma prevedeva lo stanziamento di fondi per le operazioni internazionali e nella fattispecie essa distribuiva fondi oppure li attribuiva alle dirigenze delle varie repubbliche jugoslave in base a criteri politici, con la regola dell'appoggio ai secessionisti., una legge che praticamente ha segnato la condanna a morte della Jugoslavia. Una delle misure previste era così letale che il rapporto della Cia sopra riportato, si riferiva proprio a questa legge.
Un rapporto pubblicato durante i colloqui di Dayton (1995) dal Dipartimento di Stato Usa, "Bosnia Fact Sheet: Economic Sanctions Against Serbia and Montenegro", spiega che

"Le sanzioni hanno contribuito a un significativo declino della Jugoslavia. La produzione industriale e il reddito effettivo sono calati del 50% dal 1991. Ottenere un allentamento delle sanzioni è diventata una priorità per il governo jugoslavo".

Il ricatto aveva funzionato e ora si poteva agire.

L'attuazione pratica di questo piano ha visto gli USA intervenire attraverso:

Fornitura di armi ai nazionalisti anti-serbi;
Copertura mediatica di crimini commessi dai nazionalisti allo scopo di far ricadere le responsabilità sui serbi;
Organizzazione e copertura del traffico di armi e droga i cui profitti sono stati destinati al finanziamento delle guerriglie anti-serbe.

Da notare che qui è stato adottato lo stesso meccanismo utilizzato in Nicaragua dove i contras venivano finanziati dal commercio di droga fiorente in California. Oltretutto, nel Kosovo hanno agito gli stessi personaggi con la busta paga della Cia, fra cui lo statunitense Walker, già organizzatore degli squadroni della morte in San Salvador.

Da tempo gli Stati Uniti avevano aspirato a diventare i "padroni" dei Balcani. Un documento del Pentagono in parte pubblicato dal "New York Times" asserisce il bisogno di una totale supremazia mondiale degli Stati Uniti sia in termini politici che militari e il medesimo documento contiene esplicite minacce nei confronti di quei Paesi che aspiravano (o che aspirassero ancora oggi) ad aumentare il proprio ruolo nei Balcani.

Ecco alcuni stralci del documento:

"Il nostro primo obiettivo è prevenire il riemergere di un nuovo rivale… ("nuovo" si intende dopo quello "vecchio", cioè l'URSS, ormai messa fuori combattimento- n.d.c.). Innanzitutto gli Stati Uniti devono sottolineare la necessità della loro leadership per stabilire e mantenere il nuovo ordine, convincere i potenziali competitori che non possono aspirare a un ruolo maggiore o perseguire un atteggiamento più aggressivo per proteggere i loro legittimi interessi".

"Dobbiamo essere responsabili degli interessi delle nazioni industrialmente avanzate per indurle a non cercare il rovesciamento dell'ordine politico ed economico stabilito. Infine, dobbiamo mantenere il meccanismo militare per scoraggiare potenziali competitori dall'aspirare ad allargare il loro ruolo regionale o globale".

"É di importanza fondamentale preservare la Nato come principale strumento di difesa e sicurezza… Dobbiamo cercare di prevenire l'emergere di accordi di sicurezza fra i soli Stati europei che potrebbero indebolire e mettere in discussione l'esistenza della Nato".

In un discorso tenuto nel settembre 2001, il deputato USA Lester Munston, ha dichiarato:

"Voi non vedrete mai apparire i piloti della NATO dinanzi ad un Tribunale dell'ONU. La NATO è accusatrice, procuratrice, giudice ed esecutore, poiché è la NATO che paga le bollette. La NATO non è sottomessa al diritto internazionale. Essa è il diritto internazionale".

Estratto dal libro "IL SOAVE PROFUMO DELL'IMPERIALISMO" di Gianni Viola, Ricercatore scientifico, giornalista freelance e consulente politico-militare d'Ambasciata. Originariamente pubblicato sul sito www.interkosmos.it

Fonte: it.sputniknews.com
Autore: Gianni Viola

Ecco cosa succede quando il potere finanziario e l'apparato militare sono indissolubilmente legati:LA SCHIAVITU' DEI POPOLI

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view post Posted on 23/10/2015, 10:10

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Le euro-oligarchie provocheranno la guerra civile?

di Maurizio Blondet 12 ottobre 2015

Saranno 45 mila, ha subito detto la polizia. Forse 100 mila, hanno valutato gli organizzatori. A Berlino, sabato scorso, a scendere in strada per manifestare contro il TTIP, il trattato euro-americano cosiddetto di libero commercio concepito in segreto fra eurocrati globalisti e multinazionali Usa, sono stati 250 mila. “Una delle più grandi manifestazioni nella storia recente di Berlino”, secondo Christoph Bautz di Campact, una delle organizzazioni di base che hanno promosso la manifestazione. Gli altri gruppi promotori erano Verdi, Attac, Greenpeace, partiti di sinistra, i primi a non aspettarsi tanta partecipazione. Il fatto è che ad essere scesa in piazza con loro è stata la classe media, quella che vota – o votava – CDU.

Una manifestazione simile è avvenuta ad Amsterdam. Impressionante per violenza la reazione dei media mainstream: non potendo sminuire la manifestazione, la Faz ha deriso i manifestanti e i loro slogan; Der Spiegel ha collegato la crescita del movimento contro il trattato di libero commercio o TTIP alla “crescita del bruno-merda di Pegida (il partito tedesco anti-islamico), Marine Le Pen e Donald Trump”. Un amalgama – chi è contro il TTIP è un nazista di m. – dettato da rabbia e panico. Ed ostinazione a negare legittimità alla protesta.

“Mai visto diffamare, e trattare come il male assoluto, una manifestazione che ha raccolto così tante sigle”, ha notato Ulric Schneider di Paritaetische (un’associazione di movimenti sociali “Impegnati a promuovere la giustizia sociale”).

Solo pochi giorni prima la Commissione Europea aveva ricevuto 3,2 milioni di firme di cittadini che esigono il blocco immediato del Trattato. Per “normativa”, ogni cittadino può partecipare all’elaborazione delle politiche della Commissione presentando un progetto di legge agli oligarchi: deve raccogliere però un milione di firme, dice la “normativa”. Nel 2014, una formale iniziativa in questo senso era già stata rifiutata dalla Commissione. Questa raccolta di firme non avrà forse destino migliore, perché “fuori dal quadro legale europeo”.

Le oligarchie che hanno occupato il potere hanno deliberatamente dichiarato guerra alla volontà popolare. “ È possibile che le pecore pretendano di guidare il pastore nella buona direzione, assumendo anche il controllo del cane da pastore?”, ha dichiarato Mario Monti ex commissario, Trilateral, Bilderberg: “Ci si può addirittura chiedere se la democrazia come noi la conosciamo e l’integrazione internazionale siano ancora compatibili”

E’ impossibile essere più chiari – e più insultanti. La democrazia è incompatibile col mondialismo, dice il parassita.

In Francia le pecore però stan cominciando a mordere? I capintesta di Air France costretti a fuggire con le camice strappate da lavoratori minacciati di licenziamento hanno suscitato in Hollande una tipica reazione da oligarca: cose del genere, ha detto, “intaccano l’immagine della Francia all’estero”, intendendo che allontanano i famosi investimenti esteri che la globalizzazione porterà ai paesi europei, se si rendono competitivi. “Venendo da uno che ha compromesso l’affidabilità della Francia come partner industriale annullando il contratto di vendita dei due Mistral alla Russia, è senza dubbio un caso di amnesia”, ha ironizzato l’economista e storico Jacques Sapir.

http://russeurope.hypotheses.org/4352

Sapir è il primo ad evocare la parola proibita: “guerra civile”. Questo ottuso senso di onnipotenza delle elites, questa volontaria sordità delle oligarchie verso le basi sociali, la convinzione che non devono più rispondere ai cittadini, è indurre la guerra civile europea.

Non è una soluzione che Sapir auspica, anzi lo giudica uno sviluppo patologico della crisi che infuria, e che le oligarchie non vogliono vedere. Le violenze all’Air France? Ma è violenza peggiore annunciare il licenziamento di 2900 dipendenti in una società che soffre disoccupazione di massa da otto anni, senza alcuno scrupolo da parte dei dirigenti e nessuna vibrazione da parte del governo.

Vuol dire non vedere “il senso di spossessione di ogni potere che soffrono ormai milioni, anzi la maggioranza dei francesi”, che si vedono “sequestrati gli strumenti di controllo sulle proprie esistenze” da mondializzazione e “costruzione europea” – dove sempre più chiaramente, quello che eufemisticamente chiamano ‘deficit di democrazia‘ si manifesta per quello che è: negazione di democrazia”. Rifiuto deliberato di dare ascolto al “popolo”. Lo smantellamento delle istituzioni in nome del “ci pensa l’Europa”. Lo svuotamento della politica, lo scivolamento dello Stato verso uno Stato collusivo”. L’anomia generale, dimostrata da ricchezze così eccessive da essere odiose e dalla pretesa di “diritti” dei gay. Tutti i disordini, il senso di essere spossessati del controllo sulle proprie vite, le crisi austeritarie e perdita di orientamento pubblico e privato hanno tutti una causa, in fondo: la perdita della sovranità.

Piaccia o no, solo all’interno di stati sovrani si applica il diritto, e le istituzioni sono legittime. Oggi siamo sotto leggi (meglio: direttive e normative) imposte e escogitate da poteri che non hanno, né cercano di avere, alcuna legittimità. Essi puntano ad un vero totalitarismo arbitrario.

Quale è l’ideologia di questo totalitarismo oligarchico? Attenzione, denuncia Sapir: “è quella tragicamente semplificata dei liberisti e libertari di tutte le risme”. E’ l’ideologia della Tatcher: non esistono le società (come non esistono “idee platoniche”) , la sola realtà sono gli individui che la compongono. Ciò equivale a dire che la sola realtà morale collettiva è “il mercato”, perché che la società non ha diritti; titolari di diritti sono solo gli individui, oggi lanciati nella conquista di “diritti narcisistici”.

Questa ideologia è fallace, ha buon gioco a dimostrare Sapir:

“In realtà gli individui sono il prodotto della società, e la costruzione della società è simultanea alla costruzione degli individui”.

Cari lettori, se questa asserzione vi sembra scandalosa, statalista-comunista (o bruno-merda, se siete “di sinistra”) è perché vi hanno imbevuto della ideologia “tragicamente semplificata”, liberista e libertaria, oggi imposta come pensiero unico.

In realtà, basta riflettere quanto sia infantile l’illusione che gli individui pre-esistano alla società e la creino loro, con loro decisioni coscienti individuali. In realtà, basta pensare alla lingua nazionale materna che gli individui parlano: è qualcosa che hanno ricevuto dalla società e dalla sua storia, altrimenti non potrebbero nemmeno parlarsi. E ciò vale per tutto: religione, quadro economico, cultura condivisa, la massima parte delle “idee” e della visione del mondo che gli individui hanno, non è stata pensata da loro originalmente, ma l’hanno ricevuta dalla società. Dalla società ricevono anche il “mercato” in cui speculano, anzi – attraverso le istituzioni – il diritto di essere “individui”.

Naturalmente non si nega con ciò che gli individui influiscano sulla società. “Tra l’individuo e il collettivo si stabiliscono legami complessi – dice Sapir -che sono irriducibili” alla visione tragicamente semplificata dei liberisti. I liberisti-libertari quando vedono un muro, ci vedono i mattoni. Ma non riescono a riconoscere che tra un mucchio di mattoni e un muro di mattoni c’è un salto qualitativo essenziale.

“Volerlo negare, pretendere che ci siano dei fogli bianchi su cui gli spiriti forti scrivono la storia senza tener conto della storia passata, è la ricetta che conduce a drammi orribili, di cui il peggiore è la guerra civile. Tuttavia è a quello che tendono le istituzioni europee e l’ideologia europeista”, in ciò alleato all’individualismo ideologico liberista: unito all’eurocrazia nello smantellare lo Stato, dichiararlo corrotto e quindi da esautorare, e deridere o demonizzare la Nazione e la sua storia, insultare ogni credenza collettiva come “tabù da superare”. Le due forze congiurano nell’abolire “la politica” – ossia il luogo dove gli individui e la società interagiscono, lo Stato. L’abolizione della sovranità, voluta fortemente dalle multinazionali come dai libertari vogliosi di esporre tutti i loro narcisismi (vedi gay pride), è l’abolizione della democrazia. “Perché ci possono essere degli stati sovrani che non sono democratici; ma non s’è mai visto uno stato democratico che non sia sovrano”.

Perché questo non sbocchi nella guerra civile europea (la lotta di tutti contro tutti, che darebbe agli euro-oligarchi il pretesto per perfezionare la loro dittatura illegittima), si impone un compito: “la ricostruzione dell’ordine democratico”, attraverso la riconquista della sovranità, l’uscita dall’euro, la deflagrazione e ricomposizione dei partiti attuali, che sono comitati d’affari…e come?

Interessante constatare che Sapir (benché di sinistra) non condivida affatto la demonizzazione del populismo del mainstream progressista: “La rifondazione della democrazia può imporre o implicare elementi di populismo”.

E perché? Risposta: “Per combattere la tendenza delle burocrazie a produrre delle leggi senza curarsi della loro legittimità, il ricorso ad elementi di legittimità carismatica si impone”, è un antidoto. Come lo è il ricorso al referendum, che partecipa a questa legittimità carismatica.

La dittatura è democratica

E non si contenta di rivalutare il “populismo”, Sapir: “Soprattutto, bisogna ricordare che i poteri dittatoriali fanno parte dell’ordine democratico”. Naturalmente non pensa al senso volgare che oggi ha assunto il termine; pensa alla dittatura romana, che fu istituzione repubblicana, e probabilmente alle sue incarnazioni francesi: Robespierre, Napoleone, la Commune, il fronte popolare…dittature rivoluzionarie. “Bisognerà che la nostra mano non tremi, – scrive – che l’azione non sia interrotta, quando si porrà la questione dell’abrogazione di leggi varate in condizioni certo legali, ma interamente illegittime”. Quando la “legalità” è occupata da un potere illegittimo, la dittatura è la cura: dittatura rivoluzionaria.

Vi sembra un isolato un po’ delirante? Guardate meglio, sapendo quanto in Francia sono importanti gli intellettuali politici. Attualmente, un numero sempre più inquietante di intellettuali e maitres à penser che la sinistra credeva guadagnati per sempre alle sue schiere, stanno rivoltandosi. Un po’ sulla linea dell’ex comunista Alain Soral (“Sinistra del lavoro, destra dei valori”) contestano il politicamente corretto e la censura del pensiero che impone, l’immigrazione senza limiti, contro l’euro, contro l’europeismo, difendono l’identità nazionale contro l’inondazione musulmana. Sono personalità diverse, molti ebrei, molti atei, e adesso “fanno il gioco del Front National”. Le cose sono arrivate al punto che Libération, il giornale storico della gauche, se n’è uscito con un attacco a in piena regola contro questi “polemisti reazionari” (réacs) che “si dicono ostracizzati mentre sono onnipresenti” (nel talk shows), che impongono “Nei media” i loro temi “demagogici” (essenzialmente: contro l’immigrazione e contro la UE) e lo fanno “facendo a pezzi il politicamente corretto”.

E lo ha fatto, Libération, con una copertina così:
“Sì, siamo benpensanti; e allora?”.
http://i2.wp.com/www.maurizioblondet.it/wp...80-20.39.16.png

Inaudito. Il giornale di tutte le sinistre radical chic, fra trotzkismo e anarchismo, fra sessantottismo e trasgressione (ma di proprietà Rotschild) , si dichiara “benpensante”. Pensate solo se apparisse un titolo del genere, poniamo, sul nostro Manifesto. Siamo qui ad un rovesciamento comico di posizioni: la gauche frou frou si schiera dalla parte di ciò che è sensato, moderato ed assennato contro quei sovversivi anticonformisti di reazionari senza rispetto per i tabù della sinistra. Il punto è che questi spaccatutto, quando vanno in tv a fare a pezzi il pensiero unico, piacciono al pubblico – il pubblico che al 25 per cento voterà Marine Le Pen. Da qui l’accusa da parte di Libération agli intellettuali non-conformisti di “fare il gioco del Front National”, credendo con ciò di squalificarli. Il che ha indotto Régis Debray, un grande vecchio della cultura, non certo di destra, a dichiararsi disgustato dal fatto di “screditare moralmente un avversario intellettuale col piccolo gioco stalinista o maccarthista di ‘fare il gioco di’”.

Questo rovesciamento di posizioni per cui è la sinistra a difendere il perbenismo contro “i reazionari” che sono però trasgressivi e popolari, non è, in Francia, un gioco senza effetto di letterati. E’ il covare di una Révolution.

Siccome in Italia uno scontro e un rovesciamento simili non sono neppure immaginabili, riprendo qui di seguito – a futura memoria – le motivazioni che il movimento “Stop TTIP” dà della sua iniziativa:

Perché Stop TTIP

TTIP, l’accordo di libero scambio prevista tra l’UE e gli Stati Uniti (conosciuto anche con la sigla TAFTA) non servirà gli interessi dei cittadini ma a quelli delle imprese multinazionali:

TTIP mina la democrazia e lo Stato di diritto: le multinazionali straniere possono chiedere cifre esorbitanti, presentando una denuncia contro gli Stati, se gli Stati adottano leggi che riducono i profitti attesi. La causa sarà discussa non da magistrati pubblici, ma da tribunali arbitrali privati

TTIP apre la porta alla privatizzazione dei servizi pubblici: l’accordo privilegia i profitti delle multinazionali, a danno della comunità, sui servizi di distribuzione dell’acqua, della salute e dell’istruzione. TTIP minaccia la nostra salute e il nostro ambiente: ciò che è consentito negli Stati Uniti, sarebbe anche diventata legale in Europa – la via sarebbe aperta per il fracking (shale gas), gli OGM e le carni gonfiate agli ormoni. L’agricoltura contadina sarebbe ulteriormente marginalizzata, mentre crescerebbe ancora il potere dell’agro-industria.

TTIP riduce la libertà: gli utenti di Internet possono essere soggetti a vigilanza e di controllo ancora più gravosi di oggi. Eccessiva protezione del diritto d’autore ostacoleranno l’accesso alla cultura, all’educazione e alla scienza.

TTIP è praticamente irreversibile: una volta votato, il trattato non sarà più modificabile dai politici eletti, in quanto è necessario il consenso di tutti i contraenti per qualsiasi cambiamento. Nessuno Stato membro potrà più recedere dal contratto in quanto è l’Unione europea che lo avrà concluso.

Nome della Fonte: maurizioblondet.it/

LINK http://www.maurizioblondet.it/le-euro-olig...-guerra-civile/

Ora, chi può ancora negare che il Nuovo Ordine Mondialesi si stia affermando?
Non credete che sia il momento di dire" ORA BASTA"alla tirannia del potere finanziario e alle grandi multinazionali?

NON VOGLIAMO ESSERE GLI SCHIAVI DI QUESTO SISTEMA PERVERSO!

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view post Posted on 12/11/2015, 11:24

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PASSO DOPO PASSO, QUESTI CI PORTANO PROPRIO ALLA TERZA GUERRA

Come già sapete, "Russia accusata di doping di Stato. La Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, accusa la Russia e chiede la revoca di tutte le medaglie vinte all’Olimpiade di Londra 2012 e la sospensione dell’atletica dai prossimi Giochi di Rio".

Provo a fare un elenco delle altre provocazioni occidentali contro la Russia, specie sul pericoloso teatro siriano.

Il numero dei missili anticarro TOW in mano ai jihadisti, che con questi distruggono i cingolati siriani, “è aumentato in modo esponenziale”.
Il Pentagono ha dispiegato in Turchia sei caccia F-15 C, aerei il cui unico scopo è ingaggiare combattimenti con altri aerei. “Non servono certo per combattere l’ISIS”, hanno notato i comandi russi (che hanno mandato in Siria altri sistemi anti-aerei). “Non intendiamo fare della Siria un campo di guerra per procura fra Russia e Usa”, aveva detto Obama pochi giorni fa. È esattamente quel che sta facendo.
Gli Usa hanno fatto penetrare in Siria 50 uomini delle loro truppe speciali, ovviamente senza chiedere permesso al governo siriano, con lo scopo (dichiarato) di affiancare, addestrare e comandare i “ribelli moderati”. Identificati questa volta in una formazione che hanno chiamato “Sirian Democratic Forces”. Ma secondo Ben Hubbard, inviato del New York Times, che ha passato una settimana con loro, queste forze democratiche “esistono finora solo di nome”, trattandosi di spezzoni di miliziani kurdi e di reduci arabi già di Al Nusra (Al-Qaeda) senza un comando unificato (le due etnie si odiano). David Ignatius, la grande firma Washington Post, ha fatto notare che se 50 teste di cuoio sembran poche, avranno bisogno di supporto aereo Usa anche per rifornirle, per evacuarle in caso di guai, per tutto: insomma per provocare uno scontro aereo possibile coi russi.
Sulla tragedia del volo carico di turisti russi abbattuto sul Sinai, Usa e Regno Unito hanno dato per prime la notizia che si è trattato di un attentato e non di un incidente. Non hanno condiviso con Mosca quel che sapevano. Risulta ora che sono stati i servizi israeliani a captare conversazioni (i terroristi parlavano con accento britannico…) degli attentatori (prima o dopo l’attentato non si sa) e l’hanno detto agli americani. La tragedia ha suscitato ostentate manifestazioni di piacere ufficioso a Washington e Londra, per non parlare di Parigi e di Charlie Hebdo.
L‘ex vicedirettore della Cia Michael Morell ha spiegato perché: “Rafforza la percezione che l’ISIS sta vincendo, che la chiave della forza di questo gruppo ad attrarre reclute”.
Il colpo finale all’economia dell’Egitto (il cui 11,3% del Pil è portato dal turismo, 8-9 miliardi) è amplificato enormemente dopo che Regno Unito, Francia, Germania, Olanda e Lettonia e Lituania hanno vietato tutti i voli delle loro linee aeree sul Sinai – costringendo Mosca a far lo stesso. È una punizione per il regime del Cairo che si avvicinava troppo alla Russia. È un disastro economico per le agenzie turistiche russe (avevano là 80 mila persone da riportare a casa) e malumore popolare per tutti quelli – molti di più – che avevano prenotato vacanze a Sharm e non ci possono andare.
Un veicolo subacqueo radiocomandato e carico di esplosivo è stato casualmente scoperto, da operatori svedesi, nelle immediate vicinanze del North Stream, il gasdotto che porta il gas russo alla Germania, costruito da Gazprom. È un avvertimento a Berlino, oltre che a Mosca. [https://www.rt.com/news/321163-drone-explosives-nord-stream/]
Usa annuncia: venderà l’8 per cento delle sue riserve strategiche di petrolio. In questo momento di prezzi bassissimi, la cosa non ha senso economico. Ma ha senso politico: si tratta di far calare il barile ancor di più, per togliere alla Russia i mezzi per la sua presenza militare in Siria, mentre si cerca di impantanarla in un nuovo Afghanistan. L’evidente tensione del Medio Oriente rischiava probabilmente di provocare un rialzo- occorreva intervenire a manipolare i prezzi al ribasso. Infatti è bastata la notizia per far calare il petrolio di un 1,8%. [http://www.marketwatch.com/story/oil-extends-losses-ahead-of-us-inventory-data-2015-10-27]
La guerriglia yemenita anti-saudita ha catturato in Yemen due operatori con passaporto americano che lavoravano per i sauditi – e che pare abbiano a che fare con l’abbattimento dell’aereo russo. I due sono contractor (della ex Blackwater); hanno detto di lavorare per l’ONU – l’Onu li ha smentiti.
La morte di Michail Lesin a Washington. Lesin, intimo amico di Putin, era il creatore del nuovo sistema d’informazione internazionale di Mosca, che fa concorrenza alla CNN e all’insieme del sistema di informazione-propaganda Usa e occidentale, con gran dispetto della cosca mediatica occidentale. Morto “per attacco cardiaco”. Mentre era in un hotel di lusso e, formalmente, sotto la protezione del BDS (Bureau of Diplomatic Security) Usa, ossia la scorta fornita dall’America ai diplomatici esteri. Secondo voci che non siamo in grado di confermare, era stato Putin a mandare Lesin a Washington, come suo personale inviato, per trattare con Washington – con la dovuta riservatezza – gli scottanti retroscena dell’abbattimento sul Sinai dell’aereo russo, ossia le implicazioni occidentali. La misteriosa morte di Lesin, amico personale di Putin, è la risposta.
“La Russia mette in pericolo l’ordine mondiale”: così Ashton Carter, il ministro del Pentagono. “La Russia è pericolosa per la sicurezza nazionale”: rapporto dei servizi inglesi reso noto in questi giorni.
Gli Usa lanciano un missile Trident da un sottomarino nucleare davanti alle coste di Los Angeles: è un missile balistico intercontinentale a testata atomica plurima di quelli che sarebbero lanciati nella guerra globale. “È probabilmente la più grande minaccia militare per Russia e Cina”, il segnale che l’America “è ancora il più grosso bullo del quartiere e può ridurre in cenere radioattiva i suoi nemici in un istante”, ha scritto un sito geopolitico.

Interrompo la lista perché a completarla sarebbe troppo lunga. Questa basta, credo, a indicare la strategia occidentale. L’accordo accettato da Kerry a Vienna è lettera morta, o Washington fa’ il pompiere incendiario. Mosca aveva proposto quell’incontro per mettere fine alla guerra ed aprire un tavolo di negoziati con tutti gli attori dell’area, avendo bisogno di arrivare presto alla fine delle operazioni militari. La forza russa impiegata non basta a liquidare un ISIS che viene continuamente riarmato di armi sempre più sofisticate. Secondo Saker, del resto (ammissione indicativa) “l’intervento russo non è mai stato inteso a debellare totalmente Daesh né a cambiare il corso della guerra civile”. Anzitutto, ha avuto lo scopo di spezzare l’impeto di Usa e Turchia per una invasione della Siria, perché era questo che pendeva sul paese un mese e mezzo fa; poi, fornire appoggio aereo alle forze di terra siriane, demoralizzate e rarificate da tanti anni di combattimenti. Infine, una difesa aerea sui siriani, che è sufficiente a rendere costoso un intervento aereo – poniamo – turco, ma non uno americano. Fedeli al detto di Clausewitz, i russi hanno usato la guerra come arma politica, per forzare Usa, arabi, turchi a sedersi al tavolo con l’Iran e a cessare il mantra Assad must Go.

Invece, il superstato-canaglia ha accresciuto la posta. D’altro canto, Daesh ha imparato ad adattarsi alla campagna aerea russa; sicché, dai bombardamenti a strutture dei terroristi, relativamente tranquilli, l’aviazione russa deve impegnarsi oggi nell’appoggio aereo ravvicinato alle forze di terra siriane impegnate in combattimento diretto, aumentando i pericoli di abbattimento (specie dato che in Usa si è parlato di fornire ai tagliagole i missili A/A a spalla). Inoltre, “invece di trincerarsi sotto i bombardamenti, Daesh è andato all’offensiva in vari settori del fronte”, obbligando le povere forze siriane a dispersioni, che hanno impedito la concentrazione di sufficienti uomini e volume di fuoco che permetterebbe di ottenere un risultato risolutivo.

L’esplosione dell’aereo Kogalymavia volo 9268 sul Sinai, la cui responsabilità ultima sta nelle centrali che hanno promosso, armato e rafforzato il jihadismo takfiro (ossia gli occidentali coi sauditi e i turchi), più tutte le provocazioni citate sopra, hanno dato a Mosca la visione che “l’Occidente” la sta per impegnare in un conflitto militare, economico, propagandistico “senza fine prevedibile”, in cui come Occidente si debbono intendere anche Turchia, Saudia, Katar, Israele, tutto il jihadismo fanatico, la NATO e la UE: un confronto che Putin sa di non potersi permettere. Rispetto a tutti questi nemici, la Russia è un piccolo paese, la cui forza è limitata; non solo, ma mai intesa ad operazioni di lunga durata a migliaia di chilometri dalla madrepatria. “I russi hanno dato una soluzione audace e all’ultimo minuto, assolutamente vitale, a una situazione pericolosa che stava per peggiorare di molto”, scrive Saker. Se l’armata siriana non ottiene abbastanza presto uno sfondamento delle linee terroristiche, è inevitabile un intervento diretto di truppe dell’Iran, il che susciterebbe l’immaginabile stracciamento di vesti in “Occidente” e l’occasione per un vero ampliamento della guerra a Turchia, Saudia, Katar, Israele – magari NATO, in ogni caso il CENTCOM.

Washington (non necessariamente la Casa Bianca, che a questo punto non conta più nulla) sta evidentemente alzando la posta in tutte le direzioni – non ultima, facendo mediaticamente della Russia lo stato-mostro, lo stato-paria che deve restituire le medaglie, il pericolo per la pace mondiale peggio di Daesh – e aumentandone i costi per Mosca, fino a che Putin si ritirerà, umiliandosi, prima di arrivare al punto in cui diventa inevitabile la terza guerra mondiale, atomica.
Il rischio di un simile calcolo dovrebbe essere evidente. Mosca non può già battere in ritirata. Dunque risponde alle provocazioni aumentando a sua volta la posta.

Con atti che diventano sempre più irreparabili.

Ha violato il divieto di sorvolo sullo Yemen imposto dai sauditi con un aereo da trasporto che è atterrato a Sana, a portare (dice) aiuti umanitari alla popolazione…diciamo meglio, agli Houti che i sauditi stanno massacrando. L’aereo era un cargo militare, è atterrato a Sanaa durante una delle peggiori tempeste di sabbia che lo Yemen ricordi, ed è stato scortato in volo dall’aviazione iraniana. Cosa ci fosse davvero in quell’aereo per gli Houti, difficile dire; qualcuno giura che potrebbero essere missili A/A per abbattere i caccia sauditi. Secondo altri, la cattura dei due contractors americani (probabilmente) della Blackwater, avvenuto a Sanaa, è stata opera di spetznaz che erano su quell’aereo umanitario; sarebbero stati addirittura i gestori-radar e comunicazioni che hanno reso possibile l’abbattimento del volo russo sul Sinai…una voce che non possiamo controllare (1).
Mosca ha finalmente cominciato a consegnare all’Iran i sospirati sistemi anti-aerei S-300, un contratto che aspettava di concretizzarsi dal 2007, e Mosca aveva sospeso per essere cortese con Israele (l’Iran è giunta ad aprire una causa arbitrale contro la Russia a Ginevra nel 2011). Ovviamente non occorre più aver tanti riguardi con Israele, se si è dipinti come il nuovo Terzo Reich, lo stato-mostro alla conquista del mondo (e delle medaglie olimpiche).
La polizia egiziana ha giusto ieri confermato l’uccisione di Ashraf Ali Hassanein Gharabli, indicato come capintesta di Daesh in Egitto, gruppo “Wilayat Sinai” che ha rivendicato l’attentato all’aereo russo: sembra per mano di speznaz o di teste di cuoio inglesi (o forse gli inglesi hanno collaborato per silenziare il terrorista, perché non cadesse vivo in mano ai russi? Una strana e intensa guerra sotterranea è in corso attorno all’Airbus esploso…).
Contro lo scudo antimissile installato dagli americani in Europa, che punta a rendere possibile il primo colpo nucleare secondo Mosca, Putin ha annunciato che “in questi ultimi tre anni, diversi missili efficaci sono stati testati con successo in Russia capaci di perforare lo scudo”.
Putin ha inviato in Siria un contingente di 4 mila russi: non in funzioni di combattimento, ma è il raddoppio del contingente rispetto a ieri.
Il rafforzamento della presenza militare Usa nei paesi dell’Est europa è tale, che un analista serbo, Joaquin Flores, ha parlato di una “occupazione militare di Lettonia, Lituania e Polonia sotto il pretesto di un’aggressione russa”.

Mosca può, in questo gioco al rilancio, armare i curdi contro la Turchia o fornire armamento agli Houti in Yemen.
Il rischio è che in questo gioco pericoloso di provocazioni e risposte, dove né l’una né l’altra parte vogliono o possono indietreggiare, si scenda per la china scivolosa – che fu percorsa irresponsabilmente dalle potenze nel 1914 – in cui il conflitto diventa inevitabile, o scoppia per un “incidente”.
L’Europa potrebbe far qualcosa per interrompere questo gioco al rialzo. Ma naturalmente, è pienamente, rovinosamente accodata alla follia Usa.



NOTA

Dal sito Aurora, riprendo la ricostruzione dei fatti che mi pare più completa.

“Un nuovo rapporto dell’Intelligence estera (SVR) che circola al Cremlino afferma che il Ministero degli Esteri è stato informato, il 5 novembre, dall’Ambasciata della Federazione a Washington DC di aver notificato all’Ufficio della sicurezza diplomatica degli Stati Uniti (BDS) che un russo sotto sua protezione era stato rivenuto morto nella sua stanza d’albergo a causa di un presunto infarto. Secondo la relazione, il russo sotto la protezione del BDS era Mikhail Lesin, inviato negli Stati Uniti dal Presidente Putin quale collegamento personale con i massimi funzionari dell’intelligence del regime di Obama sui negoziati su “circostanze/fatti” dell’abbattimento del Volo 9268 sull’Egitto da parte dello Stato islamico. L’ultimo dispaccio di Mikhail Lesin a Mosca prima della morte, il rapporto continua, descriveva l’incontro “polemico/argomentativo” con funzionari del regime di Obama, che minacciavano la Federazione per il tentativo di Mosca di riportare in Russia i due “contractor” statunitensi catturati nello Yemen, che il SVR “associa” ai terroristi dello Stato islamico che hanno abbattuto, rivendicandolo, il volo 9268. Come abbiamo già riportato, sulla base dei dati satellitari, il SVR è stato quasi immediatamente in grado di accertare che il volo 9268, partito da Sharm al-Shayq in Egitto, è stato abbattuto da un missile terra-aria inglese Starburst dopo che era stato “costretto/ingannato” a una quota inferiore da false “comunicazioni/ misure elettroniche” inviate dallo Yemen. Il SVR sa di tale base segreta nello Yemen per “travisare/ingannare” i voli da e per Sharm al-Shayq, la relazione nota, scoperta ad agosto quando un volo dell’inglese Thomas Airways, avvicinandosi a questa zona con 189 persone a bordo, fu “manipolato elettronicamente” e preso di mira da un missile terra-aria che il pilota poté schivare a meno di 300 metri. Sulla base dell’intelligence elettronica, il rapporto dice, il SVR ha stabilito che il missile sparato contro il volo della Thomas Airways e che ha distrutto il Volo 9268, era un atto terroristico commesso dallo Stato islamico, noto come Ansar Bayt al-Maqdis (Stato islamico del Sinai o Wilayat al-Sinai) che secondo funzionari degli USA “non é un gruppo jihadista male equipaggio, ma uno degli affiliati dello SIIL più attivi e potenti“.
A rendere il gruppo terroristico dello Stato islamico nel Sinai ancora più letale, la presente relazione continua, è stato il sostegno militare e finanziario dall’Arabia Saudita, compresi i missili antiaerei spalleggiabili Starburst forniti dalla società inglese Thales Air Defence all’Arabia Saudita nell’ambito di un contratto firmato nel 2007, e operativi apertamente nel regno. Subito dopo che il Volo 9268 è stato abbattuto dai terroristi dello Stato islamico, secondo il rapporto, una “squadra” combinata SVR-Spetsnaz (Forze Speciali) operante nello Yemen dall’attentato di agosto al volo della Thomas Airways, individuava la base utilizzata per “manipolare/ingannare” i voli sul Sinai e catturava i suoi due operatori, identificati dal SVR come cittadini statunitensi impiegati dalle Nazioni Unite, affermazione smentita dalle Nazioni Unite. Al momento d’iniziare gli “interrogatori/interviste” dei due statunitensi nello Yemen da parte degli “esperti” del SVR, secondo il rapporto, il Presidente Putin inviava Mikhail Lesin come suo emissario personale negli Stati Uniti per le implicazioni “catastrofiche” delle informazioni ricevute. Mikhail Lesin, va notato, era un’importante figura politica russa e l’esperto accreditato sui mass media che ha ispirato la creazione di Russia Today, dalla lunga amicizia personale con il Presidente Putin. Alla notizia della morte di Mikhail Lesin, la relazione afferma, il Presidente Putin ha ordinato che tutti i “negoziati” con gli Stati Uniti siano sospesi e che il SVR riportasse nella Federazione i due statunitensi catturati nello Yemen, come dettagliato in Un raid cattura le ‘risorse’ della CIA che hanno abbattuto l’aereo russo in Egitto. Nell’ulteriore “interrogatorio/intervista” di tali statunitensi al loro arrivo a Mosca, il rapporto continua, il SVR ha stabilito che erano dipendenti della compagnia di mercenari statunitense Academi (Blackwater e Xe), con passaporti degli Stati Uniti che identificavano il loro Paese d’origine nella Colombia. Importante da notare sui due colombiani-statunitensi della Blackwater/Academi/Xe catturati dal SVR nello Yemen, secondo il rapporto, è che furono segnalati entrare nello Yemen sotto le mentite spoglie di soldati colombiani. Recentemente, infatti, un gruppo mediatico colombiano riferiva che nei successivi mesi più di 800 militari colombiani entreranno a Sana, Yemen, per sostenere l’offensiva dei sauditi e dei loro alleati che combattono nello Yemen. Sull’associazione dei due mercenari della Blackwater/Academi/Xe con la CIA, la relazione conclude, si attende ulteriore “esame/conferma” finanziaria, ma molti analisti del SVR ritengono sia solo questione di tempo per la prova definitiva. Comprendendo appieno la relazione, assieme tutti gli altri rapporti del SVR sul volo 9268, l’invio del consigliere per i media del Presidente Putin, Mikhail Lesin negli Stati Uniti prova che non è solo la Russia a sapere che l’aereo è stato abbattuto, ma anche i regimi di Obama e Cameron. Ciò che va stabilito da Russia e occidente, però, non è solo il modo migliore per manipolare i fatti sul disastro, ma il tipo di ritorsione che, se non è misurato ed equilibrato, quasi sicuramente precipiterebbe il mondo in guerra”.

Se questa versione è vera, allora alla terza guerra mondiale siamo già vicinissimi.

* * *

Articolo tratto dal sito Blondet & Friends
Autore: Maurizio Blondet

AL netto delle considerazioni di Blondet,non vi è dubbio che i movimenti di truppe e mezzi,sono molto chiari.
Per incominciare una guerra,e questo è dimostrato storicamente,basta costringere l'avversario in un angolo,costringendolo ad attaccare.E' questo il caso?
O paura di si,e lo sterminio di 5.000.000.000 di persone,come vuole la dottrina del Nuovo Ordine Mondiale, ha la sua attuazione.

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view post Posted on 13/1/2016, 19:37

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Chi ha voluto la crisi e perchè.la spiegazione in tre parti
parte prima:
LO TSUNAMI FINANZIARIO: LE FONDAMENTA FINANZIARIE DEL SECOLO AMERICANO

DI F. WILLIAM ENGDAHL
Global Research

Le Fondamenta finanziarie del Secolo Americano

L'attuale e crescente crisi finanziaria globale, ufficialmente innescata nel luglio 2007 da un evento che interessava una piccola banca tedesca che deteneva beni cartolarizzati garantiti da mutui del mercato immobiliare subprime USA, può essere meglio compresa come una parte essenziale di un processo storico che risale alla fine della seconda guerra mondiale—l'ascesa e il declino del Secolo Americano.

Il Secolo Americano, orgogliosamente proclamato dal fondatore di Time-Life nonché membro dell'establishment Henry Luce in un famoso editoriale del 1941 pubblicato sulla rivista Life, fu costruito sul ruolo preminente delle banche di New York e delle banche di investimento di Wall Street che allora avevano chiaramente sostituito la City di Londra come centro di gravità per la finanza globale.

Il Secolo Americano di Luce doveva essere costruito in maniera molto più calcolata rispetto all'impero inglese che stava sostituendo.1

Un gruppo di pianificazione per il dopoguerra del Council on Foreign Relations allora top secret, il War & Peace Studies Group, guidato dal preside della Johns Hopkins e geografo geo-politico Isaiah Bowman, espose una serie di studi pensati per gettare le fondamenta del loro mondo dopo la guerra già all'inizio del 1939, molto prima che i blindati tedeschi invadessero la Polonia. L'Impero Americano stava per diventare davvero un impero. Ma non avrebbe commesso l'errore fatale dell'Impero Inglese e degli altri imperi europei precedenti, ossia di essere un impero aperto alle conquiste coloniali con eserciti costosi in occupazioni militari permanenti.

Invece il Secolo Americano sarebbe stato confezionato e venduto al mondo, soprattutto ai paesi emergenti dell'Africa, dell'America latina e dell'Asia, come il guardiano della libertà e della democrazia. Si sarebbe presentato come il maggiore fautore della fine del dominio coloniale, una posizione che beneficiava unicamente la sola grande potenza senza grandi colonie—ossia gli Stati Uniti.

Il mondo del nuovo Secolo Americano doveva essere guidato ovunque dal campione del libero commercio, il che avrebbe avvantaggiato l'economia più forte nei primi anni del dopoguerra, sempre gli Stati Uniti. Era un concetto tanto brillante quanto fatalmente imperfetto. Come il capo pianificazione del Dipartimento di Stato George F. Kennan scrisse in una nota confidenziale interna nel 1948, “Possediamo circa il 50% della ricchezza del mondo ma solo il 6.3% della sua popolazione… Il nostro vero compito nel periodo a venire è di pianificare uno schema di relazioni che ci permetterà di mantenere questa posizione di disparità senza danni attivi alla nostra sicurezza nazionale”. 2

Il nocciolo degli War & Peace Studies, che erano stati progettati ed implementati dal Dipartimento di Stato USA dopo il 1944, doveva consistere nella creazione di una organizzazione delle Nazioni Unite per sostituire la Società delle Nazioni sotto il controllo britannico. Una parte essenziale di questa nuova organizzazione delle Nazioni Unite, che doveva servire a preservare lo status quo pro-USA postbellico, era la creazione di ciò a cui ci si riferiva originariamente come le istituzioni di Bretton Woods—il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo o Banca Mondiale.3 Gli accordi generali sulle tariffe ed il commercio (GATT) vennero aggiunti in seguito.

I negoziatori USA a Bretton Woods (New Hampshire), guidati dal vice segretario del Tesoro USA Harry Dexter White, imposero sull'FMI e sulla Banca Mondiale un progetto che assicurava che entrambi sarebbero rimasti essenzialmente degli strumenti di un impero USA “informale”, un impero basato inizialmente sul credito e, successivamente, all'incirca dopo il 1973, sul debito.

New York e la sua Federal Reserve Bank erano il cuore del nuovo impero nel 1945. Gli Stati Uniti detenevano la stragrande maggioranza delle riserve auree delle banche centrali mondiali. Il sistema aureo postbellico di Bretton Woods avvantaggiava unicamente il ruolo del dollaro USA, allora come oggi la moneta di riserva mondiale.

I valori di tutte le valute dei paesi membri del FMI dovevano essere fissati in base al dollaro USA. A sua volta, il dollaro USA, ma solo il dollaro USA venne fissato al peso d'oro prestabilito di 35$ l'oncia. A questo tasso fisso, le banche centrali e i governi esteri potevano scambiare dollari per oro.

Bretton Woods stabilì un sistema di pagamenti basato sul dollaro, in cui tutte le valute venivano definite in rapporto con esso. Fu ingegnoso e favorevole soltanto per la potenza finanziaria emergente di New York, i cui banchieri modellarono attivamente gli accordi finali.

In quei tempi, in netto contrasto con il presente, il dollaro era “buono come l'oro”. La valuta USA era effettivamente la valuta mondiale, lo standard al quale tutte le altre valute erano agganciate. Come la valuta chiave mondiale, anche la maggior parte delle transazioni internazionali venivano denominate in dollari.

Il mantenimento del ruolo del dollaro USA come valuta di riserva mondiale è stato il maggiore obiettivo del Secolo Americano fin dal 1945, correlato con la superiorità militare USA, ma anche più strategico. Il modo in cui il primato del dollaro è stato mantenuto fino ad ora ha determinato la storia di innumerevoli guerre successive alla seconda guerra mondiale, di battaglie finanziarie, di crisi di debito, e di minacce di guerra nucleare fino ai nostri giorni.

Importante per inquadrare l'emergenza della rivoluzione della cartolarizzazione dei beni nella finanza globale che attualmente sta influenzando il sistema finanziario mondiale con ondate successive di nuove crisi e delocalizzazioni, e per apprezzare il sostanziale contributo di Alan Greenspan per preservare il dominio del dollaro come riserva mondiale ben oltre il punto in cui l'economia USA ha cessato di essere l'industria manifatturiera più produttiva al mondo, una breve panoramica delle varie fasi dell'egemonia postbellica del dollaro può risultare utile.

Gli Anni d'Oro Del Secolo Americano

La prima fase, che potremmo chiamare gli “anni d'oro” postbellici, vide gli USA emergere dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale come il Colosso dell'economia globale senza rivali. Gli USA erano la potenza dominante nel mondo; nessuno le si poteva nemmeno avvicinare. Oltre la metà di tutte le transazioni monetarie internazionali venivano finanziate attraverso il dollaro. Gli USA produssero più della metà del prodotto del mondo. Inoltre, gli USA possedevano circa due terzi delle riserve auree ufficiali nel mondo nel 1940.

Quando diversi paesi europei avevano un surplus di riserve, lo convertivano in riserve di dollari piuttosto che oro, perché potevano guadagnare degli interessi su beni come i bond del Tesoro, e i dollari potevano essere sempre convertiti in oro a 35$ all'oncia ogniqualvolta fosse necessario. Il dollaro USA era al centro di questo sistema.

L'industria americana, guidata dalla General Motors, dalla Ford e dalla Chrysler Motors, le Grandi Tre, erano le classi leader mondiali – a quel tempo nessuno era al loro livello. La US Steel (prima di diventare USX), l'industria dei macchinari, dell'alluminio, quella aeronautica e quelle affini stabilirono tutte gli standard per l'eccellenza globale già negli anni '50.

Ma soprattutto, i giganti petroliferi americani – Mobil, Standard Oil of New Jersey, Gulf Oil – queste compagnie chiave dominarono la sola fonte di energia che sarebbe diventata essenziale per i tassi di crescita postbellici in Europa, Giappone ed il resto del mondo postbellico: il petrolio.4

In questo primo periodo postbellico, la richiesta di dollari nel mondo per finanziare la ricostruzione era così grande che il problema economico principale affrontato negli anni '50 dall'Europa, dal Giappone, dalla Corea del Sud e da qualsiasi altro paese era la mancanza di dollari per finanziare le importazioni delle risorse USA necessarie, il suo petrolio, i suoi prodotti di consumo.

Nel 1949, le azioni monetarie auree americano raggiunsero il record di $24,6 miliardi (una somma enorme paragonabile oggi a $211 miliardi), grazie all'oro che arrivava in America da fuori per pagare i debiti nella corsa al commercio dei paesi esteri. New York, sostenuta dalle riserve auree, era l'incontrastata banca mondiale.

Questo processo cominciò a deteriorarsi dopo una profonda recessione economica postbellica nel 1957-58. Questa recessione avrebbe dovuto essere il campanello d'allarme per i progettisti della politica economica americana e per l'industria che il particolare periodo di profitti derivati dalla relativa dislocazione economica di un mondo dilaniato dalla guerra aveva raggiunto il suo limite. All'inizio del 1957, l'economia americana aveva bisogno di una sostanziale rigenerazione, se fosse voluta rimanere competitiva globalmente. Questo non sarebbe successo.

Con l'avvento della crisi della Sterlina Inglese nel novembre del 1967, in cui il governo britannico fu obbligato a violare le regole dell'FMI e svalutare la Sterlina del 14% per mantenere la propria economia lontano da una severa recessione, l'attenzione si spostò sul fatto che la “Grande Società” del Presidente Lyndon Johnson ed i costi della disastrosa guerra in Vietnam stavano facendo accumulare al governo americano debiti da record. Per la prima volta dagli anni '30, il dollaro era vulnerabile per una corsa sull'oro americano.

Per nascondere l'estensione di quei debiti, l'Amministrazione Johnson introdusse la contabilità creativa. Per la prima volta il responsabile del Budget aggiunse al Consolidate General Budget i fondi pagati dai lavoratori americani al Federal Social Security Trust Fund, un surplus che avrebbe dovuto pagare le future pensioni ed annessi benefici per la maggior parte degli americani – l'inizio di un falso in bilancio che nei primi anni del secolo successivo sarebbe diventato enorme.

Johnson, inoltre, iniziò a manipolare le statistiche chiave dell'economia del governo usate per calcolare di tutto, dalla disoccupazione all'inflazione al GDP. Le manipolazioni delle statistiche, per ovvie nonché fatali ragioni di opportunismo politico, furono silenziosamente adottate da tutte le Amministrazioni successive, la più grossolana delle quali è l'attuale Amministrazione Bush - Cheney.5

Il colpo del dollaro del 1971

Nonstante tutte le manipolazioni, nel 1971 tutte le riserve auree monetarie americane avevano toccato pericolosamente il fondo poiché gli Stati esteri, guidati dalla Francia, avevano richiesto alla Federal Reserve Americana il pagamento in oro massiccio per i loro surplus di dollari. La realtà non poteva essere manipolata così facilmente come le statistiche di governo. Quelle europee erano emerse, assieme a quella giapponese, come potenti economie moderne ed in espansione.

Gli USA stavano diventando una vasta zona di manifattura degradata ed obsoleta. Gli spin-doctors di Wall Street ed i gruppi di ricerca come quelli delle fondazioni Ford e Rockefeller inventarono un eufemismo linguistico detto la “società post-industriale”, ma questo non cambiava i fatti. Alla fine degli anni '60, i centri industriali più produttivi americani, da Detroit a Pittsburg a Chicago, erano diventati degli estesi bassifondi caratterizzati da decadimento, criminalità e disoccupazione crescente.

Se gli USA avessero perso le loro ultime risorse auree, il ruolo del dollaro come unica moneta di riserva al mondo – la base, assieme alla superiorità militare americana, dell'impero postbellico del Secolo Americano – sarebbe finito immediatamente.

Per evitare tale pericolo, nell'agosto del 1971 il Presidente Nixon si riunì con i suoi consiglieri più fedeli, fra cui un ufficiale del Tesoro americano chiamato Paul Volcker, allora sotto-segretario del Tesoro degli Affari Monetari Internazionali, ed associato di lunga data di David Rockefeller e della famiglia Rockefeller.

Il loro compito fu quello di trovare una soluzione. La “soluzione” di Volcker alla incredibile richiesta di compensare il dollaro americano con oro si sarebbe dimostrata tanto semplice quanto distruttiva per il bene dell'economia mondiale.

Il 15 agosto 1971 Nixon annunciò ad un mondo allarmato che, da quel giorno, gli Stati Uniti non avrebbe più rispettato i suoi obblighi del trattato internazionale dettato dal Patto Bretton Woods. Nixon aveva sospeso la convertibilità del dollaro in oro. La Fed's Gold Discount Window di New York venne chiusa a chiave. Le valute del mondo entrarono in una libera circolazione contro un dollaro incerto, una cosiddetta valuta piatta. Ora il dollaro non era appoggiato né dall'oro né dall'argento ma “dalla totale fiducia e credito” del governo americano, una comodità di cui si stava cominciando a dubitare il valore commerciabile.

Il debito diventa il veicolo

Presto, con la minaccia implicita di ritirare il loro scudo nucleare come persuasione principale, le successive Amministrazioni americane capirono che piuttosto che dipendere sul suo ruolo di creditore mondiale come aveva fatto fino al 1971, il Secolo Americano avrebbe teoricamente tratto profitto dall'essere il più grande debitore del mondo, fin tanto che la finanza americana ed il dollaro avessero dominato l'economia mondiale.

Fino a che le maggiori satrapie postbelliche USA6 come il Giappone, la Corea del Sud o la Germania, erano obbligate a stare sotto l'ala protettiva degli USA, era relativamente semplice spingere le loro Tesorerie ad usare il loro surplus di dollari americani commerciali per comprare il debito del governo americano. Nel processo, i mercati azionari americani diventarono di gran lunga i più grandi al mondo. I principali azionisti di Wall Street stavano rimpiazzando l'industria dell'acciaio di Pittsburg e quella automobilistica di Detroit come il “business americano”.

Per parafrasare l'arguta battuta dell'ex Presidente della GM Charles Wilson degli anni '50, il nuovo motto era, “Ciò che è buono per Wall Street è buono per l'America.” Non era così. Il nome “industria” finanziaria divenne anche di uso comune, come se volesse indicare il denaro come il legittimo successore alla produzione del bene fisico reale nell'economia.

Il debito – il debito del dollaro – sarebbe diventato il veicolo per un nuovo ruolo delle banche di New York, guidate dalla Chase Manhattan di David Rockefeller e dalla Citibank di Walter Wriston. La loro idea era quella di estendere centinaia di miliardi di dollari nell'OPEC appena acquistato ed altri petrodollari, “persuadendo” il governo saudita ed altri governi dell'OPEC a depositare il loro nuovi surplus petroliferi nelle banche di Londra o New York. Poi quei depositi di dollari dall'OPEC, a quel tempo definiti “petrodollari” da Henry Kissinger ed altri, mutarono in prestiti riciclati per economie importatrici di petrolio e affamate di dollari.7

La crisi di fiducia del dollaro di Carter

Questa seconda fase, successiva al periodo d'oro, spinta dallo shock del petrolio manipolato del 1973 e dalla pressione degli USA sull'Arabia Saudita e sull'OPEC a far pagare il petrolio esclusivamente in dollari (il “riciclaggio di petrodollari” di Kissinger8 ), andò avanti senza troppi problemi fino all'inizio del 1979, quando il dollaro dovette affrontare una forte svalutazione estera durante la fine della presidenza di Jimmy Carter. Il Secolo Americano affrontò una delle sue sfide più grandi in questo periodo. Le banche centrali tedesche, giapponesi e persino quelle arabe iniziarono ad abbandonare le holding del Tesoro americano in ciò che venne definita una perdita di “fiducia” nel ruolo di capo del mondo di Carter.

Nell'agosto 1979, per ristabilire nel mondo la “fiducia” nel dollaro, il Presidente Jimmy Carter, esso stesso un pupillo scelto personalmente dalla Commissione Trilaterale di David Rockefeller, fu obbligato dalle grandi banche newyorkesi, guidate dalla Chase Manhattan di David Rockefeller, ad accettare Paul Volker, uno degli uomini di Rockefeller dalla Chase Manhattan Bank, come Ministro della Riserva Federale con un mandato aperto per fare ciò che era necessario per salvare il dollaro come valuta di riserva.

Nel prendere l'incarico, Volker annunciò senza mezzi termini, “Lo standard di vita dell'americano medio è in declino.” Era stato scelto direttamente da Rockefeller per salvare i mercati finanziari di New York ed il dollaro a discapito del benessere della nazione.



La 'terapia shock' di Volker

La terapia shock di Volker, iniziata nell'ottobre 1979, durò fino all'agosto 1982. I tassi di interesse andarono in doppia cifra, volando alle stelle. Le economie mondiali e quella americana vennero lanciate in una recessione mostruosa, la peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale. In un anno, il tasso primario era volato ad un livello mai visto prima del 21.5%, paragonato ad una media del 7.6% nei 14 anni precedenti, una crescita quasi triplice nel giro di settimane. Il tasso ufficiale americano di disoccupazione salì all'11% mentre, ufficiosamente, quando venne contato chi semplicemente aveva smesso di cercare lavoro, era di gran lunga più alto.
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Fonte: AngryBearBlogspot.com

La Terapia Shock di Volker raddoppiò la disoccupazione ufficiale americana

La crisi di debiti latino americana, un oscuro presagio della crisi subprime USA di oggi, scoppiò come diretto risultato dello shock Volker. Nell'agosto 1982, il Messico annunciò di non poter più pagare in dollari il servizio di tassi d'interesse sui suoi enormi debiti. Esso, come la maggior parte del Terzo Mondo dall'Argentina al Brasile, dalla Nigeria al Congo, dalla Polonia alla Jugoslavia, era caduto nella trappola delle banche newyorkesi. La trappola consisteva nel prestare l'ammontare dei petrodollari riciclati dall'OPEC e investiti nelle principali banche di New York e Londra, le banche Eurodollaro, che inizialmente prestavano i dollari a Paesi del Terzo Mondo disperati a “tassi fluttuanti” legati ai tassi LIBOR di Londra.

Quando il LIBOR aumentò del 300% nel giro di mesi come conseguenza della terapia shock di Volker, quei paesi debitori non furono più in grado di continuare. Venne coinvolto il FMI e la più grande rapina nella storia del mondo, definita erronamente la Crisi di Debito del Terzo Mondo, iniziò. Come da previsione, la politica shock di Volker diede il via alla crisi.

Dopo sette anni di tassi di interesse incessantemente alti da parte della FED di Volker, fatta passare al pubblico credulone come “spremere l'inflazione fuori dall'economia americana”, nel 1986 lo stato interno dell'economia USA era disastroso. La maggior parte dell'America iniziò ad assomigliare ad un Paese del Terzo Mondo, con quartieri malfamati in espansione, disoccupazione a doppia cifra e problemi crescenti di criminalità e tossicodipendenza. Uno studio della Federal Reserve mostrò che il 55% delle famiglie americane erano debitrici. I deficit del budget Federale erano a livelli inauditi di più di 200 miliardi di dollari all'anno.

In realtà, Volker era stato mandato a Washington per fare una cosa sola – salvare il dollaro dalla caduta libera che minacciava il suo ruolo come moneta di riserva globale.

Il ruolo del dollaro come valuta di riserva era la chiave nascosta del potere finanziario americano.

Lasciando salire alle stelle i tassi d'interessi americani, gli investitori stranieri si ammassarono nel mietere guadagni comprando i bond USA. I bond erano e sono il cuore del sistema finanziario. La terapia shock di Volcker per l'economia significò crescenti profitti per la comunità finanziaria newyorkese.

Volcker ebbe anche fin troppo successo nella sua missione.

Il dollaro salì ai più alti livelli di sempre contro le valute di Germania, Giappone, Canada ed altri paesi dal 1979 fino alla fine del 1985. Il super-valutato dollaro USA rese proibitivi i costi delle esportazioni manifatturiere americane sui mercati mondiali e questo portò ad un drammatico declino nelle esportazioni industriali americane.

Già gli alti tassi di interesse della FED di Volcker dall'ottobre 1979 avevano portato ad un forte declino nell'edilizia domestica, la rovina finale dell'industria automobilistica americana, e con essa quella dell'acciaio, dato che i produttori americani spostarono la produzione all'estero, dove i vantaggi sui costi erano maggiori. Riferendosi a Paul Volcker ed ai suoi sostenitori del libero mercato all'interno della Casa Bianca di Reagan, il Repubblicano Robert O. Andersen, l'allora presidente della Atlantic Richfield Oil Company, si lamentò che “hanno fatto di più loro per smantellare l'industria americana che ogni altro gruppo nella storia. Nonostante ciò, vanno in giro a dire che va tutto a gonfie vele. È come il Mago di Oz”. 9

All'inizio del 1987, le tradizionali banche ipotecarie nazionali, le banche Savings & Loan, erano in una crisi di liquidità che alla fine sarebbe costata al contribuente americano centinaia di miliardi in interventi governativi. L'organo di controllo del Congresso, il GAO, dichiarò che la Federal Savings & Loan Insurance Corporation, che garantiva per la banca S&L, era insolvente. Già sotto la pressione delle S&L, fu permesso di realizzare enormi perdite bancarie dato che alle istituzioni insolventi era consentito rimanere aperte e crescere, rendendo possibile l'accumulazione di perdite sempre maggiori. Il costo finale della debacle delle S&L negli anni 80 arrivò a oltre 160 miliardi di dollari. Alcuni calcolarono che i costi reali per l'economia arrivarono fino a 900 miliardi. Tra il 1986 e il 1991, il numero di nuove abitazioni edificate crollò da 1,8 a un milione, il tasso più basso dalla Seconda Guerra Mondiale.

La seconda Rivoluzione Americana: gli occhi sul Premio

La politica monetaria della Federal Reserve è stata generalmente mal raffigurata come una serie di pragmatiche risposte ad hoc a crisi ricorrenti nel mondo finanziario e bancario del dopoguerra. La realtà è che essa ha seguito fedelmente un disegno politico coerente e nascosto che fu presentato per la prima volta nel 1973 dall'allora portavoce della famiglia più potente dell'establishment americano.

La politica venne delineata in un libro poco noto intitolato, abbastanza minacciosamente, “La Seconda Rivoluzione Americana”. Fu scritto da John D. Rockefeller III, rampollo del potente impero della Standard Oil e della Chase Manhattan Bank, e, insieme ai suoi tre fratelli—David, Nelson e Laurance—architetto dell'assetto mondiale post 1945 conosciuto come Secolo Americano.

Nel suo libro, Rockefeller dichiarò la determinazione dell'establishment a riprendersi le concessioni accordate a malincuore dai ricchi e dai potenti durante la Grande Depressione. Rockefeller lanciò l'appello nel 1973, molto prima che Jimmy Carter o Margaret Thatcher salissero in carica per implementarlo. Egli chiese una “politica a lungo termine, deliberata e consistente, per decentralizzare e privatizzare molte funzioni governative… per distribuire il potere sulla società”. 10 Quest'ultimo fu un abile inganno poiché il suo scopo non era quello di diffondere il potere, ma proprio l'opposto—concentrare quel potere economico e bancario nelle mani di una élite compatta.

La privatizzazione di funzioni governative essenziali e socialmente utili che spesso erano state stabilite con grande agitazione sociale e pressione politica durante le difficili crisi degli anni 30, era l'agenda di Rockefeller. In breve, era la cancellazione delle regolamentazioni governative dell'era della Depressione su tutti gli aspetti della vita sociale ed economica americana.

Soprattutto, lo scopo, nella visione di Rockefeller e i suoi amici, era la deregolamentazione di Wall Street e dei mercati finanziari, assieme a una riduzione radicale nella equipartizione della ricchezza, inerente a programmi quali la previdenza sociale. I “tagli alle tasse per i ricchi” di George W. Bush erano solamente una continuazione di un agenda trentennale dei potenti circoli dell'establishment.

Per quanto sia difficile crederlo, tutte le maggiori politiche USA dagli anni 70 fino all'odierna, impropriamente chiamata, crisi subprime, avevano un filo conduttore continuo. Gli uomini chiave alla Fed e al Tesoro e altri politicanti USA hanno sempre tenuto i “loro occhi sul Premio”.

Il “Premio” erano i guadagni finanziari taciuti da ottenere attraverso la revoca delle maggiori concessioni fatte agli operai e alla classe media americana, concessioni elargite durante la Grande Depressione da potenti circoli dell'establishment guidati dai gruppi bancari Rockefeller e Morgan, per prevenire una rivolta più radicale.

La revoca della previdenza sociale era un obiettivo. La deregolamentazione finanziaria e soprattutto l'abrogazione del Glass-Steagall Act del 1933, era un altro. Qui un ben piazzato banchiere di Wall Street chiamato Alan Greenspan stava per giocare un ruolo decisivo per conto dell'agenda di deregolamentazione finanziaria durante il suo incarico come presidente della FED dal 1987 al 2006. La cartolarizzazione dei mutui spazzatura o subprime doveva diventare il suo supremo lascito. Come sembra al momento di scrivere, sarà certamente così, anche se forse non come lui ed altri a Wall Street l'avevano intesa. Sarà più probabilmente una corona di disgrazia.


NOTE

1 Luce, Henry, The American Century, reprinted in The Ambiguous Legacy, M. J. Hogan, ed. Cambridge, UK: Cambridge University Press, 1999.

2 Kennan, George F., 1948, “PPS/23: Review of Current Trends in U.S. Foreign Policy”, Foreign Relations of the United States, Volume I.

3 New York Council on Foreign Relations, undated, The War & Peace Studies, www.cfr.org.

4 Engdahl, F. William, A Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order, London, Pluto Press, 2004, pp. 88-9.

5 Per un eccellente resoconto storico dell'impatto di queste sistematiche manipolazioni statistiche del governo vedi di John Williams: www.shadowstats.com/. John ha seguito le manipolazioni per più di due decenni. e che io sappia è l'unico tentativo sistematico.

6 Il termine "satrapia" per descrivere le relazioni USA con Giappone, Germania e altri alleati del dopoguerra è usato da Zbigniew Brzezinski nel suo libro The Grand Chessboard: American Primacy and its Geostrategic Imperatives, New York, Basic Books, 1997.

7 La migliore descrizione di questo nuovo ruolo di creazione senza fine del debito, appoggiata dalla potenza militare USA, come fondamento della dominazione americana vede un eccellente personale racconto nel significativo lavoro di Michael Hudson, Super Imperialism: The Economic Strategy of American Empire, London, Pluto Press, 2nd Ed.2003, www.michael-hudson.com. p.289 ff.

8 Vedi Engdahl, op.cit., pp.130-141 per un insolito racconto del ruolo dell'allora segretario di Stato Kissinger negli eventi che portarono ad una crescita dei prezzi OPEC del petrolio del 400% nel 1974.

9 Anderson, Robert O., cited in Greider, William, Secrets of the Temple: How the Federal Reserve runs the country, Simon & Schuster, New York, 1987, p. 648.

10 Rockefeller, John D. III, The Second American Revolution, Harper & Row, New York, 1973.

F. William Engdahl è l'autore di A Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order,Pluto Press. Il suo libro più recente pubblicato da Global Research è Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation, www.GlobalResearch.ca.


Titolo originale: "The Financial Tsunami: The Financial Foundations of the American Century"

Fonte: www.globalresearch.ca/
Link
16.01.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di STIMIATO
da http://www.comedonchisciotte.org/site/modu...rticle&sid=4287

orso in piedi

seconda parte

LO TSUNAMI FINANZIARIO: IL DEBITO IPOTECARIO SUBPRIME

DI F.WILLIAM ENGDAHL
Global Research

Parte 1: la dolorosa lezione della Deutsche Bank

Perfino i miei amici esperti banchieri mi assicurano che a parer loro il momento peggiore del cataclisma da cui sono state colpite le banche statunitensi è oramai superato, e che la situazione sta lentamente tornando alla normalità. Ma nel loro roseo ottimismo manca la percezione dell'ampiezza del deterioramento in atto sul mercato mondiale del credito, che ruota attorno al mercato americano dei titoli garantiti, e in particolare a quello delle COD (Collateralized Debt Obligations) e delle CMO (Collateralized Mortgage Obligations). Ogni attento lettore ha senz'altro sentito dire "Si tratta di una crisi del mercato statunitense del debito ipotecario subprime". Ma quasi nessuno di quelli che conosco ha capito che il problema dei subprime è solo la punta di un colossale iceberg, ora in lento scioglimento. Vi faccio un esempio recente per spiegarvi la mia convinzione che lo "tsunami finanziario" stia solo cominciando.

Pochi giorni orsono la Deutsche Bank ha subito un rude colpo quando un giudice dell'Ohio (USA) ha emesso una sentenza in cui dichiara che la banca non ha il diritto legale di pignorare 14 case i cui proprietari non erano riusciti a rispettare le scadenze di rimborso del mutuo. Può sembrare roba di poco conto per la Deutsche Bank, che con 1,1 trilioni di euro di beni patrimoniali in tutto il mondo è una delle banche più grandi. Come direbbe Hilmar Kopper, "noccioline". Ma per il mondo bancario anglosassone e per i suoi alleati europei (Deutsche Bank, BNP Paribas, Barclays Bank, HSBC, e altri) non si tratta affatto di noccioline. Perché?



C.A. Boyko, un giudice statunitense del distretto federale di Cleveland (Ohio) ha respinto una richiesta della Deutsche Bank National Trust Company. La sussidiaria americana della Deutsche Bank stava cercando di pignorare 14 case abitate da residenti di Cleveland, per poterle includere tra i propri beni patrimoniali.

Ed ecco il sassolino nell'ingranaggio. Il giudice ha chiesto alla Deutsche Bank di esibire i documenti che provavano il diritto legale sulle 14 case, e la banca non ha potuto farlo. Tutto quello che i legali della DB potevano esibire era un documento che mostrava solo un "intento di far valere i diritti nell'ipoteca", ma non l'ipoteca vera e propria, elemento fondamentale dei diritti di proprietà in Occidente sin dai tempi della Magna Charta.

E perché la Deutsche Bank non poteva esibire le 14 ipoteche sulle 14 case? Perché viviamo nell'esotico nuovo universo della "cartolarizzazione globale", in cui banche come la DB o Citigroup comprano decine di migliaia di ipoteche da piccole banche di credito locali, le "raggruppano" in nuove emissioni Jumbo - che ricevono poi un rating di Moody, Standard & Poors o Fitch - e le rivendono come obbligazioni ai fondi pensionistici, ad altre banche o agl'investitori privati, ingenuamente convinti di stare acquistando obbligazioni con un rating AAA (il più alto) e ignari che il loro pacchetto di, diciamo, 1.000 differenti ipoteche immobiliari, contiene forse un 20% di prestiti "subprime", con una qualità di credito dubbia.

I profitti ricavati negli ultimi sei anni dai più grandi operatori del mercato finanziari – da Goldman Sachs a Morgan Stanley, a HSBC, a Chase, e, proprio così, alla Deutsche Bank – erano d'altronde così strabilianti che ben pochi si sono presi il disturbo di esaminare a fondo i rischiosi modelli usati dai professionisti che li avevano messi a punto. E di certo non le tre grandi società di rating, responsabili di un criminale conflitto d'interessi nell'assegnare i punteggi. Lo scorso agosto la situazione è bruscamente cambiata e da allora, una dopo l'altra, le più importanti banche hanno pubblicato rapporti sulle disastrose perdite legate ai subprime.

Un nuovo imprevisto fattore

La sentenza dell'Ohio che ha respinto la richiesta della DB di pignorare e mettere le mani su 14 case a causa del mancato pagamento delle rate è molto più di un semplice sfortunato incidente della banca di Josef Ackermann. È un precedente disastroso per tutte le banche che posseggono quella che avevano pensato fosse una garanzia sotto forma di bene immobiliario.

Come mai? Perché la complessa struttura dei titoli garantiti e la proprietà largamente frazionata dei titoli ipotecari (non le ipoteche vere e proprie ma solo i titoli basati su tali ipoteche) non permette a nessuno di sapere chi esattamente possiede il documento ipotecario fisico. Oplà. Un piccolo dettaglio legale che i nostri superesperti di strumenti derivati di Wall Street hanno ignorato quando, negli ultimi sei o sette anni, si sono dedicati a raggruppare e distribuire centinaia di milioni di dollari di CMO. A gennaio 2007 negli Stati Uniti erano in circolazione 6,5 trilioni di dollari in crediti ipotecari cartolarizzati. Troppo, qualunque sia il criterio di misura!

Nel caso dell'Ohio, la Deutsche Bank agisce come "curatore" del "pool di cartolarizzazione", o dei gruppi di investitori vari che possono essere dovunque. Ma il curatore non ha mai posseduto il documento legale noto come "ipoteca". Il giudice Boyko ha ordinato alla DB di provare che era il possessore dell'ipoteca o dei titoli, e la banca non ha potuto farlo. La DB ha solo potuto affermare che in casi simili le banche avevano ottenuto il pignoramento per anni, senza nessuna opposizione. Il giudice ha quindi affermato che le banche "sembrano aver adottato il punto di vista secondo cui, poiché è stata usata per tanto tempo senza obiezioni, la procedura equivale all'approvazione legale. Messa finalmente alla prova" - ha concluso il giudice - "i deboli argomenti legali a sostegno spingono questa corte a bloccarla". La Deutsche Bank ha rifiutato di commentare la decisione.

E adesso?

Mentre le informazioni su questo precedente legale si diffondono negli USA come un incendio forestale in California, centinaia di migliaia di pugnaci proprietari che avevano abboccato all'esca in tempi di tassi d'interesse storicamente molto bassi e avevano comprato un casa – spesso senza caparra e con un piano ARM (Adjustable Rate Mortgages) di "soli interessi", caratterizzato da rimborsi estremamente ridotti per i primi due anni – si trovano adesso con rate del prestito salite alle stelle, fino al punto da spingere l'economia americana in una dura recessione (chiedo scusa per la quantità di abbreviazioni usate, ma è colpa dei banchieri di Wall Street, non mia).

Il picco della bolla immobiliare statunitense (iniziata all'incirca nel 2002, quando Alan Greenspan aveva ripetutamente effettuato i più aggressivi tagli dei tassi nella storia della Federal Reserve) si è avuto nel 2005-2006. L'intento di Greenspan, come da lui stesso ammesso all'epoca, era quello di rimpiazzare la bolla delle azioni Dot.com con una bolla di investimenti e crediti immobiliari. Era infatti arrivato alla conclusione che non c'era altra scelta, se si voleva evitare una profonda recessione dell'economia statunitense. Col senno di poi, una recessione nel 2002 sarebbe stata di gran lunga più moderata e meno dannosa di quella che stiamo affrontando adesso.

Naturalmente, nel frattempo Greenspan si è confortevolmente ritirato, ha scritto le sue memorie e ha passato il controllo del (e i rimproveri per il) pasticcio a un giovane ex professore di Princeton, Ben Bernanke. Essendomi laureato proprio a Princeton, lasciatemi dire che non affiderei mai e poi mai la politica monetaria della più potente banca centrale al mondo a un professore di economia di Princeton. Lasciamoli nelle loro torri d'avorio.

L'ultima fase delle bolle speculative è sempre quella in cui l'istinto animale si scatena. È stato così in tutti i casi più importanti, dalla speculazione Holland Tulip negli anni intorno al 1630 a quella del South Sea del 1720, fino al crollo di Wall Street nel 1929. Ed è stato così anche con la bolla speculativa immobiliare del 2002-2007. Negli ultimi due anni del boom delle vendite di mutui immobiliari, le banche erano sicure di poter rivendere le ipoteche a qualche istituto finanziario di Wall Street, che le avrebbe poi unite a migliaia di altre ipoteche, migliori o peggiori, e rivendute come obbligazioni ipotecarie garantite. In preda all'ingordigia, le banche diventavano sempre meno attente alla solvibilità finanziaria dei potenziali proprietari, e in molti casi non si preoccupavano nemmeno di controllare se il cliente aveva un lavoro. Chi se ne fregava? L'ipoteca sarebbe stata rivenduta e cartolarizzata, e poi il rischio di operazioni in sofferenza era storicamente basso.

Eravamo nel maggio 2005. La maggior parte dei prestiti ipotecari subprime con la formula ARM è stata emessa nel 2005-2006, l'ultima e più furiosa fase della bolla statunitense. Una nuova ondata di ipoteche in sofferenza si prepara dunque a irrompere sulla scena agl'inizi del 2008: tra dicembre 2007 e luglio 2008 gl'interessi di oltre 690 miliardi di dollari di ipoteche schizzeranno verso l'alto, come previsto dai termini dei contratti ARM stipulati due anni orsono. E ciò significa che i tassi d'interesse sul mercato faranno innalzare di botto le quote di rimborso mensile, proprio quando la recessione provoca un ribasso delle entrate. Centinaia di migliaia di persone saranno costrette a ricorrere all'ultima risorsa di tutti i proprietari: sospendere i pagamenti mensili.

Ed è qui che la decisione della corte dell'Ohio farà in modo che la prossima fase della crisi dei mutui statunitensi assuma le dimensioni di uno tsunami. Se il precedente della Deutsche Bank viene confermato in appello dalla Corte suprema, milioni di proprietari saranno in difetto, ma le banche non potranno usare le case come garanzia patrimoniale da rivendere. Robert Shiller di Yale, controverso e spesso corretto autore del libro Irrational Exuberance (che prevedeva il crollo delle Dot.com nel 2001-2002) stima che in certe aree del paese i prezzi delle case potrebbero crollare anche del 50%, visto il crescente differenziale tra prezzi di acquisto e di affitto.

I 690 miliardi di dollari di "soli interessi" degli ARM in scadenza da adesso a luglio 2008 sono in massima parte non proprio dei subprime ma qualcosa di leggermente, però solo leggermente, migliore. Secondo la First American Loan Performance, un'agenzia di ricerche americana, sono stati emessi contratti ARM di "soli interessi" per un valore di 1,4 trilioni di dollari. Un recente studio ha calcolato che, siccome nei prossimi 9 mesi questi ARM avranno costi d'interesse estremamente più alti, oltre 325 miliardi di dollari di mutui andranno in sofferenza, lasciando 1 milione di proprietari tecnicamente in difetto. Ma se le banche sono impossibilitate a usare le case come valori per controbilanciare i mutui ipotecari in perdita, il sistema bancario statunitense e buona parte di quello mondiale dovranno far fronte a un caos finanziario al cui confronto gli avvenimenti attuali sembreranno vere "noccioline". Discuteremo le implicazioni geopolitiche mondiali della situazione nel nostro prossimo articolo, Lo tsunami finanziario: parte 2.

F. William Engdah, autore di A Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order, è un ricercatore associato del CRG (Centre for Research on Globalization). Il suo libro più recente, appena pubblicato da Global Research, è Seeds of Destruction, The Hidden Agenda of Genetic Manipulation.

Fonte: www.globalresearch.ca
Link: www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=7413
23.11.07

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura DI CARLO PAPPALARDO

da http://www.comedonchisciotte.org/site/modu...rticle&sid=4003

orso in piedi

LO TSUNAMI FINANZIARIO, PARTE III: IL GRANDE PROGETTO DI GREENSPAN

DI F.WILLIAM ENGDAHL
Global Research

Il programma a lungo termine di Greenspan

Sette anni di "terapia d'urto" monetaria di Volcker hanno alimentato una crisi dei pagamenti in tutto il Terzo mondo. Miliardi di dollari di debiti riciclati in petrodollari, prestati dalle maggiori banche di New York e Londra per finanziare le importazioni di petrolio dopo l'impennata dei prezzi degli anni '70, sono improvvisamente diventati inesigibili.

Lo scenario è così pronto per la successiva fase del programma di liberalizzazione finanziaria di Rockefeller, che dovrebbe rivoluzionare la natura stessa della valuta: la rivoluzione della "nuova finanza" di Greenspan.

Molti analisti dell'era di Greenspan guardano l'aspetto sbagliato del suo ruolo e lo giudicano in primo luogo un servitore pubblico, che ha commesso, è vero, degli errori ma che in ultima analisi ha sempre salvato l'economia e le banche del paese con straordinarie operazioni di gestione della crisi finanziaria, tali da meritargli il soprannome di Maestro [1].

Il Maestro serve il Trust monetario

Come tutti i direttori del consiglio di amministrazione della FED, Alan Greenspan è stato accuratamente scelto per essere un leale servitore dei suoi attuali proprietari, una rete di banche d'investimento che creò la Federal Reserve e la fece approvare, il giorno prima delle vacanze di Natale del 1913, da un Congresso praticamente vuoto. Nella sentenza Lewis v. United States la corte d'appello statunitense del 9° circuito [NdT: il sistema statunitense dispone di 13 "circuiti di corte d'appello". Il nono è il più importante: ha sede a S. Francisco, si riunisce a Seattle, Portland, San Francisco e Pasadena, ed è competente per Alaska, Arizona, California, Hawaii, Idaho, Montana, Nevada, Oregon e Washington] ha dichiarato che "le Banche federali di riserva [NdT: la FED comprende tra l'altro 12 Federal Reserve Banks regionali con sede in differenti città del paese] non sono strumenti federali... ma strutture indipendenti, private e controllate a livello locale". [2]

L'intera gestione di Greenspan come direttore della FED è stata dedicata a favorire la volontà di dominio del mondo finanziario americano in una nazione la cui base economica generale era già stata in buona parte distrutta dopo il 1971.

Greenspan sapeva chi doveva ringraziare e ha servito lealmente quello che nel 1913 il congresso statunitense definì il "Trust monetario": una banda di grossi finanzieri che abusano del loro potere pubblico per controllare una parte del mondo industriale.

Particolare interessante, molti dei protagonisti finanziari che nel 1913 avevano partecipato alla creazione della FED sono oggi al centro delle operazioni di conversione dei debiti in titoli negoziabili. Tra questi Citibank e J.P. Morgan, che insieme hanno la maggioranza azionaria della New York Federal Reserve Bank, la chiave di volta del sistema.

Un altro azionista poco noto della New York Fed è la DTC (Depository Trust Company), il più grande sistema di deposito accentrato al mondo [NdT: Un Central Securities Depository è una struttura che custodisce i titoli, in forma materiale o immateriale, cioè solo su supporto elettronico, e che di solito elabora le transazioni]. Basata a New York, la DTC custodisce oltre 2,5 milioni di titoli di proprietà e titoli di credito societari o municipali, USA e non USA, di oltre 100 paesi, per un valore complessivo superiore ai 36 trilioni di dollari. Ogni anno l'azienda e le sue affiliate gestiscono transazioni di titoli per un valore superiore a 1,5 quadrilioni di dollari. Niente male per una struttura di cui la maggior parte di noi non ha mai sentito parlare. Negli USA, la Depository Trust Company ha il monopolio di quest'attività: ha semplicemente comprato tutti i concorrenti. Ecco in parte spiegato come mai New York è stata in grado di dominare i mercati finanziari di tutto il mondo anche dopo che l'economia statunitense si era quasi interamente trasformata in economia da area "postindustriale" abbandonata.

I puristi del libero mercato e i dogmatici adepti di Ayn Rand, il recente amico di Greenspan, accusano il responsabile della FED d'interventismo predatorio, ma in realtà esiste un filo conduttore comune che attraversa tutte le maggiori crisi finanziarie dei suoi 18 anni di gestione della FED: l'uso delle successive crisi, nei suoi diciotto anni come dirigente della più importante istituzione finanziaria al mondo, per ampliare e consolidare l'influenza della finanza statunitense sull'economia mondiale, quasi sempre con gravi danni per quest'ultima e per il benessere generale della popolazione.

In ciascun caso – che si trattasse del crollo della borsa nel 1987, della crisi asiatica del 1997, dell'insolvibilità dello stato russo nel 1998 e del conseguente collasso dell'LTCM [NdT: Long-Term Capital Management: un fondo d'investimento in strumenti finanziari liquidi creato nel 1994 da Meriwether, ex vicedirettore della Salomon Brothers. Nei primi anni permise guadagni di oltre il 40% annuo, ma nel 1998 perse 4,6 miliardi di dollari in meno di quattro mesi. Dal 2000 è citato come esempio dei rischi insiti in questo tipo di fondi d'investimento], del rifiuto di apportare modifiche tecniche ai margini di copertura controllati dalla FED per raffreddare la bolla speculativa delle dot.com [NdT: aziende di servizi che svolgono affari tramite un sito internet], o del sostegno ai crediti a tasso variabile (quando sapeva benissimo che erano al minimo) - Greenspan ha sfruttato le successive crisi, molte delle quali erano state provocate soprattutto dalle sue largamente ascoltate opinioni e dalla politica dei tassi, per portare avanti un piano di globalizzazione e liberalizzazione delle norme di mercato che non ostacolasse le operazioni delle più importanti istituzioni finanziarie.

Il gioco delle crisi a ripetizione

Ecco il senso recondito della crisi che oggi imperversa sui mercati di capitale negli USA e nel mondo. I 18 anni di gestione di Greenspan possono essere descritti come un susseguirsi di crisi, sempre più gravi, dei mercati finanziari per consentire di arrivare all'obiettivo finale del Trust monetario che ha messo a punto l'agenda del responsabile della FED. Resta a questo punto da chiarire se la rivoluzione delle operazioni di conversione dei debiti in titoli negoziabili non sia stato un "passo troppo lungo" che porterà per molti decenni alla fine del dominio mondiale del dollaro e delle istituzioni finanziarie legate a questa valuta.

La decisa opposizione di Greenspan a ogni tentativo del Congresso d'imporre un minimo di norme sul commercio di derivati non regolamentati [NdT: chiamati OTC: sono transazioni eseguite al di fuori dei mercati ufficiali, o attraverso schemi differenti da quelli ufficiali] tra banche o sui margini di copertura per l'acquisto di azioni allo scoperto, il ripetuto appoggio alla cartolarizzazione di prestiti ipotecari subprime [NdT: mutui concessi da aziende specializzate a soggetti che non offrono le garanzie di solvibilità richieste dalle banche] di bassa qualità e alto rischio, l'incessante e pluridecennale opera per indebolire, e infine abolire, le restrizioni Glass-Steagall sulle banche che possedevano banche d'investimento e società assicurative [NdT: Il Glass-Steagall Act, approvato per risolvere i problemi nati con la crisi del 1929, fissava norme per controllare le speculazioni bancarie: alcune norme sono state abolite nel 1980, altre nel 1999], il sostegno al drastico taglio delle tasse che ha fatto esplodere il deficit federale dopo il 2001, la decisa presa di posizione a favore della privatizzazione del Social Security Trust Fund [NdT: Fondo fiduciario della sicurezza sociale], in modo da poter incanalare un flusso di cassa di vari trilioni di dollari verso i suoi amici della finanza di Wall Street: tutti esempi di perfetta esecuzione di quella che oggi alcuni definiscono la rivoluzione della cartolarizzazione, la creazione del mondo della Nuova finanza, in cui i rischi saranno sottratti alle banche e sparsi dappertutto, al punto da non permettere più a nessuno di capire dove si trovino realmente.

Quando nel 1987 tornò a Washington, Alan Greenspan, l'uomo prescelto dal mondo finanziario e dalle più importanti banche per mettere in atto la Grande strategia, era un consulente di Wall Street che annoverava tra i suoi clienti anche l'influente J.P. Morgan Bank. Prima di entrare in carica come capo della FED, Greenspan era stato anche nei consigli di amministrazione di alcune delle più importanti corporazioni statunitensi, incluse la Mobil Oil Corporation, la Morgan Guaranty Trust Company e la JP Morgan & Co. Inc. Il suo primo test sarebbe stato, nell'ottobre 1987, la manipolazione dei mercati azionari grazie agli allora innovativi mercati derivati.

Il paradigma di Greenspan del 1987

Nell'ottobre 1987 Greenspan operò il salvataggio del mercato azionario dopo il crollo del 20 ottobre, iniettando grandi masse di liquidità per sostenere le quotazioni e impegnandosi segretamente in manipolazioni del mercato con acquisti di strumenti derivati sull'indice azionario di Chicago, garantiti dalla disponibilità di fondi della FED. Dopo gli avvenimenti dell'ottobre 1987, la FED ha effettuato frequenti operazioni a favore dei più importanti operatori sul mercato, che erano, per usare il suo gergo, TBTF (troppo grandi per fallire). E non aveva nessuna importanza che la banca avesse rischiato decine di miliardi speculando in baht tailandesi o sui margini azionari dei dot.com. Greenspan aveva messo ben in chiaro che se c'erano problemi di liquidità lui era lì per sostenere i suoi amici banchieri.

Il crollo dell'ottobre 1987, che vide la più ampia perdita di punti (ben 508) del Dow Jones Industrial Average [NdT: uno dei vari indici del mercato azionario, che si basa attualmente su 30 tra le maggiori società per azioni statunitensi, in massima parte non industriali nonostante il suo nome] mai avvenuta in un solo giorno, fu aggravato dai nuovi modelli di transazione informatica, basati sulla cosiddetta Black-Sholes Option Pricing theory [NdT: modello matematico del mercato che calcola il prezzo dei titoli con un processo stocastico], derivati di quote azionarie valutati e trattati proprio come fatto in precedenza con i contratti a termine.

Il crollo del 1987 mise in evidenza il fatto che sui mercati mancava una vera liquidità, proprio quando era necessaria. Tutti i gestori di fondi tentarono di fare la stessa cosa e nello stesso momento: vendere allo scoperto i contratti a termine su indice di borsa, nel futile tentativo di coprire le posizioni azionarie.

Secondo Stephen Zarlenga, un trader che lavorava sulla piazza di New York nei giorni di crisi del 1987, "Praticarono enormi sconti sul mercato dei contratto a termine... Gli arbitraggisti che avevano comprato i contratti a termine da loro a prezzi estremamente ridotti rivendettero poi i titoli garantiti, deprimendo i mercati a pronto, alimentando il processo e azzerando in effetti il mercato".

Continua Zarlenga "Alcune delle più importanti società di Wall Street scoprirono che non erano in grado d'impedire ai sistemi informatici preprogrammati d'impegnarsi automaticamente nelle operazioni con strumenti derivati. Secondo rapporti riservati, furono obbligate a scollegare o tagliare i collegamenti ai computer, o comunque a trovare altri mezzi per impedirne l'alimentazione (si racconta che siano state usate le asce da pompiere dei punti antincendio), dato che era impossibile spegnerli e continuavano a mandare ordini direttamente alle borse.

"Lunedì e martedì, il New York Stock Exchange prese seriamente in considerazione l'ipotesi di chiudere completamente le trattazioni per qualche giorno o settimana e non ne fece mistero... Fu a questo punto che Greenspan rilasciò un insolito annuncio, comunicando in termini molto netti che la FED avrebbe concesso ai broker tutto il credito necessario. Era un momento critico, dato che la nomina a metà 1987 di Greenspan come direttore della FED era stata una delle ragioni principali delle massicce svendite del mercato".[3]

Il punto veramente significativo nel crollo repentino dell'ottobre 1987 non fu l'ampiezza della caduta ma il fatto che il 20 ottobre la FED, senza renderlo pubblico, sia intervenuta, attraverso gli amici di Greenspan nella banca newyorkese J.P. Morgan e altre, per pilotare il recupero azionario sfruttando un nuovo strumento finanziario, i prodotti derivati.

La causa apparente del recupero del mercato nell'ottobre 1987 si ebbe quando le principali azioni del MMI future (Major Market Index) del NYSE, con base a Cicago, cominciarono ad essere trattate a premio, in un momento in cui le operazioni sulle altre azioni Dow venivano sospese l'una dopo l'altra.

La tendenza cominciò a invertirsi. Gli arbitraggisti comprarono i titoli garantiti, riaprendone la contrattazione, e vendettero i contratti a termine sopra la pari. Si constatò più tardi che erano bastati 800 contratti sui contratti a termine MMI per creare il premio e avviare il recupero. Greenspan e i suoi amici di New York avevano messo a punto un recupero artificiale usando gli stessi modelli di operazione sui prodotti derivati ma al contrario. Era l'alba della nuova era dei derivati finanziari.

Storicamente, almeno così la pensavano i più, il ruolo della FED, che tra l'altro controllava la valuta, era quello di agire come supervisore indipendente delle banche più importanti per garantire la stabilità del sistema bancario e prevenire il ripetersi del panico degli anni '30, soprattutto agendo come "estrema risorsa di finanziamento".

Con l'avvento di Greenspan, dall'ottobre 1987 in poi la FED è invece diventata sempre di più la "principale risorsa di finanziamento": ha considerato che il suo compito di aiutare le istituzioni finanziarie in difficoltà non doveva limitarsi solo ad aiutare le banche (come previsto dal mandato di supervisore del sistema bancario) ma anche di sostenere artificialmente i mercati azionari, come nel 1987, o il bailout [NdT: nel sistema statunitense, l'uso di fondi societari per pagare gli azionisti, con un'imposta sugli utili di capitale estremamente favorevole, senza intaccare l'interesse] dei fondi comuni d'investimento speculativo, come nel caso della crisi di liquidità dell'hedge fund [NdT: un fondo d'investimento che opera in modo rischioso con i capitali d'investitori privati] LTCM nel settembre del 1998.

L'ultimo lascito di Greenspan sarà quello di affidare alla FED, e quindi ai contribuenti statunitensi, la funzione di ultima risorsa di finanziamento per salvare le banche e le istituzioni finanziarie più importanti, l'attuale Trust monetario, dopo la dissoluzione della bolla da vari trilioni di dollari della cartolarizzazione ipotecaria.

All'epoca dell'abolizione della legge Glass-Steagall nel 1999, un evento di portata storica relegato nelle ultime pagine finanziarie, la FED di Greenspan aveva già messo bene in chiaro che era pronta a venire in aiuto di ogni nuova avventura del mondo finanziario statunitense, per quanto arrischiata e dubbia potesse essere. Tutto era pronto per la rivoluzione della cartolarizzazione.

Non era una pura coincidenza. La politica lassista della FED nella supervisione e nel controllo bancario dopo il 1987 era cruciale per poter attuare il piano per una più ampia liberalizzazione e cartolarizzazione finanziaria che Greenspan aveva già delineato nel suo primo intervento al Congresso nell'ottobre 1987.

Il 18 novembre 1987, solo tre settimane dopo il crollo azionario di ottobre, Alan Greenspan affermava dinanzi al comitato bancario della Camera dei rappresentanti USA che "... l'abolizione della legge Glass-Steagall rappresenterà un importante beneficio pubblico, coerente con un aumento gestibile del rischio". [4]

Greenspan continuerà a ripetere questa stessa litania fino all'abolizione completa della legge, nel 1999.

Il sostegno della FED di Greenspan a un trattamento non controllato degli strumenti derivati finanziari dopo il crollo del 1987 è stato uno dei motivi dell'esplosione globale del volume nominale di operazioni. Il mercato globale degli strumenti derivati è aumentato del 23,102% dopo il 1987, raggiungendo lo strabiliante totale di 370 trilioni di dollari a fine 2006. I volumi nominali erano inspiegabili.

Eliminare le restrizioni della legge Glass-Steagall

Uno dei primi obiettivi di Greenspan come direttore della FED era eliminare il Glass-Steagall Act, qualcosa per cui i suoi vecchi amici della J.P.Morgan e della Citibank si stavano attivamente battendo. [5]

Il Glass-Steagall Act, ufficialmente il Banking Act del 1933, aveva separato le banche commerciali dalle banche d'investimento di Wall Street e le assicurazioni, allo scopo, in origine, di controllare tre grossi problemi che negli anni '30 avevano ingigantito l'ondata di fallimenti bancari e la depressione.

Le banche investivano i propri attivi in titoli, con il conseguente pericolo per i depositi commerciali e di risparmio in caso di crollo delle azioni, e concedevano finanziamenti rischiosi per fare artificiosamente salire il valore di titoli selezionati o la posizione finanziaria di società nelle quali avevano investito i propri attivi. La partecipazione finanziaria nella proprietà, quotazione, e distribuzione di titoli spingeva inevitabilmente i responsabili delle banche a consigliare ai propri clienti d'investire in titoli che le stesse banche avevano interesse a vendere. Si trattava di un abnorme conflitto d'interessi e un invito alla frode e agli abusi.

Le banche che offrivano servizi d'investimento bancario e fondi comuni aperti [NdT: fondi comuni d'investimento che emettono nuove quote in via continuativa, che possono essere riscattate a richiesta] erano esposte a conflitti d'interesse e ad altri abusi che potevano danneggiare i clienti (inclusi risparmiatori, correntisti e banche corrispondenti). Attualmente, senza più le restrizioni del Glass-Steagall Act, le banche che propongono obbligazioni ipotecarie garantite e prodotti di questo tipo attraverso strumenti specifici da loro posseduti, e appositamente creati per lasciare il rischio "fuori dai libri contabili", si rendono complici di quello che passerà probabilmente alla storia come il più colossale bidone di tutti i tempi: la frode della cartolarizzazione dei subprime.

Nella sua storia della grande crisi del '29, l'economista John Kenneth Galbraith afferma: "il Congresso era preoccupato che le banche commerciali in genere e le banche della FED in particolare avessero aggravato e fossero al tempo stesso vittime del declino del mercato azionario, in parte a causa del loro coinvolgimento, diretto o indiretto, nello scambio e nel possesso di titoli speculativi".

"La storia legislativa del Glass-Steagall Act", continua Galbraith, "mostra che il Congresso si preoccupava, e si era più volte occupato, dei pericoli più subdoli che nascono quando una banca commerciale comincia ad agire come fiduciario o gestore e svolge attività di banca d'investimenti, sia direttamente sia creando una filiale che detiene e vende investimenti particolari". Galbraith nota che "nel 1929 una sola società d'investimenti (Goldman, Sachs & Company) aveva gestito e venduto titoli per quasi in miliardo di dollari attraverso tre fondi d'investimento chiusi [NdT: fondi comuni d'investimento a capitale fisso, raccolto al momento della creazione, le cui azioni non possono essere riscattate a richiesta ma vengono trattate solo in borsa]: Goldman Sachs Trading Corporation, Shenandoah Corporation, e Blue Ridge Corporation. Il valore di tutte e tre scese praticamente a zero".

Operazione smantellamento

Le maggiori banche del centro finanziario di New York avevano da tempo in mente di far eliminare le restrizioni imposte nel 1933 dal Congresso. E Alan Greenspan, nella sua veste di direttore della FED, era l'uomo adatto. Con in prima linea la Chase Manhattan Bank di Rockefeller e la Citicorp di Sanford Weill, avevano speso centinaia di milioni di dollari in azioni di lobby e in contributi alle campagne d'influenti congressisti per arrivare ad abolire le restrizioni dell'epoca della depressione sulle banche e la sottoscrizione di azioni.

L'abrogazione aprì dal 2001 la porta alla rivoluzione della cartolarizzazione.

Il 6 ottobre 1987, nemmeno due mesi dopo la sua nomina e solo pochi giorni prima del più grande crollo del New York Stock Exchange mai avvenuto in un solo giorno, Greenspan dichiarò al Congresso che le banche statunitensi, punite dalle nuove tecnologie e "bloccate" in una struttura normativa creata oltre 50 anni prima, stavano perdendo la battaglia della competitività con le altre istituzioni finanziarie e avevano bisogno di nuovi poteri per poter ristabilire l'equilibrio: "I principali prodotti forniti dalle banche, la valutazione del credito e la diversificazione del rischio, sono meno competitivi oggi di quanto non lo fossero 10 anni or sono".

All'epoca, il New York Times sottolineò che "Greenspan è da tempo molto più favorevole alla liberalizzazione del sistema bancario di quanto non lo fosse il suo predecessore alla guida della FED, Paul A. Volcker". [6]

Quel 6 ottobre 1987, la dichiarazione di Greenspan dinanzi al Congresso, la prima come responsabile della FED, fu un segnale importante per capire la continuità della politica che si accingeva a mettere in opera con l'obiettivo di arrivare alla rivoluzione della cartolarizzazione di questi ultimi anni, la rivoluzione della cartolarizzazione della Nuova Finanza. Per citare ancora una volta l'articolo del New York Times "Nel denunciare la perdita di capacità competitiva delle banche, Greenspan ha puntato il dito contro quella che ha definito una struttura normativa 'troppo rigida', colpevole di limitare la disponibilità di un servizio efficiente per i consumatori e di bloccare la concorrenza. Ma ha poi indicato un altro sviluppo di 'particolare importanza': il modo in cui i progressi nelle tecnologie di trattamento dati e di telecomunicazione hanno permesso ad altri gruppi di usurpare il ruolo tradizionale delle banche e degl'intermediari finanziari. In altre parole, viene messo a repentaglio il maggior contributo economico della banca, che rischia i propri soldi in prestiti basati sulle sue migliori informazioni per quel che riguarda la solidità di chi richiede un finanziamento".

Il Times citava Greenspan a proposito della sfida posta dai cambiamenti tecnologici a un sistema bancario moderno: "Enormi database online, incredibili capacità di calcolo e possibilità di telecomunicazione consentono di ottenere quasi istantaneamente informazioni sul credito e sul mercato che consentono al finanziatore di condurre un'analisi personale della validità del credito e di sviluppare e mettere in opera complesse strategie commerciali per proteggersi dal rischio, ha dichiarato Greenspan. E questo, ha aggiunto, ha provocato un danno permanente alla 'competitività delle istituzioni di deposito [NdT: tutte le istituzioni autorizzate ad accettare depositi dal pubblico e a usarlo per operazioni di credito] ed espanderà il vantaggio concorrenziale del mercato nei titoli cartolarizzati' come i portafogli commerciali [NdT: l'insieme dei titoli che hanno alla base un credito effettivo, ma negli ultimi tempi anche titoli di credito emessi da banche o aziende e venduti ad altre aziende o privati per finanziarsi], i titoli ipotecari di passaggio [NdT: titoli di investitori privati che sono quote di titoli in pool. L'investitore riceve mensilmente interessi e parte del capitale, man mano che il prestito viene rimborsato] o addirittura prestiti auto".

Greenspan concludeva "La nostra esperienza ci suggerisce che il sistema più efficace per separare una banca dalle attività finanziarie o commerciali affiliate consiste in una struttura di società di partecipazione". [7] Ora, nel caso di una holding bancaria, il Federal Deposit Insurance fund, un pacchetto di contributi che garantisce i depositi bancari fino a un massimo di 100.000 dollari a conto, interviene solo nelle attività della banca principale e non in quelle delle varie società sussidiarie create per trattare esotici hedge fund o altri meccanismi fuori contabilità. In una crisi come l'inestricabile pasticcio delle cartolarizzazioni, l'assicuratore del rischio bancario, e l'estrema risorsa di finanziamento, risulta in ultima analisi essere il contribuente statunitense.

La battaglia al Congresso fu dura, e andò avanti fino a quando la legge non venne completamente abrogata nel 1999, all'epoca di Clinton, che nel novembre di quell'anno regalò a Sanford Weill, il potente boss della Citicorp, la penna usata per firmare l'atto di abrogazione del Gramm-Leach-Bliley Act. Il meno che si possa dire è che per un presidente democratico si trattò di un gesto quanto meno curioso.

Alan Greenspan fu l'uomo che svolse un ruolo fondamentale nel far avanzare nel Congresso il progetto di abrogazione della legge Glass-Steagall. Nella sua deposizione dell'11 febbraio 1999 dinanzi all'House Committee on Banking and Financial Services, dichiarò "Noi siamo favorevoli, già da molti anni, a profonde modifiche, come quelle previste dall'H.R. 10, al Glass-Steagall Act e al Bank Holding Company Act, in modo da eliminare le barriere legislative che impediscono l'integrazione delle attività bancarie, assicurative e finanziarie. Esiste un'unanimità pressoch� completa tra tutti gli attori interessati, pubblici o privati che siano, sulla necessità di rimuovere tali barriere. Sulla spinta tecnologica, sono proliferati nuovi prodotti che permettono la disaggregazione del rischio e combinano le caratteristiche dei prodotti bancari, assicurativi e finanziari in strumenti finanziari singoli".

Nella stessa occasione, Greenspan mise bene in chiaro che abrogare significa ridurre, non aumentare, i controlli sui nuovi conglomerati appena autorizzati, aprendo la strada all'attuale fallimento: "Mentre andiamo verso il XXI secolo, i resti della filosofia di controllo delle banche del XIX secolo spariranno. Sarà ancora necessario, ovviamente, sorvegliare e normare le banche, in buona parte perch� sono soggette alla rete di sicurezza. Io penso però che natura e portata degli sforzi in tal senso debbano essere più coerenti con le realtà di mercato. Inoltre, l'affiliazione con le banche non deve – e in realtà non può – portare alla definizione di norme di tipo bancario per la affiliate delle banche" (il corsivo è mio - f.w.e.). [8]

Il Congresso aveva approvato il Glass-Steagall Act proprio per smantellare le società bancarie di partecipazione, con i loro insiti conflitti d'interessi, che avevano fatto perdere il lavoro e la casa a decine di milioni di cittadini americani nella depressione degli anni '30.

‘…strategie inimmaginabili solo una decina di anni orsono…’

In un articolo sulla Goldman Sachs del giugno 2007, solo poche settimane prima che scoppiasse la crisi dei subprime, il New York Times aveva descritto il nuovo mondo finanziario nato dall'abrogazione del Glass-Steagall Act: "Mentre Wall Street continua a far soldi assistendo le aziende nelle fusioni e offrendole al pubblico, i veri soldi vengono fatti trattando e investendo capitali con una serie globale di prodotti e strategie inimmaginabili solo una decina di anni orsono". Si riferiva alla rivoluzione della cartolarizzazione.

Il Times citava Lloyd Blankfein, dirigente della Goldman Sachs, sull'universo della nuova cartolarizzazione finanziaria, degli hedge fund e dei derivati: “Abbiamo chiuso il cerchio: è esattamente quello che stavano facendo ai loro giorni Rothschilds o J. P. Morgan. Fu il Glass-Steagall Act a rappresentare un'aberrazione". [9]

Come la maggior parte dei banchieri e finanzieri di Wall Street, Blankfein considerava il New Deal un'aberrazione, e chiedeva apertamente di tornare ai giorni di J. P. Morgan e degli altri pescecani dell'era dorata di abusi degli anni '20. Il Glass-Steagall Act, l'aberrazione di Blankfein, venne infine definitivamente abrogato grazie a Bill Clinton. Goldman Sachs fu uno dei principali finanziatori della campagna di Clinton, al quale arrivò a mandare il suo dirigente Robert Rubin, prima, nel 1993, come "zar economico" e poi, nel 1995, come Segretario al Tesoro. E anche oggi, sotto il repubblicano Bush, la carica di Segretario al Tesoro è ricoperta da un altro ex dirigente della Goldman Sachs, Henry Paulson. Il potere dei soldi non conosce partiti politici.

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Nell'ottobre 2007 Robert Kuttner, cofondatore dell'Economic Policy Institute, ha testimoniato dinanzi al Committee on Banking and Financial Services del congressista Barney Frank, ricordando lo spettro della Grande depressione:

“Dopo l'abrogazione del Glass Steagall Act nel 1999, e dopo oltre un decennio d'incursioni de facto, le grandi banche sono state capaci di dare nuovamente vita agli stessi conflitti strutturali d'interesse che erano endemici negli anni '20: finanziamenti agli speculatori, impacchettare e cartolarizzare crediti per poi rivenderli all'ingrosso o al dettaglio, caricando costi a ogni successivo passaggio. E per gli analisti bancari molti di questi titoli sono ancora più difficili da interpretare dei rispettivi equivalenti degli anni '20. In molti casi il titolo non esiste fisicamente, e l'intero processo è gestito da computer con formule automatiche". [10]

Nelle settimane in cui si cominciava appena a parlare della crisi dei subprime, Thomas Kostigen, commentatore del Dow Jones Market Watch, aveva scritto un articolo sottolineando il ruolo dell'abrogazione del Glass-Steagall Act nell'aprire le porte alla valanga di frodi, manipolazioni e eccessi di leverage dei crediti nell'espansione mondiale della cartolarizzazione:

"C'è stato un tempo in cui banche e intermediari erano entità separate, cui era vietato unirsi per timore di conflitti d'interesse, miscugli finanziari, monopolio dei mercati, o tutti questi fattori.

Nel 1999, la legge che vietava l'unione di banche e intermediari, il Glass-Steagall Act del 1933, venne abrogata, ed ecco che i supermercati finanziari sono cresciuti fino a divenire quelle entità che conosciamo coi nomi di Citigroup, UBS, Deutsche Bank, e altri. Ma ora che le banche sono andate a impantanarsi nei loro crediti ipotecari di cattiva qualità, è interessante domandarsi se, con la legge Glass-Steagall ancora in vigore, le conseguenze sarebbero state così distruttive per i restanti mercati finanziari.

La diversità è sempre stata la strada per abbassare il rischio. E il Glass-Steagall Act aveva creato la diversità separando i poteri finanziari: banche e intermediari. La legge era stata approvata dal Congresso per vietare alle banche di possedere società d'intermediazione a servizio completo, e viceversa, in modo che le attività d'investimento bancario, ad esempio sottoscrivere obbligazioni societarie o municipali, non potessero essere chiamate in causa, e per salvaguardare i correntisti dai rischi di un collasso del mercato azionario come quello che dette vita alla Grande depressione.

Ma quando le banche cominciarono a invadere sempre di più il settore titoli, offrendo sconti sulle transazioni, l'industria dei titoli cominciò a dar fuori da matto. Cosicch� nel 1999 il divieto fu abolito e i giganti finanziari scesero sul terreno: Citigroup aprì la strada e altri seguirono, fagocitando Smith Barney, Salomon Brothers, PaineWebber e un sacco di altre aziende d'intermediazione ben conosciute.

Si ritiene che nelle società d'intermediazione esistano muraglie cinesi che separano le attività bancarie dalle attività di ricerca e trattazione, e la separazione dovrebbe impedire agli operatori di esercitare pressioni sui colleghi analisti per offrire migliori risultati ai clienti, tutto per aumentare i reciproci profitti.

Ebbene, abbiamo potuto vedere quanto poco abbia tenuto questa compartimentazione dei giorni caldi dell'era dot.com, quando sono state fatte stime inverosimilmente elevate di aziende che come per caso erano state sottoscritte dalle stesse società che ne stavano trattavano i titoli.

Nessuno ha seriamente messo in dubbio la nuova mania di cartolarizzare i crediti ipotecari in tipi diversi di strumenti finanziari e rivenderli attraverso settori differenti della stessa istituzione. Lo stanno facendo adesso...

Quando le banche vengono esaminate e studiate con la dovuta attenzione da analisti di banca indipendenti, nascono molte più domande di quando l'esame è condotto da gente che al bar si ritrova attorno agli stessi tavolini. Inoltre, spese e trattative dipenderanno dalla forza vendita; la gente attaccherà i prezzi e porrà molte più domande per aumentare i propri profitti, invece di lavorare mano nella mano per aumentare l'assieme di bonus da compartire.

Il Glass-Steagall Act avrebbe quantomeno permesso quello che la prima parte del nome sottintende: la trasparenza. E il risultato si ottiene più agevolmente se chi sta all'esterno guarda dentro. Se tutti stanno dentro e guardano fuori non possono che avere lo stesso punto di vista. E questo non è una buona cosa, perch� in tal caso non si può vedere quel che sta per succedere, e il tetto frana su tutti.

Il Congresso sta attualmente studiando il crollo delle ipoteche subprime. I legislatori stanno studiando come rendere più severe le norme sui finanziamenti, considerando gli acquirenti di crediti di secondo livello responsabili delle pratiche abusive, e, aspetto positivo, liberando da ogni colpa qualche proprietario. Si tratta però di cerotti, che non ripareranno quel che si è rotto: il sistema di conflitti che nasce quando venditori, assicuratori e valutatori fanno tutti parte dello stesso gruppo"
(l'enfasi è mia --f.w.e.) [11]

La bolla speculativa dei dot.com di Greenspan e le sue conseguenze

Prima ancora che si fosse asciugato l'inchiostro della firma di Bill Clinton in calce all'atto di abrogazione del Glass-Steagall Act, la FED di Greenspan aveva già cominciato a lavorare a tempo pieno per avviare la crisi successiva: la creazione deliberata di una bolla azionaria speculativa degna del 1929, che la FED avrebbe poi fatto deliberatamente scoppiare.

La crisi finanziaria del 1997 in Asia e la successiva sospensione dei pagamenti del 1998 in Russia avevano creato una profonda trasformazione dei flussi globali di capitale, a tutto vantaggio del dollaro. Corea, Tailandia, Indonesia e la maggior parte dei mercati emergenti erano in fiamme dopo un coordinato attacco politico da parte di un trio di hedge fund statunitense (il Quantum Fund di Soros, il Jaguar and Tiger funds di Julian Robertson, e il Moore Capital Management) e, secondo i rapporti, dell'LTCM di John Merriweather.

L'impatto della crisi asiatica sul dollaro fu notevole e stranamente positivo. Andrew Crockett, il direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali, l'organizzazione di Basilea cui partecipano le principali banche centrali mondiali, notò che nel 1996 le partite correnti dei paesi del sudest asiatico avevano fatto registrare un deficit di 33 miliardi di dollari USA ma che nel 1998-99, dopo la marea di valuta speculativa, "erano passate a un attivo di 87 miliardi". Nel 2002 avevano raggiunto un impressionante totale di 200 miliardi. Il surplus ritornò in massima parte negli Stati Uniti sotto forma di acquisti del debito del Tesoro americano da parte delle banche centrali asiatiche, che finanziavano così in effetti le politiche statunitensi, spingendo i tassi d'interesse verso il basso e alimentando la nuova economia nascente, il boom NASDAQ IT dei dot.com. [12]

Nei momenti più caldi della crisi finanziaria asiatica del 1997-98, Greenspan rifiutò d'intervenire per alleviare le pressioni finanziarie fino a quando l'Asia collassò, la Russia sospese nell'agosto 1998 i pagamenti del debito pubblico, e la deflazione si propagò da regione a regione. Quando poi decise di agire per salvare l'enorme hedge fund LTCM (che era insolvente a causa della crisi russa), Greenspan procedette per la prima volta a un taglio insolitamente netto, lo 0,50%, dei tassi d'interesse della FED, seguito poi a poche settimane di distanza da un ulteriore taglio dello 0,25%. La nascente bolla dei dot.con della NASDAQ IT aveva il sapore di un "bicchierino di whiskey".

Verso fine 1998, dopo successivi tagli della FED ai tassi d'interesse e dopo avere immesso grandi liquidità, i mercati azionari statunitensi, con NASDAQ e NYSE in prima fila, divennero asintotici. Nel solo anno 1999, quando la bolla della Nuova economia era in piena attività, si registro uno stupefacente aumento di 2,8 trilioni di dollari nel valore dei titoli azionari posseduti dai capofamiglia americani. Si trattava di oltre il 25% del PIL, tutto in valori cartacei.

Le restrizioni del Glass-Steagall Act sulle banche e le banche d'investimento che promuovevano le azioni da loro stesse immesse sul mercato – esattamente il tipo di conflitto d'interessi che aveva portato alla promulgazione della legge nel 1933 – erano oramai solo un ricordo. I promotori azionari di Wall Street stavano guadagnando decine di milioni in bonus, pubblicizzando fraudolentemente Internet e altri titoli, ad esempio WorldCom ed Enron. Eravamo di nuovo in pieno nei "ruggenti anni venti", ma con una turbocarica computerizzata.

L'incredibile discorso del marzo 2000

Nel marzo 2000, al culmine della mania delle dot.com, Alan Greenspan tenne alla Boston College Conference un discorso sulla Nuova economia, in cui ripeteva il suo oramai classico panegirico della rivoluzione IT e del suo impatto sui mercati finanziari. Ma questa volta si spinse ancora oltre nell'esaltare la bolla azionaria IT e il conseguente "effetto ricchezza" sulle capacità di spesa delle famiglie, che a suo dire aveva permesso una robusta crescita dell'economia nazionale.

"Negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro che questo ciclo finanziario differisce radicalmente dai molti che hanno caratterizzato l'America dopo la II guerra mondiale" affermò Greenspan "Non solo l'espansione è stata incredibilmente lunga, ma ha reso la crescita economica molto più forte di quanto ci si poteva aspettare".

E andò ancora più lontano, diventando quasi lirico:
"Le mie osservazioni odierne si concentreranno su quella che è di tutta evidenza la fonte di questo spettacolare risultato: la rivoluzione della tecnologia informatica... Quando gli storici guarderanno alla prima metà degli anni '90 arriveranno alla conclusione, ne sono convinto, che stiamo vivendo un periodo chiave della storia economica americana... Queste innovazioni, recentemente esemplificate dai sempre più numerosi usi di Internet, hanno fatto nascere una massa di società innovative, molte delle quali affermano di poter offrire l'opportunità di rivoluzionare e controllare larghe quote del sistema di produzione e distribuzione del paese. E coloro che operano sui mercati dei capitali, non a loro agio con le discontinuità della struttura economica, hanno problemi nel valutare correttamente queste aziende. L'eccezionale volatilità delle quotazioni azionarie di tali società e, secondo alcuni, la loro eccessiva sopravvalutazione, indicano la difficoltà di capire le tecnologie specifiche e i modelli commerciali che prevarranno nei prossimi decenni".

Poi il Maestro passa al suo soggetto preferito, la capacità di frazionare il rischio con la tecnologia e Internet, un tema portante del suo pensiero sull'allora nascente fenomeno della cartolarizzazione:

L'impatto della tecnologia dell'informazione è vivamente sentito nel settore finanziario dell'economia. L'innovazione forse più significativa è stata lo sviluppo di strumenti finanziari che permettono di trasferire il rischio alle parti più disposte e capaci di gestirlo. Molti nuovi prodotti finanziari, e i più importanti sono i derivati finanziari, apportano valore economico spezzettando il rischio e trasferendolo in modo estremamente calibrato. Anche se non possono ridurre il rischio insito nei beni patrimoniali, questi strumenti possono ridistribuirlo in modo da stimolare maggiori investimenti nei beni reali e generare quindi produttività e qualità della vita migliori. La tecnologia dell'informazione ha reso possibile creare, valutare e scambiare su base globale questi complessi prodotti finanziari...

L'evidenza storica suggerisce che all'incirca tre o quattro centesimi per dollaro supplementare nel mercato azionario si riflettono realmente in maggiori acquisti dei consumatori. Il netto aumento delle spese dei consumatori in rapporto alle entrate disponibili, registrato negli ultimi anni, e la corrispondente caduta del tasso di risparmio, è il riflesso di questo cosiddetto effetto ricchezza sugli acquisti delle famiglie. I più elevati prezzi delle azioni hanno inoltre ridotto il costo del capitale proprio e favorito il boom delle spese in conto capitale

Le spese favorite dalle plusvalenze dei titoli e delle case e dagli aumenti delle entrate, per quel che possiamo giudicare, hanno aggiunto, in media sugli ultimi cinque anni, circa un punto percentuale alla crescita annua del PIL. La crescita supplementare della spesa degli ultimi anni che ha accompagnato questi plusvalori di ricchezza, così come altri fattori che hanno influenzato l'economia, sembra essere stata soddisfatta in egual misura da maggiori importazioni nette e dai beni e servizi prodotti dall'aumento netto della forza di lavoro assunta in più di quella richiesta dalla crescita normale, incluso un flusso sostanziale di lavoratori provenienti dall'estero.


Quel che risulta veramente incredibile è il momento scelto da Greenspan per inneggiare alla mania delle azioni IT. Il responsabile della FED doveva pur sapere che l'impatto dei sei successivi aumenti dei tassi d'interesse da lui voluti alla fine del 1999 avrebbe prima o poi raffreddato l'acquisto di azioni con fondi presi a prestito. [13]

La bolla dei dot.com esplose una settimana dopo il discorso di Greenspan. Il 10 marzo 2000, l'indice NASDAQ Composite crollò a 5.048, oltre il doppio del suo valore appena un anno prima, e il 13 marzo il NASDAX perse il 4%.

Dal 13 marzo 2000 il mercato aveva perso nominalmente oltre 5 trilioni di dollari, quando l'impennata dei tassi di Greenspan mise brutalmente fine alla bolla che varie volte disse di non poter accertare fino dopo gli avvenimenti. In termini di valuta, il crollo azionario del 1929 fu poca cosa in confronto al crollo delle dot.com di Greenspan. Dal mese di marzo, Greenspan aveva aumentato sei volte i tassi d'interesse, un modo di fare che ebbe un violento effetto sulle speculazioni allo scoperto delle azioni dot.com.

Margini di copertura sulle azioni: Regulamento T

Ancora una volta Greenspan aveva seguito da presso ogni passo che aveva alimentato l'irrazionale esuberanza delle azioni dot.com. Quando diventò chiaro anche ai membri più ingenui del Congresso che i prezzi delle azioni stavano andando fuori di ogni controllo e che le banche e i fondi d'investimento stavano investendo decine di miliardi di credito per comprare un maggior numero di azioni "a margine", la FED venne invitata a usare i suoi poteri sui requisiti per l'acquisto di azioni a margine.

A febbraio del 2000 il lo scoperto a margine aveva raggiunto i 265,2 miliardi di dollari, con un aumento del 45% in soli quattro mesi. L'aumento era in massima parte dovuto ai maggiori finanziamenti attraverso intermediari online incanalati verso le azioni NASDAQ New Economy.

In base alla normativa T, la FED era la sola autorizzata a definire il margine iniziale per l'acquisto delle azioni a credito, fermo al 50% sin dal 1974.

Se il mercato azionari fosse sceso pesantemente, le chiamate sui margini avrebbero trasformato una lenta caduta in un crollo. Il Congresso riteneva che fosse successo proprio questo nel 1929, quando il margine sul debito era pari al 30% del valore del mercato azionario, ed è per questo che con il Securities Act del 1934 aveva concesso alla FED il potere di controllare il margine iniziale, che in un primo momento era stato pari al 100% (in altre parole, nessun acquisto poteva essere effettuato a credito) e si era poi stabilizzato dal 1974 al 50% (permettendo così agli investitori di prendere a prestito dai propri intermediari non più della metà del prezzo delle azioni acquistate). Nel 2000 il meccanismo del margine agì come benzina sul fuoco.

Sul tema il Congresso organizzò vari dibattiti. Un responsabile finanziario del calibro di Paul McCulley, del PIMCO, che era all'epoca il maggior fondo obbligazionario, dichiarò che "la FED dovrebbe alzare il margine, e subito. Greenspan dice ovviamente di no, perch� (1) non vede nessun legame tra cambi del margine imposto e cambi del livello del mercato azionario, e (2) un aumento del margine imposto discriminerebbe i piccoli investitori, la cui unica fonte di credito sul mercato azionario è il margin account [NdT: Conto a margine: conto aperto presso un intermediario in titoli con un controvalore totale rappresentato in parte dal denaro depositato dall’investitore o margin e in parte da quello preso in prestito dall’intermediario. Risulta così un effetto moltiplicativo del rendimento dei fondi di un investitore, sia in senso positivo che negativo]". [14]

Margini di copertura

Nonostante l'ovvia bolla azionaria speculativa del 1999-2000, non solo Greenspan rifiutò ripetutamente di modificare il margine azionario ma, alla fine degli anni '90, il direttore della FED cominciò a parlare in termini entusiasti della Nuova economia, dichiarando che la tecnologia aveva aiutato ad aumentare la produttività, e alimentò deliberatamente l'esuberanza irrazionale del mercato.

Tra giugno 1996 e giugno 2000, il DOW salì del 93% e il NASDAQ del 125%. Il rapporto globale dei prezzi azionari sui redditi aziendali toccò picchi mai visti dai giorni che avevano preceduto il crollo del 1929.

Nel 1999, quando l'inflazione era più lenta di quella del 1996 e la produttività cresceva più velocemente, Greenspan dette il via a una serie di aumenti dei tassi d'interesse. Rifiutandosi di legare l'aumento dei tassi a un aumento dei margini, che avrebbe indicato in modo inequivocabile che la FED aveva la seria intenzione di raffreddare la bolla azionaria speculativa, Greenspan colpì l'economia con tassi più elevati, chiaramente pensati non per raffreddare la folle smania di acquisti azionari della Nuova economia ma piuttosto per aumentare la disoccupazione e abbassare il costo del lavoro, in modo da incrementare i guadagni della aziende. Il mercato azionario non ne tenne quindi conto.

Influenti osservatori, inclusi i finanzieri George Soros e Stanley Fischer (vicedirettore del FMI), sostenevano che la FED avrebbe dovuto innalzare i margini per togliere ossigeno al boom creditizio.

Greenspan rifiutò questa strategia graduale, e nel suo discorso di riconferma nel 1996 dinanzi all'US Senate Banking Committee, dichiarò che non voleva discriminare coloro che non erano ricchi e che dovevano quindi prendere fondi a prestito per poter operare sul mercato azionario (sic). Coloro che compravano azioni a margine non erano per lo più poveri e bisognosi, ma professionisti del settore in pausa pranzo. Greenspan lo sapeva benissimo, ma è interessante notare che per giustificare le pressioni per i subprime a favore d'individui con scarso credito userà proprio quest'argomento: dare ai più poveri la possibilità di diventare proprietari grazie alle politiche messe in opera dopo il 2001.

Il mercato azionario cominciò a cedere nella prima metà del 2000, non perch� il costo del lavoro stesse aumentando ma perch� la credulità degl'investitori era stata sfruttata fino in fondo. La stampa finanziaria, incluso il Wall Street Journal che solo un anno prima aveva indicato gli operatori di dot.com come pionieri della nuova economia, stava adesso sbeffeggiando il pubblico per aver sperato in un aumento infinito del valore di azioni di società che non avrebbero mai fatto un dollaro di profitto.

La Nuova economia, come affermò un giornalista del Wall Street Journal, ora "rassomiglia a una bolla speculativa creditizia dei bei vecchi tempi". Nella seconda metà dell'anno i consumatori statunitensi il cui rapporto debito/entrate era estremamente elevato cominciarono a stringere la cinghia: le vendite natalizie furono un fallimento, e agl'inizi di gennaio 2001 Greenspan fece marcia indietro e abbassò i tassi d'interesse. Con dodici successivi tagli, nel giugno 2003 la FED aveva fatto scendere dal 6% all'1% i tassi obbligazionari, che determinano i tassi a breve e altri tassi d'interesse in campo economico.

Greenspan portò i tassi della FED a minimi storici che non si erano visti dai tempi della Grande depressione fino al 30 giugno 2004, quando, prima di lasciare il suo incarico nel 2006, lanciò il primo di una serie di quattordici aumenti dei tassi. In diciannove mesi portò i tassi della FED dall'1% al 4,5%, distruggendo al passaggio la bolla speculativa alla base della gallina dalle uova d'oro, l'immobiliare.

Discorso dopo discorso, il direttore della FED mise bene in chiaro che la sua politica monetaria ultraleggera dopo il gennaio 2001 aveva voluto incoraggiare gl'investimenti nel credito ipotecario immobiliare. Il fenomeno dei subprime - possibile solo nell'era della mobiliarizzazione degli attivi, dell'abrogazione del Glass-Steagall Act, e delle operazioni con derivati OTC non regolamentate – era il prevedibile risultato della deliberata politica di Greenspan. Basta studiare con attenzione i dati storici per rendersene chiaramente conto.

Note:

[1] Woodward, Bob, Maestro: Alan Greenspan's Fed and the American Economic Boom, Nov 2000. Il libro di Woodward è un esempio del trattamento privilegiato riservato dai maggiori media statunitensi. Il capo di Woodward al Washington Post, Catharine Meyer Graham, figlia di Eugene Meyer, il leggendario banchiere d'investimento di Wall Street, era un intimo amico di Greenspan. Il libro può essere considerato un atto calcolato dei circoli più influenti del mondo finanziario per contribuire a creare il mito di Greenspan.

[2] Lewis vs United States, 680 F.2d 1239 (9th Cir. 1982).

[3] Zarlenga, Stephen, Observations from the Trading Floor During the 1987 Crash, in www.monetary.org/1987%20crash.html.

[4] Greenspan, Alan, Dichiarazione al Subcommittee on Financial Institutions Supervision, US House of Representatives, 18 novembre 1987. http://fraser.stlouisfed.org/historicaldocs/ag/download /27759/Greenspan_19871118.pdf.

[5] Hershey jr., Robert D., Greenspan Backs New Bank Roles, The New York Times, 6 ottobre 1987.

[6] Hershey, op.cit.

[7] Ibid.

[8] Greenspan, Alan, Statement by Alan Greenspan, Chairman, Board of Governors of the Federal Reserve System, before the Committee on Banking and Financial Services, U.S. House of Representatives, 11 febbraio 1999, in Federal Reserve Bulletin, aprile 1999.

[9] Anderson, Jenny, Goldman Runs Risks, Reaps Rewards, The New York Times, 10 giugno 2007.

[10] Kuttner, Robert, Testimony of Robert Kuttner Before the Committee on Financial Services, Rep. Barney Frank, Chairman, U.S. House of Representatives, Washington, D.C., 2 ottobre 2007

[11] Kostigen, Thomas, Regulation game: Would Glass-Steagall save the day from credit woes?, Dow Jones MarketWatch, 7 settembre 2007, in http://www.marketwatch.com/news/story/woul...save-day-credit.

[12] Engdahl, F. William, Hunting Asian Tigers: Washington and the 1997-98 Asia Shock, ripreso in http://www.jahrbuch2000.studien-von-zeitfr...edge_funds.html.

[13] Greenspan, Alan, The revolution in information technology Before the Boston College Conference on the New Economy, Boston, Massachusetts, 6 marzo 2000.

[14] McCulley, Paul, A Call For Fed Action: Hike Margin Requirements!, dichiarazione all'House Subcommittee on Domestic and International Monetary Policy, 21 marzo 2000.

Come direttore della FED, Alan Greenspan aveva ripetutamente dichiarato che era impossibile accertare l'esistenza della bolla speculativa durante la sua crescita esponenziale. Nell'agosto 2002, quando gli operatori sul mercato avevano oramai indovinato la chiara strategia di aumento dei tassi della FED, riaffermò "Noi, alla Riserva federale, abbiamo preso in esame vari punti legati alla bolla dei valori, cioè all'aumento dei prezzi fino a livelli insostenibili. Con l'evolvere della situazione, siamo arrivati alla conclusione che, nonostante i nostri sospetti, era molto difficile individuare con sicurezza una bolla speculativa fino a quando la sua esplosione non ne ha confermato l'esistenza". Alan Greenspan Remarks by Chairman Alan Greenspan Economic volatility At a symposium sponsored by the Federal Reserve Bank of Kansas City, Jackson Hole, Wyoming 30 agosto 2002.
Faux, Jeff, The Politically Talented Mr. Greenspan, Dissent Magazine, primavera 2001.

F. William Engdahl
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=7876
22.02.08

Traduzione per www.comedonchisciotte.org di CARLO PAPPALARDO

da http://www.comedonchisciotte.net/modules.p...=print&sid=1227

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view post Posted on 21/3/2016, 11:13

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Ex Magistrato Paolo Ferraro Decide Di Parlare!

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Ex Agente Dei Servizi Segreti Svela i Piani Degli ILLUMINATI Per L'Italia!

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Video Shock: Veltroni parla degli ILLUMINATI alla Rai,l' ENTITA' che governa L'italia!

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Cosa ne dite?Se non facciamo qualcosa siamo nella merda!Forse l'unica cosa che ci rimane è votare 5 STELLE.

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view post Posted on 26/4/2016, 10:52

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Le 10 regole del controllo sociale di Noam Chomsky

Avram Noam Chomsky, nato a Philadelfia il 7 dicembre 1928, è un linguista, filosofo, teorico della comunicazione e anarchico statunitense.

“…uno dei pochi grandi intellettuali che non hanno mai rinunciato ad essere coscienza critica della società occidentale. Per oltre trent’anni le sue opinioni e i suoi giudizi, sempre attenti a cogliere l’essenza delle cose dietro l’apparenza della realtà, hanno sensibilizzato un crescente interesse del pubblico verso la reale natura del potere…” www.tmcrew.org/archiviochomsky/

Noam Chomsky, professore emerito al Massachusetts Institute of Technology, ha elaborato una lista delle 10 regole del controllo sociale, ovvero, strategie utilizzate per la manipolazione del pubblico attraverso i mass media.

1) La strategia della distrazione.

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione, che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazione di continue distrazioni e informazioni insignificanti.

La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.

Mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali imprigionata da temi senza vera importanza.

Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare di ritorno alla fattoria come gli altri animali.

2) Creare problemi e poi offrire le soluzioni.

Questo metodo è anche chiamato: Problema > Reazione > Soluzione.

Si crea un problema, una situazione prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare.

Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi una violenza urbana, organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia che richieda le leggi di sicurezza e le politiche a discapito della libertà.

3) La strategia della gradualità.

Per far accettare una misura inaccettabile basta applicarla gradualmente, al contagocce, per anni consecutivi.

E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove, neo-liberalismo, furono imposte durante il decennio degli anni ’80 e ’90.

4) La strategia del differire.

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come dolorosa e necessaria, ottenendo l’applicazione pubblica nel momento, per un’applicazione futura.

E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato: primo, perchè lo sforzo non è quello impiegato immediatamente, secondo, perchè il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza di sperare ingenuamente che tutto domani andrà meglio e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.

Questo da più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5) Rivolgersi al pubblico come ai bambini.

La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e un’intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale.

Quando più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tenta ad usare un tono infantile.

Perchè?

Se qualcuno si rivolge a una persona come se avesse dodici anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà con una certa probabilità ad una risposta o reazione come quella di una persona di dodici anni o meno.

6) Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione.

Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale.

Inoltre, l’uso del registro emotivo, permette di aprire la porta di accesso all’inconscio, per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori.

7) Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità.

Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù.

La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile.

8) Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità.

Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

9) Rafforzare l’auto-colpevolezza.

Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia.

Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto-svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione.

E senza azione non c’è rivoluzione.

10) Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano.

Negli anni ’50 i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti.

Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il sistema ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia della sua forma fisica che psichica.

Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

fonte http://www.altrogiornale.org/le-10-regole-...e-noam-chomsky/

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CI PAGHERANNO TUTTI IN BIT. CI PIACCIA O NO.
Maurizio Blondet 5 maggio 2016

Un lunedì dello scorso aprile un centinaio di altissimi capi di banche d’affari e “delle più grandi istituzioni finanziarie del mondo” si sono riuniti in un ufficio del Nasdaq a Times Square. In gran segreto. Lo scopo: una esercitazione, una simulazione riguardante trasferimenti finanziari con un nuovo metodo. Che ha avuto successo. Come ha notificato giuliva Bloomberg:

“Alla fine della giornata, tutti loro avevano visto qualcosa di straordinario: dollari americani trasformati in veri attivi digitali, utilizzabili istantaneamente fin dall’apertura di una transazione commerciale. Il sistema attuale (di trasferimenti e bonifici, ndr.) complesso, pesante, soggetto ad errori, ci mette dei giorni per trasferire denaro nella città o nel mondo, è sostituito istantaneamente da un nuovo sistema quasi sicuro e che risponde in tempo reale”. Un software “che trasformerà la finanza”, era quello che i massimi capintesta del totalitarismo finanziario.

www.bloomberg.com/news/articles/201...ed-digital-cash

E’ un incontro che ricorda molto da vicino quello di Jekyll Island, in cui nel 1910 i banchieri d’affari cospirarono per creare la Federal Reserve come loro banca privata di emissione (1).

Il sistema è fondato “sulla tecnologia blockhain”: la stessa su cui si fonda il bitcoin, la cosiddetta criptovaluta digitale, che ci è stata gabellata come la “moneta libertaria” e anarchica, perché esistente “sulla Rete” (cosa di più democratico? Chiedete ai 5 Stelle) sottratta alla dittatura delle banche centrali, le quali non posson svalutarla, eccetera.

Il punto è che il sistema è piaciuto ai signori riuniti a Times Square. I quali dice Bloomberg, “non erano lì solo per parlare della tecnologia”, ma di adottarla e di applicarla nel proprio interesse. Fra di loro c’erano i massimi responsabili di “Nasdaq, Citigroup, Visa, Fidelity, Fiserv e Pfizer”. E’ un’accelerazione decisiva verso l’abolizione completa del contante fisico e la materializzazione del denaro, come denuncia l’economista Michael Snyder (direttore di The Economic Collapse).

I signori sono interessati, come spiega Bloomberg, al fatto che questa che viene creata è moneta spendibile, o gli somiglia molto. “I pagamenti elettronici attuali sono in realtà dei messaggi che avvertono che del denaro deve passare da un conto all’altro, un sistema che prende tempo, anche dei giorni, perché le banche attendono delle conferme. Per contro, i dollari digitali sono pre-caricati nel sistema blockchain; così possono essere spesi quasi all’istante contro qualunque attivo”.

Insomma sarebbe un borsellino elettronico pre-pagato, quello che vi darà il vostro salario, pensione, o altro pagamento; che saranno versati ovviamente sul “vostro” borsellino elettronico. “Vostro” fra virgolette, perché ce l’ha la vostra banca, non voi in tasca.


Naturalmente ve la vendono come passo decisivo contro “l’evasione fiscale, il riciclaggio, il crimine organizzato”, propaganda utilissima a conquistare l’immediato favore delle masse di moralisti giustizialisti e manettari, e farne il corpo elettorale (sono legione) che dirà sì, anzi pretenderà il passaggio al sistema (“così nessuno può nascondere niente”) e se ne farà psico-polizia volontaria. Anzi hanno già cominciato. In significativa coincidenza con l’incontro segreto di Times Square, Mario Draghi ha annunciato l’abolizione della banconota da 5000 euro, e tutti i media: “Bella misura anti-riciclaggio”, raccontando che “Il Lussemburgo ha stampato l’anno scorso il doppio del suo Pil in banconote” per lo più da 500 euro, “il che è sospetto secondo Euroactiv”.

Certo che è sospetto. Ma non per i motivi che vi spiegano. Anzitutto: come mai la Banca Centrale Europea consente al Lussemburgo di continuare ad essere un paradiso fiscale, non esige l’adeguamento delle sue leggi allo standard europeo (che a noi viene imposto)? E peggio: come mai permette al Lussemburgo di stampare banconote per due volte il suo Pil? A quanto ne sapevo (o credevo di saper) ogni paese dell’euro può fabbricare in proprio solo la moneta metallica; le banconote, le stampa la BCE che se ne incamera il signoraggio (in pratica, anche se sono le banche centrali locali a stamparle concretamente, lo fanno su mandato BCE e coi limiti del mandato).

Invece di porre fine a questo scandalo, ecco la soluzione di Draghi: “Fuorilegge le banconote da 500 euro” entro il 2018. Applausi giustizialisti.

Mica si fermano qui. Già Svezia e Norvegia vogliono la sparizione di banconote di taglio minore. In Usa è stata allestita una campagna per l’abolizione della banconota da 100 dollari. Il governo della Danimarca ha posto “la soppressione del denaro fisico” come suo programma. In Norvegia è la più grossa banca del paese a reclamarne l’abolizione totale. Il sistema testato a Times Square fornisce lo strumento ideale.

Quale miglior regalo per le banche? Possono andare in bancarotta, senza temere la corsa agli sportelli dei correntisti e risparmiatori per ritirare il loro denaro: quale ‘denaro? Quale “loro”? Il deposito in banca è – come è scritto – non più “vostro”, ma della banca: è l’esproprio, per ora solo virtuale, di tutte le ricchezze che non siano in contanti o in oro. La quale lo usa come briciola per creare tutto il denaro dal nulla su cui lucra gli interessi, indebitandoci tutti. Adesso nessuno potrà sottrarsi alla frode bancaria fondamentale tenendo i suoi risparmi sotto il mattone. Né pagare in contanti le bollette. Dovrà pagarle attraverso transazioni bancarie, che alla banca costano nulla (grazie a blockchain) ma su cui lucrerà le “commissioni” applicate ad ogni uso di carte di credito o di debito (i bancomat, borsellini elettronici pre-pagati).

Pensate a un Potere Grillo con il Bit

Nel 2014 il sistema bancario ha risucchiato commissioni da 417 miliardi di transazioni elettroniche, tante ne sono avvenute quell’anno. Domani, il numero di transazioni si moltiplicherà per 3 o per quattro. O più. E di tanto si moltiplicheranno i lucri delle banche.

Sì, perché sono commissioni ingigantite dal fatto che una società dove il contante fisico è abolito obbliga letteralmente tutti – “piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi” (Apocalisse 13) – a diventare clienti forzati delle banche. Naturalmente non vi accorgerete che questo si chiama Totalitarismo. Lo chiameranno Trasparenza, e voi ci crederete. Se non voi, il vostro vicino: quello che vi denuncerà a Europol. Per psico-reato.

Avete già visto: Italia e Francia vietano pagamenti in contanti sopra i mille euro; la Spagna sotto i 2500. E’ una tendenza che avrà un’accelerazione, dopo il successo dell’esperimento a Times Square.

Il governo, qualunque governo, non solo sarà lieto perché ogni minima evasione fiscale verrà resa impossibile. Sarà ancor più lieto di sapere, in ogni istante, a chi avete pagato qualcosa e perché. Avete pagato una stanza d’albergo: eravate con l’amante? Già adesso in USA pagare un hotel in contanti è un dato “sospetto” e l’FBI pretende dagli albergatori che glielo segnalino. Avete dato 50 euro alla parrocchia? Ai “tradizionalisti di Lefèvre”? Al Movimento per la Vita? Dunque siete cattolici forse contrari alla Cirinnà, magari all’imposizione del gender nelle scuole, e poco contenti delle nozze gay. Europol vi ha già iscritto nei suoi registri elettronici: siete “omofobi”, o sospetti tali. Oppure avete contribuito a un partito di quelli che stanno crescendo, e già vengono criminalizzati come “xenofobi”, “identitari”, nazionalisti, razzisti. Questi partiti che Bruxelles e Berlino e Parigi vogliono tanto dichiarare illegali e proibiti perché “dalla parte sbagliata della storia”, e “privi di misericordia” verso gli immigrati. Non riceveranno più un bit. Niente più idee sbagliate. Solo una avrà diritto da esistere, quella Giusta.

Il potere potrà controllare e sorvegliare ogni minimo particolare delle nostre vite. Non ci sarà più vita privata alcuna. Naturalmente con l’imperiosa ingiunzione delle masse manettare, che gridano “Fatelo! Non abbiamo niente da nascondere, NOI!”. Ovviamente sono quelli che, in realtà stanno dicendo: “Abolite la libertà di parola, tanto NOI non abbiamo niente da dire”. E questi sono la maggioranza assoluta, cari lettori.

Quando Grillo si lascia scappare che vuole “il cento per cento dei voti”, ossia del potere, provatevi ad immaginare un potere tipo Cinque Stelle nel regime di abolizione del contante. Il Potere totale (Totalmente Trasparente, Assolutamente Morale) si ergerà a giudice ed arbitro di quelli che saranno autorizzati a utilizzare il sistema senza contanti; e di quelli che, avendo idee “sbagliate”, o peggio compiendo azioni “disapprovate dalla Rete”, devono essere sbattuti fuori. Il Potere si darà leggi per rendere legale questa esclusione selettiva degli avversari ideologici e degli altri. Già abbiamo visto l’inizio di una campagna – assolutamente liberticida – contro i medici che (in grande maggioranza) si rifiutano di praticare aborti. Gli si potrà bloccare lo stipendio pubblico, perché “l’aborto è una legge dello Stato” e bisogna obbedirle. Inoltre la libertà di coscienza non prevale quando viola “i diritti delle donne”. I medici fermi nell’obbedire alla loro coscienza saranno ridotti alla fame.

E’ possibile immaginare che il Potere Morale imponga, per consentire ai cittadini di esser parte del sistema di pagamenti digitali, un giuramento di fedeltà alle “regole” che sono “le sole giuste e morali”. Il resto lo sapete, perchè ne siete stati preavvertiti:

… obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome (Apocalisse 13:16-18)


NOTA

Sulla congiura di Jekyll Island, si veda www.libreidee.org/2014/01/jackill-i...rearono-la-fed/

Fonte www.maurizioblondet.it/ci-pagherann...-ci-piaccia-no/

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Nell’ anno 1776, Thomas Jefferson dichiarava:
“Se gli Americani consentiranno mai a banche privati di emettere il proprio denaro, prima con l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le grandi imprese che ne cresceranno attorno, priveranno la gente delle loro proprietà finché i loro figli si sveglieranno senza tetto nel continente conquistato dai loro padri. Il potere di emissione va tolto via dalle banche e restituito al popolo, al quale esso appartiene propriamente.”


1776,dichiarazione di Thomas Jefferson

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L’esperimento delle scimmie rosse, la CIA e le teorie del complotto

Per capire meglio il meccanismo di condizionamento sociale che il Sistema ci ha costruito intorno, immaginate di fare un esperimento con alcune scimmie (con tutto il rispetto per questi simpatici animali): chiudete cinque di esse in una stanza con una scala, e sopra quella scala ponete una banana. Quando una delle scimmie sale sulla scala per prendere la banana, inondate le altre di acqua gelida. Non appena queste collegano la salita della scimmia sulla scala con la doccia fredda, inizieranno a impedire a questa di salirvi, strillando, strattonandola e minacciandola. Ora sostituite una scimmia alla volta nella stanza, con delle scimmie rosse, dandole il tempo di «ambientarsi». Ogni nuova scimmia si troverà in una situazione per cui, se una scimmia tenta di salire sulla scala, le altre strillano e la minacciano.

Per puro spirito di allineamento al gruppo anche questa comincerà ad adottare lo stesso comportamento e a unirsi alle altre nelle urla contro l’eventuale scimmia «deviante». Badate bene: l’ultima scimmia rossa lo farà senza neanche comprenderne il motivo originale (dato che, al contrario delle altre, non ha mai sentito sulla propria pelle il getto d’acqua gelata). Dopo che avrete sostituito tutte le scimmie nella gabbia con delle scimmie rosse, queste continueranno a impedirsi l’una all’altra di salire sulla scala, senza saperne il motivo originale. Questo meccanismo di imitazione e allineamento al gruppo spesso si riproduce nelle istituzioni umane, soprattutto in quelle più complesse, che col susseguirsi delle «generazioni» impongono al proprio interno una serie di regole per la propria autoconservazione (quella delle istituzioni stesse e non dei singoli individui che ne fanno parte), regole la cui origine e i cui effetti non sono spesso chiari dopo qualche «generazione» nemmeno ai dirigenti.

Un esperimento simile può essere realizzato in un campus universitario chiedendo a una parte dei ragazzi di osannare metodicamente con complimenti ben mirati tutte le ragazze che indossino un abito o un accessorio di colore rosso. Nel giro di qualche settimana praticamente ogni ragazza del campus indosserà qualcosa di rosso, ad eccezione di quelle cui non piace farsi influenzare, che verranno accusate di essere «fuori moda», o peggio ancora «antisociali» o «paranoiche». Immaginate di fare lo stesso esperimento sostituendo i semplici complimenti con degli «assegni di ricerca», da mille, diecimila o centomila dollari, e vi renderete conto di quanto facile possa essere influenzare un intero campus universitario ad allinearsi a un comportamento o a un «filone di pensiero». Lo stesso metodo può essere applicato per influenzare praticamente ogni situazione sociale: aziende, partiti, scuole, associazioni, gruppi religiosi… Osservando quindi il mondo che ci circonda, pare che dopo qualche generazione di «condizionamento forzato» questa remora a parlare del funzionamento del Sistema, e persino a farsi delle domande sul suo funzionamento, ormai si trasmetta automaticamente nel DNA di professori, giornalisti, politici, imprenditori e perfino dirigenti di banca.

Vi invito a verificarlo personalmente. Quanti professori (persino di economia) conoscono il vero funzionamento del Sistema e come ci condiziona ad esempio attraverso il funzionamento del nostro sistema monetario basato sulla moneta-debito? Quanti giornalisti, opinionisti o analisti ne parlerebbero con cognizione di causa? Quanti politici e dirigenti pubblici comprendono l’importanza di questo tema nell’organizzazione della vita di uno Stato? Quanti imprenditori sanno davvero qual è l’origine di quei «simboli» che sono tanto impegnati a guadagnare sul mercato? Quanti dirigenti di banca hanno idea delle origine storiche del proprio business? Prendete il primo che incontrate e chiedeteglielo. Nonostante la maggior parte di noi passi buona parte della propria vita a confrontarsi col denaro, arrovellandosi su come guadagnarlo, spenderlo, raccoglierlo o distribuirlo, si sentirebbe oggi incredibilmente giustificato nell’affermare che comprendere l’origine del denaro che tutti noi usiamo è un argomento «da esperti», «non certo alla portata di tutti»; o, peggio ancora, accuserebbe chi lo spiega come ho fatto io di «fanatismo» o «complottismo». Invece a mio parere può diventare un argomento alla portata di tutti, a patto che vengano fornite le informazioni giuste nel modo giusto, come ho cercato di fare nelle pagine precedenti. E proprio queste informazioni ci libereranno dai falsi condizionamenti del Sistema.

Tornando alle «scimmie rosse», se state davvero attenti ne troverete tante nascoste dietro quanti cercano di proteggere le convinzioni dettate dal Sistema, senza avere una vera cognizione della loro origine, e magari accusando altri di essere «complottisti», «paranoici» o «facilmente influenzabili», senza accorgersi di essere loro i primi a esserlo. Alcuni sono inconsapevoli del proprio ruolo di «scimmie rosse», e nella migliore delle ipotesi sono pronti a un confronto aperto e a rivedere le proprie idee. Ma esistono anche veri e propri professionisti in questa attività di «dissuasione», attivi soprattutto online, magari protetti dall’anonimato, da pseudonimi e account fasulli. Alcuni non hanno nemmeno il coraggio di mostrarsi a viso aperto perché sono consapevoli di non poter reggere il confronto con una persona «coerente», e preferiscono mandare avanti altri al posto loro, dopo averli «influenzati» a dovere. E a volte diffamano e sviano l’attenzione con abili stratagemmi retorici (in gergo sono anche detti «troll»). Uno dei più comuni stratagemmi è quello di criticare un’ipotesi «alternativa» in maniera sommaria, basandosi su pregiudizi e ipotesi «ufficiali», senza aver verificato in prima persona ciò che viene criticato. L’attenzione viene poi di solito deviata sulla «persona» che sostiene quell’ipotesi più che sul «contenuto», con commenti quali «non è credibile», «ha fatto questo errore o questa imprecisione», «non mi piace il suo stile», «sicuramente ci guadagna dei soldi», «è un truffatore», «si è messo le dita nel naso», «l’ho incontrato anni fa in uno strip club», o cose del genere. E ovviamente chiunque in buona fede si opponga loro o dia credito all’ipotesi in oggetto viene accusato di essere un «ingenuo», un «ignorante» o peggio ancora reso oggetto di scherno, stalking e atteggiamenti violenti…

Attenzione, quindi, perché le «scimmie rosse» proveranno a dissuadere anche voi dal cammino verso l’indipendenza, e metteranno spesso alla prova la vostra «coerenza», facendo leva in particolare sulle vostre paure. La paura di essere ridicolizzati o di perdere la vostra credibilità professionale, la paura di perdere i vostri soldi o il vostro lavoro. La paura è la leva che il Sistema usa ogni giorno per controllarci e anche le «scimmie rosse» spesso la utilizzano.

Come disse Bob Kennedy, un grande politico che citerò ancora in questo capitolo:

«Pochi uomini sono disposti ad affrontare la disapprovazione dei loro compagni, la censura dei loro colleghi, l’ira della loro società. Il coraggio morale è una merce più rara del coraggio in battaglia o di una grande intelligenza. Eppure è una imprescindibile, vitale qualità per coloro che cercano di cambiare un mondo che merita di cambiare».


Anche Gandhi la pensava allo stesso modo:

«Molte persone, specialmente quelle che la ignorano, ti vorranno punire per aver detto la verità, per essere stato coerente e per essere te stesso. Non scusarti mai per essere stato coerente o per essere anni avanti al tuo tempo. Se sei nel giusto e se lo senti, parla liberamente. Dì quello che pensi. Anche se sei l’unico rappresentante di una minoranza, la verità è comunque la verità».

Quindi siate coraggiosi e non affidatevi ai giudizi altrui, a maggior ragione se sono quelli più diffusi e comuni, e ancora meno se sono vuote accuse di «complottismo», «cialtroneria» o «ciarlataneria» (queste a volte sono addirittura un buon segno!).

Arthur Schopenhauer, filosofo che in molti come me ricordano per averlo studiato al liceo, ha scritto:

«Tutte le verità passano attraverso tre fasi. Primo, vengono ridicolizzate. Secondo, vengono violentemente contrastate. Terzo, vengono accettate come evidenti», ossia, come se fossero sempre state chiare a tutti.

Uno studio scientifico pubblicato nel 2013, elaborato da Michael J. Wood e Karen M. Douglas, due psicologi e ricercatori dell’Università di Kent (Regno Unito), suggerisce che lo stereotipo negativo del «complottista» – un fanatico ostile che sostiene con piglio ideologico le versioni ipotizzate dalla propria «setta» di appartenenza – in realtà descriva accuratamente le persone che difendono le versioni ufficiali, non quelle che le contestano. Lo studio intitolato What about building 7? A social psychological study of online discussion of 9/11 conspiracy theories («Cosa ne pensate dell’edificio 7? Uno studio psicologico sociale sulle discussioni online riguardo la teorie del complotto sull’11 settembre»), condotto su migliaia di commenti raccolti online dai due ricercatori, pare dimostrare che siano i soggetti che supportano la versione ufficiale dei fatti dell’11 settembre 2001 – e non i cosiddetti «complottisti» – a esprimersi generalmente in modo più ostile, nel tentativo di persuadere chi la pensa in modo diverso da loro. E sono invece gli altri – i «complottisti» – ad avere un atteggiamento più sano e aperto, più razionale, non «paranoico» né «manipolabile», in merito ai fatti discussi. E sono anche molto più numerosi: coloro che non credono alle versioni ufficiali di eventi come l’11 settembre e l’omicidio del presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy sono risultati essere più del doppio rispetto a quelli che credono alle versioni ufficiali.

Il che significa che si è ormai invertito il rapporto, e che la saggezza popolare oggi è espressa proprio dai cosiddetti «complottisti», mentre le persone che non credono alle «cospirazioni» stanno diventando una sparuta minoranza. Altri recenti sondaggi confermano che più dell’80% della popolazione statunitense non crede alla versione ufficiale sull’11 settembre! E a tutti questi non piace affatto essere definiti «complottisti».

È ormai noto infatti che le espressioni «complottista» e «teorie del complotto» furono create proprio con «l’obiettivo di rendere chi non credesse alle versioni ufficiali oggetto di scherno e ostilità da parte del resto della collettività, e bisogna ammettere – purtroppo – che si sia rivelata una delle iniziative di propaganda di maggior successo di tutti i tempi» sono le parole del professor Lance DeHaven-Smith nel suo libro Conspiracy Theory in America («Teorie del complotto in America»).

Ma da chi vennero coniate quelle espressioni? Il politologo americano ci dice che furono coniate e ampiamente diffuse dalla CIA – i servizi segreti statunitensi – per diffamare coloro i quali sollevavano dubbi sulla versione ufficiale dell’assassinio di JFK. Ed evidentemente sono poi tornate loro spesso utili… Tanto per fare un altro esempio, è stato confermato che i servizi segreti statunitensi sono stati complici anche dell’omicidio di Martin Luther King, con una sentenza unanime del dicembre 1999 (dopo 4 settimane di dibattimento e oltre 70 testi ascoltati), ben 32 anni dopo la morte del leader nero. La moglie Coretta Scott King ha dichiarato: «Abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere per portare alla luce la verità, e ora anche i media e i membri della comunità politica dovrebbero fare la loro parte per diffondere queste rivelazioni al più largo pubblico». Il suo appello cadde nel vuoto e oggi trovate ben poche tracce di notizie su quella sentenza.

Estratto da “Liberi dal Sistema – La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè”, di Enrico Caldari

fonte http://www.altrogiornale.org/scimmie-rosse...-del-complotto/

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view post Posted on 23/7/2016, 11:03

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TAVISTOCK INSTITUTE,L’Istituto del Controllo delle Masse

Le origini di Tavistock

di Luciano Gianazza

istituto tavistockHo scritto questo articolo nel 2006 inizialmente per la rivista Nexus, lo ripubblico qui perché è un articolo che deve essere letto per comprendere come viene creata la cosiddetta opinione pubblica.

Ora hanno fatto anche il libro che fornisce ancora più informazioni: L’Istituto Tavistock

Pochi sanno quanto il Tavistock Institute ha influenzato e influenzi tuttora, sia direttamente che indirettamente e in quale profondità, la nostra vita.

Fu istituito nel 1921 per studiare i disturbi mentali, derivati dall’esposizione al terrore che si genera in battaglia, sui soldati inglesi che sopravvissero alla I guerra mondiale. Il suo scopo era quello di stabilire, sotto il controllo dell’Ufficio della Guerra Psicologica dell’Esercito Britannico, il “punto di rottura” dell’uomo in condizioni di stress.

Tavistock sviluppò le tecniche del lavaggio del cervello di massa che furono usate per la prima volta sui prigionieri americani della guerra in Corea.

I suoi esperimenti con i metodi di controllo delle masse sono stati ampiamente usati sui cittadini americani, un subdolo e oltraggioso attacco alla libertà per mezzo di psicologia applicata ad aree di territorio circoscritte.

Nel 1932, un rifugiato politico tedesco, Kurt Lewin, diventò il direttore del Tavistock Institute, e un anno dopo andò negli Stati Uniti sempre come “rifugiato”, in realtà il primo di molti infiltrati, e fondò la Clinica di Psicologia di Harvard, da dove fu originata la campagna di propaganda per orientare i cittadini americani contro la Germania e coinvolgere l’America nella II Guerra Mondiale.

Nel 1938 Roosevelt fece un accordo segreto con Churchill che permetteva al Consiglio Esecutivo per le Operazioni Speciali inglese di controllare l’indirizzo politico degli Stati Uniti, in pratica cedendo la sovranità del popolo americano all’Inghilterra.

Per mettere in pratica questo accordo Roosevelt inviò il generale Donovan a Londra perché venisse indottrinato prima di istituire l’OSS (l’attuale CIA). La CIA da sempre opera secondo le direttive impostate dal Tavistock Institute. Il Tavistock Institute ha originato il bombardamento di massa sulla popolazione civile tedesca ordinato da Roosevelt e da Churchill, come mero esperimento di terrore di massa, mantenendo le registrazioni dei risultati come se si stessero osservando delle “cavie” in “condizioni di laboratorio controllate”.
Tavistock oggi

Nel 1947 il Tavistock Institute ha assunto la sua forma definitiva e d’allora è una organizzazione indipendente che cerca di abbinare, alla pratica professionale, la ricerca nell’ambito delle scienze sociali.

I problemi che si incontrano nel porre in esistenza una istituzione, quelli inerenti alla sua struttura organizzativa e alle varie modifiche, vengono esaminati dal Tavistock Institute in ogni settore — governo, industria, commercio, assistenza sanitaria, assistenza sociale, educazione ed istruzione, ecc. — a livello nazionale ed internazionale e i suoi clienti si estendono dai piccoli gruppi di comunità fino alle multinazionali.

Un’area in crescita è lo studio di nuovi programmi sperimentali particolarmente nel campo della salute, dell’educazione e nello sviluppo di comunità.

Ci sono tre elementi che rendono insolito, se non unico, il Tavistock Institute:

è indipendente per il fatto che si auto-finanzia, con nessun supporto dal governo o da altre fonti
essendo orientato alla ricerca si pone fra, ma non inserito, il mondo accademico e l’ambito della consulenza
i campi di suo interesse includono l’antropologia, l’economia, i comportamenti delle organizzazioni, le scienze politiche, la psicoanalisi, la psicologia e la sociologia.

L’ideologia delle Fondazioni americane è stata creata dal Tavistock Institute. L’istituto iniziò occupandosi della “scienza del comportamento” seguendo le linee Freudiane del “controllo” degli esseri umani diventando il centro mondiale dell’ideologia delle fondazioni. Il raggio di azione dei suoi network ora si estende in tutto il mondo e comprende le diverse fondazioni, istituti di ricerca e di ogni altro genere, università, servizi segreti, multinazionali, per citarne alcuni, la lista è molto lunga.

Al personale di molte multinazionali è richiesto che si sottoponga all’indottrinamento fornito da uno o più istituti fra quelli controllati da Tavistock.
Rammollire l’individuo

Tutte le tecniche delle fondazioni americane e di Tavistock hanno un unico scopo: stroncare la forza psicologica di un individuo e renderlo debole, impotente e controllabile.

Qualsiasi tecnica che induce al crollo dell’unità familiare e dei principi morali che una famiglia può dare ai suoi membri, viene usata dagli scienziati di Tavistock come arma di controllo di massa.

I metodi della psicologia Freudiana comportamentale inducono disturbi mentali permanenti destabilizzando il carattere di chi si sottopone a quei trattamenti.

Alle vittime viene poi raccomandato di “instaurare nuovi rituali di interazione personale”, che significa indulgere in brevi rapporti sessuali che realmente lasciano i partecipanti alla deriva senza stabili relazioni sociali nella loro vita.

Il Tavistock Institute ha sviluppato un potere così grande negli Stati Uniti che nessuno riesce ad ottenere un posto di rilievo in qualsiasi campo se non è stato addestrato nella scienza comportamentale a Tavistock o in uno dei suoi centri consociati. Praticamente non c’è campo, da quello dell’istruzione a quello della salute, che non sia sotto l’influenza di Tavistock.

C’è un denominatore comune che identifica tutte le strategie di Tavistock: l’uso di droghe.

L’infame programma della CIA denominato MK Ultra causò parecchi morti. Durante il programma a degli ufficiali della CIA fu somministrato LSD, a loro insaputa. Il Governo americano ha dovuto pagare milioni di dollari ai familiari delle vittime ma i colpevoli non furono mai incriminati. Il risultato di tale esperimento fu la “contro cultura” del LSD degli anni ’60, “l’amore libero” e la “rivoluzione studentesca”, che fu finanziata con 25 milioni di dollari dalla CIA. Tutte le registrazioni degli esperimenti sono state distrutte dal capo del MK Ultra.

La CIA condusse anche esperimenti in Canada e pagò il Dr. Herbert Kelman per svolgere ulteriori esperimenti di controllo mentale. Negli anni ’50 versò moltissimo denaro al presidente dell’Associazione degli Psicologi Canadesi (CPA) per dare a 53 pazienti del Royal Victorian Hospital di Montreal, forti dosi di LSD e perché registrasse le reazioni che avvenivano. Per settimane i pazienti ricevettero dosi di LSD mentre dormivano seguite da elettroshock e comandi ipnotici.

I programmi della CIA, preparati da Tavistock, hanno sempre conclusioni nefaste perché tutti gli sforzi dell’istituto sono diretti a causare crolli ciclici in diverse aree geografiche.

Oggi il Tavistock Institute opera con un network di Fondazioni, raccogliendo fondi per oltre 6 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti, pagati dai contribuenti. Il suo operato si estende al mondo intero, compreso la piccola Italia. 10 grandi istituzioni sotto il suo diretto controllo con altre 400 succursali, 3000 altri gruppi di studio nei soli Stati Uniti, e altri istituti di ricerca danno origine a programmi di diverso genere per promuovere il controllo delle masse e le scienze comportamentali.

Ci sono istituti e fondazioni di fama mondiale controllati direttamente o indirettamente, anche se il legame spesso non è facilmente riconducibile a Tavistock, ed è necessario seguire il filo d’Arianna attraversando lussuosi corridoi ed uffici per scoprire i due estremi della linea che collega le varie istituzioni.

Uno di questi è il MASSACHUSETTS INSTITUTE OF TECHNOLOGY (MIT), quasi tutti pensano che sia un’Istituzione puramente americana, ma non è così.

Puoi comprendere il potere di Tavistock dal potere delle istituzioni stesse da esso controllate.

Alcuni clienti del MIT sono:

American Management Association
Il Comitato per lo Sviluppo Economico
GTE (General Telephone Electronics)
L’Istituto per l’Analisi della Difesa (IDA)
NASA
L’Accademia Nazionale delle Scienze
Il Concilio Nazionale delle Chiese
Sylvania
TRW (uno dei maggiori produttori di apparecchiature per l’industria ed il governo americano incluso per i servizi di informazione, aerospaziali, militari.)
L’Esercito degli Stati Uniti
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti
La Marina degli Stati Uniti
Il Ministero del Tesoro degli Stati Uniti
Volkswagen

Si possono aggiungere la Fondazione Rockfeller e l’istituto Carnegie e altre ad essi correlati, sono davvero tanti, ma lo scopo di tutto questo si riassume in poche parole: “Controllo del comportamento di masse e individui.”

L’ente che possiamo considerare come il braccio destro di Tavistock è la Società per la Ricerca e lo Sviluppo, (Research And Development Corporation ) meglio nota con il suo acronimo RAND.

La RAND controlla la linea di condotta politica degli Stati Uniti ad ogni livello. Specifica regolamentazione elaborata dalla RAND che diventa operativa include i programmi per i missili intercontinentali balistici, linee di condotta da tenere con gli stati esteri, i programmi spaziali, progetti sul nucleare, analisi delle industrie, centinaia di progetti militari, i programmi della CIA che utilizzano peyote e LSD e droghe più moderne per l’alterazione di stati mentali.

Alcuni clienti americani della RAND, fra i molti, includono:

AT&T (American Telephone and Telegraph Company)
Chase Manhattan Bank
IBM (International Business Machines)
National Science Foundation
Il Partito Repubblicano
TRW
L’Aeronautica degli Stati Uniti
Il Dipartimento della Salute degli Stati Uniti
Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti

Le tecniche usate, apparentemente diverse e dai differenti nomi si riassumono in questo: “Lavaggio del cervello”.

Gli operatori sono di solito psicologi, psichiatri, sociologi, esperti di droghe e altri personaggi esperti di de-programmazione. Tavistock ha addestrato psichiatri nelle tecniche di lavaggio del cervello che a loro volta le hanno esportate in università di diversi stati del mondo. Alcuni di essi si sono resi responsabili di aver programmato e diretto azioni di “pulizia etnica” e di terrorismo internazionale. Jovan Rascovich e Radovan Karadviz sono due psichiatri serbi addestrati nelle tecniche di Tavistock, ideatori della Grande Serbia e responsabili della “pulizia etnica” in Bosnia.

Le tecniche del lavaggio del cervello di Tavistock giunsero anche all’Università Patrice Lumumba di Mosca che sfornò psichiatri che entrarono nelle file del terrorismo internazionale, molti dei quali leaders o consiglieri diretti di leaders di gruppi terroristici.

Analizzando queste informazioni, si può comprendere che le tecniche del terrorismo e quelle di coloro che dichiarano di combatterlo hanno la stessa origine.
La paura e il condizionamento

Per poter condizionare esseri umani in massa è necessaria la paura come “catalizzatore”, come “co-agente”. Le persone spaventate accettano maggior controllo su se stesse, rinunciando alla propria sovranità in cambio di maggiore protezione. Quando delle persone, “rammollite” privandole dei valori etici e morali, hanno paura, diventano facilmente effetto di messaggi di qualunque genere, accettano soluzioni assurde come la pena di morte, la pulizia etnica o l’impiego di kamikaze come mezzi per ottenere pace e giustizia, aumentando il caos esistente e la richiesta di misure restrittive.

Qualunque cosa i media dicano viene accettato come verità, quando è solo un testo preparato dalle agenzie di PR, che come fondamento ha solo la fantasia di chi l’ha scritto e la sua abilità di far sembrare bianco il nero. Un esempio di questo lo trovi negli spazi che vengono sempre più inseriti nei palinsesti delle varie TV dedicati agli “opinionisti”.

Facciamo un esempio per capire come funziona. Viene posto un quesito: “Si dovrebbe permettere la vendita di farmaci da banco anche nei supermercati?” Appaiono immagini di persone intervistate, scelte fra le più adatte, alcune a favore, altre contro, poi l’opinionista conclude dicendo che i pareri opposti si equivalgono (così non si da torto a nessuno) e che comunque è meglio che i farmaci rimangano in farmacia. Ma avrebbe potuto dire che è giusto che vengano venduti anche nei supermercati, tutto dipende da chi è il cliente rappresentato, le associazioni di farmacisti o quelle delle derrate alimentari.

Io credo che la soluzione che verrà adottata sarà un compromesso fra i due potenti gruppi: i farmaci potranno essere venduti anche nei supermercati, ma in un’area confinata, come il banco del pane o del pesce, e al banco dei farmaci ci dovrà essere un laureato in farmacia che dovrà consigliare i clienti e che quindi si accerterà che non vi siano indebiti acquisti, ecc. Il tutto verrà fatto passare come un beneficio per chi compra, perché costeranno meno, essendoci concorrenza, e per i nuovi posti creati per impiegare i laureati in farmacia che non possono aprirsene una propria. Tutti, incluso governo, sindacati, le varie associazioni di consumatori, faranno bella figura, per lo meno fino a quando la maggior parte delle persone rimarrà convinta che i farmaci curino.

Tavistock è strettamente legato con la psichiatria e l’industria farmaceutica, perché ha bisogno di entrambe le cose per attuare i suoi piani.

Un clima di tensione genera ansietà e “depressione” e prontamente arriva l’aiuto del cartello farmaceutico con gli psicofarmaci, dando un’ulteriore spinta al degrado dell’umanità.

La paura delle “gravi malattie” come cancri, tumori, Aids, pandemie ecc. viene utilizzata per spillare soldi “per la ricerca” per cure che ovviamente non verranno mai trovate, sia perché i presupposti sono errati, sia perché non c’è alcuna intenzione da parte della medicina e della ricerca ortodossa di farlo.

I programmi per raccogliere fondi sono preparati in modo accurato a partire dalla campagna dì sensibilizzazione, la scelta del periodo (E’ Natale, siamo tutti buoni, Jingle bells, Jingle bells, ecc.) le emozioni da coinvolgere (compassione, speranza, paura). La maggior parte delle donazioni andrà all’industria farmaceutica e agli istituti da essi controllati che faranno la “ricerca”, il resto per pagare tutto il carrozzone della rappresentazione, gli spettacoli abbinati, gli organizzatori, i conduttori delle varie trasmissioni e i benefits per chi ha collaborato affinché la festa riuscisse.

La verità è che non occorrono nuovi farmaci (ovvero nuove combinazioni di sostanze tossiche), ma bisognerebbe educare le persone e portarle alla comprensione che i farmaci realmente non hanno mai guarito nessuno, a meno che per guarigione non si intenda repressione di sintomi o compressione di un tumore “con un po’ di chemio,” facendo credere che il male sia regredito.

Tavistock è un istituto molto particolare, non parteggia per una corrente politica o un’altra. Infatti, si trova un gradino al di sopra delle lotte di vario genere che affliggono il pianeta. Che vinca la destra o la sinistra, la Russia o l’America, la Cina o la Corea, o il terrorismo, a Tavistock non importa niente, l’importante è che ci sia instabilità, insicurezza e paura, condizioni necessarie per il condizionamento delle masse.
Il Cambiamento

Se ti stai domandando perché vi siano organizzazioni che si stanno dando un gran da fare al punto che tutto può sembrare fantascientifico, allora occorre qualche spiegazione in più.

In natura niente è immutabile, tutto cambia. Le varie civiltà si sono formate e si sono evolute nella direzione impostata dalle regole formulate dai leader della comunità, fino a quando i principi su cui esse si fondavano sono stati mantenuti in esistenza. Quando al potere sono giunti individui prepotenti e disonesti, oltre che emeriti imbecilli come statisti, le civiltà sono decadute per poi estinguersi.

Gli scienziati di Tavistock, ma non solo loro per fortuna, studiando il momento in cui le varie civiltà hanno iniziato il loro declino hanno rilevato che tale declino avviene quando gli individui non si attengono più ai principi che sono il sostrato stesso della civiltà.

I principi sono punti di riferimento che permettono ad un individuo di orientarsi favorevolmente nella vita. Senza di essi un individuo è alla deriva, non sa più cosa è giusto o sbagliato e le sue azioni sono spesso basate su conclusioni che lo fanno cadere sempre più in basso, fino al punto che non può più rialzarsi.

Gli esperti di Tavistock, e i loro colleghi che operano nelle migliaia di sedi degli istituti consociati sparsi in quasi tutto il mondo “occidentale”, applicando i fattori che sono causa di decadimento della società, provocano tramite i media, opinion leaders, agitatori di varia natura, eventi che portano a sostanziali cambiamenti favorevoli per i loro clienti, siano essi multinazionali o governi. In questo modo, stili di vita, che non possono condurre che verso la distruzione di chi li adotta, vengono introdotti per causare i cambiamenti voluti a favore dei clienti.

In che modo e per chi un cambiamento verso la distruzione può essere desiderabile?

Una guerra è favorevole per i fabbricanti e mercanti di armi, per le aziende che si occuperanno della ricostruzione, ecc. La falsa informazione sulla salute e sull’alimentazione, crea una popolazione ignorante e dalla salute in precario equilibrio, a favore dell’universo della salute e delle multinazionali delle derrate alimentari.

Il risultato di quei cambiamenti indotti con la tecnologia di Tavistock, è una popolazione che riesce a differenziare sempre meno il vero dal falso e con diminuita capacità di valutare il vero valore delle cose.

Tale popolazione accetterà, senza protestare molto, servizi scadenti, tassazioni elevate, trattamenti per malattie che in realtà sono progressivi avvelenamenti, riduzione di diritti ecc. Questo favorisce, per esempio, la facile vendita di prodotti scadenti di breve durata sul mercato, con immenso spreco delle risorse dei singoli cittadini a favore dei produttori di tali “beni”. La qualità non è più una costante, ma un lusso.

Per Tavistock il nemico è la verità in quanto le sue tecniche si fondano sulla menzogna. Tutte le operazioni e programmi che vengono portati avanti da individui addestrati a Tavistock o da altre istituzioni satelliti hanno un nobile intento apparente di aiuto e solidarietà, dietro al quale si nasconde quello vero: il malvagio intento di controllare il comportamento di ogni individuo a favore dei grandi interessi economici del pianeta.
Conclusione

A seguito di quanto hai letto nell’articolo, osserva i conduttori delle varie trasmissioni TV e dei vari TG e ti accorgerai che stanno vendendo per qualcuno, fosse anche solo per mezzo di un commentino buttato lì, apparentemente per caso. Ti ricordi la pandemia aviaria? Non ne parla più nessuno. Ma allora tutto il mondo dei media è entrato in movimento e ha fatto un bel can can. I governi hanno comprato milioni di dosi di vaccini, sono stati stampati manuali di sopravvivenza contro la pandemia, molte persone chiedevano in farmacia il “vaccino contro la pandemia, quella malattia lì degli uccelli”. Ogni tanto veniva data notizia che il tale istituto di ricerca aveva trovato il vaccino contro il virus dei polli, e così via. Bene hai assistito all’attuazione di un programma elaborato con le tecniche di Tavistock. E non puoi non aver notato che alcuni direttori di telegiornali non si lasciano scappare l’occasione di raccomandare di vaccinarsi per l’influenza ad ogni momento.

Oggi è necessario osservare e chiedersi, quando tramite i media viene sottoposto un affare vantaggioso che richiede la nostra approvazione, per chi sarà vantaggioso, come il passaggio dalla lira all’euro, tanto per fare un esempio. Altrimenti i polli saremo noi, e un po’ già lo siamo, ma siamo ancora in tempo per far regredire la mutazione.

fonte www.medicinenon.it/listituto-del-controllo-delle-masse

Per un approfondomento:
L'Istituto Tavistock - Libro
L'organismo occulto che governa le nostre menti - Controllo mentale e ingegneria sociale: gli oscuri meccanismi per sottomettere l'umanità
Daniel Estulin
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__l-isti...ituto_tavistock

orso in piedi
 
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Liberamente schiavi

Mi sono ripetutamente occupato della rete di spionaggio globale che da qualche anno, grazie sopratutto a Julian Assange e ad Edward Snowden, è venuta alla ribalta ed ha prodotto dei consistenti effetti sull’opinione pubblica mondiale.

di Piero Cammerinesi (corrispondente di Altrogiornale)

Tutti ricorderanno il clamore mediatico che costrinse, due anni fa, il governo americano a varare delle misure di controllo sulla cosiddetta bulk data collection. Era tuttavia chiaro, come paventavo in un precedente articolo, che le Agenzie avrebbero trovato facilmente il modo di aggirare l’ostacolo e di continuare indisturbati a spiare tutto lo spiabile.

È di ieri, infatti, la notizia di oltre 8.700 documenti della CIA messi in circolazione da parte di Wikileaks. Nonostante Snowden sia in esilio in Russia e Assange confinato in una stanza dell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, Wikileaks – pur con tutti i distinguo e i dubbi che lecitamente si possono avere su questa organizzazione – prosegue la sua opera di disvelamento della hybris dei poteri forti. Tali documenti aprono uno scenario terrificante sull’evoluzione dei sistemi di spionaggio informatico che le élite portano avanti da decenni – e questa è la cosa che più colpisce – nella sostanziale indifferenza dei popoli.

Ci infuriamo se qualcuno ascolta una nostra telefonata o se un familiare legge un nostro messaggio su WhatsApp – magari a fin di bene – ma tolleriamo distrattamente se poteri disumani controllano – e questi certamente non a fin di bene – ogni nostro sussurro mentre sediamo davanti alla televisione o usiamo il nostro smartphone.

Come le rane non ci accorgiamo che l’acqua diventa sempre più calda, ma quando vorremo saltar fuori dalla pentola sarà troppo tardi…

I quasi 9.000 files – 8.761 per la precisione – di Vault-7, così si chiama questo leak, sono, a detta di Wikileaks, solo la prima parte di un più ampio programma di rivelazioni che si riferiscono al periodo 2013-2016 ed aprono uno scenario terrificante sul controllo globale da parte delle super-agenzie militari.

Non solo controllo totale dei nostri smartphone ma monitoraggio delle nostre parole ed attività tramite i nostri apparecchi televisivi, senza parlare del progetto di controllare persino le autovetture che utilizziamo per spostarci. Quello che emerge da questi leaks è non solo lo stato di avanzamento tecnologico che consente un controllo pressoché totale sulla vita della gente ma anche la più assoluta indifferenza, da parte delle Agenzie, nei confronti delle leggi che dovrebbero tutelare la privacy di ogni cittadino. Ma forse il concetto di privacy vale solo per i membri dell’élite, per gli altri vale invece il totem della ‘sicurezza nazionale’…

Vault-7 ci rivela altresì che la sede centrale del Grande Fratello di Langley, in Virginia, ha una succursale – totalmente illegale secondo il diritto internazionale – presso il consolato USA di Francoforte, che ficca il naso negli affari di Europa, Medio Oriente e Africa.

Ma non è tutto. Dai documenti risulta anche che software di hakeraggio come SwampMonkey o Shamoon – che consente di rubare i dati e anche di distruggere completamente l’hardware – permettono di controllare totalmente i nostri apparati elettronici, PC, iPhone o Android. Last but not least, dai leaks emerge, infine, che alcuni di questi sistemi di controllo sarebbero stati sottratti alla CIA e potrebbero essere nelle mani di altre organizzazioni o altre Nazioni.

La CIA, interpellata, ha risposto – indovinate – con il solito No comment. Pensate dunque a questo scenario – per ostacolare il quale Wikileaks ha deciso di rivelare i files – di ordinaria follia: sono seduto sul divano a guardare il telegiornale – ma l’apparecchio TV potrebbe essere anche apparentemente spento – e pronuncio parole di critica verso il governo, magari parole che, attraverso i programmi di ricerca automatica di keywords, mi identificano come un ‘terrorista’. Continuo poi a dire o scrivere qualcosa di negativo sul governo o la polizia tramite il mio smartphone – che a mia insaputa è del tutto nelle mani degli spioni – e poi salgo in macchina per andare al lavoro o ad un appuntamento. Tramite la geolocalizzazione – che tutti attiviamo allegramente sul nostro iphone per trovare la pizzeria più vicina – o attraverso un controllo remoto attivato a mia insaputa sulla mia automobile, quest’ultima non risponde più ai comandi e io finisco fuori strada schiantandomi da qualche parte.

Fantascienza? No, realtà già pienamente possibile.

Il tutto giustificato dall’esigenza di combattere quel terrorismo che è stato creato ad arte per giustificare a sua volta il controllo globale.

“A me non interessa essere spiato, tanto non ho niente da nascondere”.

“Meglio essere spiato e tranquillo che rischiare un attentato”.

“La sicurezza prima di tutto”.

Chi la pensa così – e non sono pochi – sta collaborando al progetto di una umanità totalmente asservita ai poteri oscuri delle élite dominanti che – tramite la tecnologia e la realtà virtuale – da anni perseguono instancabilmente questo obiettivo.
Far sì che l’uomo scelga liberamente la sua schiavitù.

Il che deve portare, a mio avviso, a due conclusioni: prima di tutto che siamo corresponsabili di quanto ci accade e, in secondo luogo, che forse dobbiamo iniziare a ridimensionare la nostra dipendenza dal mondo della realtà virtuale per dedicare più tempo ed energie al mondo reale, quello che ci collega ai nostri simili in vincoli di sentimento e di libera azione.

Piero Cammerinesi: Sono un giornalista e ricercatore italiano indipendente che vive e lavora da anni negli Stati Uniti.
Già editore e pubblicista in Italia per tre decenni, ho studiato e lavorato in Italia, Germania e USA.

Ho frequentato la Scuola Orientale di Roma, approfondendo un percorso di studio del pensiero filosofico orientale antico, per laurearmi poi in Filosofia moderna, proseguendo gli studi in Germania, dove ho vissuto e insegnato.

Da sempre molto legato all’esoterismo ed alla cultura orientale ho seguito dapprima le lezioni e conferenze di Krishnamurti e gli insegnamenti di alcuni Yogin, fino all’incontro con Massimo Scaligero, che mi ha introdotto all’esoterismo occidentale. Per otto anni ho avuto lo straordinario privilegio di avere incontri settimanali personali con lui, fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1980.

Autore di articoli e saggi, ho tradotto dal tedesco libri di Rudolf Steiner, Gustav Meyrink e, più recentemente, di Judith von Halle.


Il nome “libero pensare” di questo sito intende sottolineare la mia indipendenza da qualsiasi dottrina, corrente o organizzazione esteriore, riconducendo ogni possibile ‘appartenenza’ alla Via del Pensiero di cui Massimo Scaligero è stato insuperato Maestro.

Fonte www.altrogiornale.org/liberamente-schiavi/

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view post Posted on 14/3/2017, 19:28

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Nel suo libro del 1928, intitolato Propaganda, Bernaysil guru delle P.R.) espone il proprio obiettivo:

“La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini e delle opinioni organizzate delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo nascosto della società costituiscono un governo invisibile che rappresenta il vero potere dominante del nostro paese...

“Noi siamo governati in gran parte da uomini di cui non abbiamo mai sentito parlare, che plasmano le nostre menti, formano i nostri gusti, suggeriscono le nostre idee. Questo è un logico risultato del modo in cui è organizzata la nostra società democratica. Numerosissimi esseri umani devono cooperare in questo modo per vivere insieme in una società correttamente funzionante.”

“Quasi in ogni atto della nostra vita, nella sfera della politica come degli affari, nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero etico, siamo dominati dal numero relativamente limitato di persone... che comprendono i processi mentali e i modelli sociali delle masse. Sono loro a tirare i fili che controllano la mente del pubblico...”

In che bella situazione ci troviamo.....

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view post Posted on 30/3/2017, 10:53

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GOVERNO OMBRA E MASS MEDIA CORROTTI: GIORNALISTI IN VENDITA

Pubblicato il: 30/03/2017 di SabinaMarineo

In tema di giornalismo che fa la differenza, un approfondimento necessario di Sabina Marineo, autrice del recente saggio Globalizzazione. La Terza Guerra, in memoria dello scomparso Udo Ulfkotte.

Udo Ulfkotte
http://nexusedizioni.it/media/cache/admin_....TqkyD-UIj5.jpg

Governo ombra e giornalisti corrotti. L’Europa è nelle mani di un'élite che si distanzia sempre più dalle popolazioni confinandole nell’indigenza o condannandole all’estinzione. Non sono i cittadini dell’UE a prendere le decisioni importanti, quelle che plasmano il futuro d’Europa. La democrazia, intesa come governo del popolo, non esiste più. Capitalismo, neoliberismo le hanno inferto il colpo di grazia. Oggi il potere decisionale lo hanno soltanto i giganti della finanza e delle multinazionali. E i mass media sono al loro servizio.

Udo Ulfkotte. “Giornalisti comprati”

Sono finiti i bei tempi in cui giornalisti noti e coraggiosi si esponevano in prima linea a grandi rischi allo scopo di pubblicare informazioni autentiche, scottanti, essenziali per conoscere la verità dietro le quinte. Quando i governi tentavano di nascondere delle realtà scomode, c’erano loro, i giornalisti, pronti a portarle alla luce. E questa dovrebbe essere la funzione di una testata seria: parlare di ciò che non deve essere detto, smascherare complotti, ingiustizie, soprusi. Purtroppo tale immagine si può relegare oggi nel mondo delle favole. Il giornalismo serio, quello alla Verbitsky, è vittima di una lenta agonia. Più sono famosi, più sono asserviti al potere. Dobbiamo forse cercare la verità soltanto presso qualche scribacchino squattrinato, qualche blogger sconosciuto? Pare proprio di sì.

Del resto viviamo nel mondo del consumo. Chi conosce ancora il significato più profondo delle parole “morale” e “libertà”? Molto più importante di una libera coscienza è il dio Denaro. Le banche sono i suoi templi, Wall Street è l’Olimpo in cui signori assoluti, alla stregua di divinità ormai irraggiungibili, giocano a fare i geni della finanza, i manager agguerriti e gli astri splendenti a capo delle multinazionali più prestigiose. Fra questi eletti e le popolazioni, ci sono i politici. Intermediari servili, pronti a eseguire i comandi ricevuti dall’alto. E poi ci sono i mass media, che si accodano completando l’opera. Divulgano, martellano con propagande ossessive. Creano l’anticristo e l’eroe.

Parliamo di giornalisti compiacenti che non intendono rischiare la carriera, la bella vita, il proprio futuro. Vogliono attingere al paradiso del consumo. Se possibile, in grande stile. A volte, però, alcuni di loro si ribellano. Improvvisamente nauseati da se stessi e dall’ambiente che li circonda, decidono di parlare sul serio, di scrivere sul serio. Il tedesco Udo Ulfkotte, di recente scomparso, era un giornalista ribelle, un ex vip della stampa. Perciò le informazioni da lui trasmesse si presentano particolarmente interessanti.

Nell’autunno 2014 è stato pubblicato in Germania un suo saggio che ha fatto grande scalpore e scatenato infinite discussioni, moti di indignazione, imbarazzanti smentite. Il titolo: “Gekaufte Journalisten”, giornalisti comprati. Sì, avete indovinato. Non è stato stampato da una delle maggiori case editrici, perché troppo scottante. L’editore alternativo Kopp, invece, ha preso la palla al balzo, facendosi portavoce delle denunce di Ulfkotte.

La grande risonanza di cui ha goduto il libro è dovuta soprattutto alla reputazione dell’autore stesso. Perché, come ho scritto più sopra, non si tratta di un giornalista sconosciuto, ma di un professionista quotato che ha lavorato 17 lunghi anni per una delle testate più autorevoli della Germania, il “Frankfurter Allgemeine”. Inoltre Ulfkotte era un esperto di cronaca di guerra, politica, servizi segreti, ed è stato buon amico del defunto pubblicista Peter Scholl-Latour, un mito del giornalismo tedesco, eccellente reporter di guerra in Asia e Medioriente scomparso nel 2014.

Nel suo saggio rivelatore l’insider Ulfkotte smaschera la stampa corrotta, descrivendone le tipiche strategie di manipolazione, ammettendo la propria colpa per averne fatto parte in passato, e rivelando i nomi di chi, in seno all’alleanza anglo-americana, tira i fili nascondendosi dietro i quotidiani più importanti del mondo. Gli agganci con organizzazioni come la Trilaterale di Henry Kissinger e il famigerato Gruppo Bilderberg affiorano poco a poco dal suo scritto di denuncia e non sono che la punta di un gigantesco iceberg fatto di militarismo, colpi di Stato, rivoluzioni pilotate, corruzione e propaganda.

L’arte della manipolazione mediatica

Un attento esame illumina le connessioni di certi direttori (citati per nome) di importanti giornali europei che sono al contempo membri di think thanks made in USA, come per esempio l'Aspen Institute con sede a Washington D.C.; oppure l’Atlantik Brücke (Ponte Atlantico), una società tedesco-americana con sede a Berlino. Anche le connessioni tra stampa e servizi segreti non vengono taciute da Ulfkotte. Per esempio, i frequenti contatti con il servizio segreto tedesco BND (Bundesnachrichtendienst). Scrive Ulfkotte:

“(…) Quando, ad esempio, venivo rifornito di informazioni dal BND locale, durante i miei servizi giornalistici all’estero per poter scrivere le notizie sul Frankfurter Allgemeine, questa routine mi pareva del tutto ‘normale’. In realtà non avevo mai la possibilità di controllare l’autenticità delle informazioni ricevute. Eppure le pubblicavo, avevo le spalle coperte dai miei chef di allora. Le definizioni che dovevo usare egli articoli, mi venivano dettate per la maggior parte dai servizi segreti. Chi lavorava per il Frankfurter Allgemeine era orgoglioso di stare in buoni contatti con i circoli dei servizi segreti. Nonostante nessuno potesse controllare le informazioni che quelli passavano. Le stampavamo e basta.” (U. Ulfkotte “Gekaufte Journalisten”, pag. 48)

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Davvero rassicurante. Dobbiamo tenere bene a mente queste parole e richiamarle alla memoria soprattutto mentre ascoltiamo (o leggiamo) le notizie della stampa ufficiale sulle guerre in giro per il mondo. È bene anche memorizzare un nome: “German Marshall Fund”, un’organizzazione di propaganda USA fondata in passato da Nahum Goldmann (1895 – 1982), l’allora presidente del Congresso Sionista. Il German Marshall Fund recluta in Germania dei lobbysti pro americani. Anche tra i giornalisti. Per assicurarsi una serrata propaganda in favore degli Stati Uniti.

La prassi è sempre la stessa. In caso di viaggio in compagnia di un politico, il giornalista vip riceve da questi una cartella di lavoro con le informazioni da pubblicare nel giornale in questione. Il segno del comando. Lo stesso fanno le potenti multinazionali, che addirittura finanziano lussuosi viaggi e soggiorni dei giornalisti delle testate più prestigiose in alberghi a cinque stelle situati nelle specifiche regioni del globo, affinché questi scrivano i loro articoli secondo le esigenze delle multinazionali stesse. Una tecnica tipica della Shell, signora del petrolio e dell’energia naturale a fianco di Exxon, BP e Total.

Ulfkotte rivela anche il segreto della villa “La Collina” situata a Cadenabbia, sulla riva del Lago di Como. Divenne nota perché inizialmente era la casa di vacanza del primo cancelliere tedesco Konrad Adenauer, che la frequentò dalla fine degli anni Cinquanta alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso. L’elegante edificio appartiene ancora oggi alla “Fondazione Konrad Adenauer”. Attualmente riveste la funzione di luogo d’incontro per meeting e conferenze, a disposizione di attività politiche, economiche e culturali. Ma alla fin fine nelle sue camere si riuniscono soprattutto importanti politici del partito tedesco CDU (Unione Cristiano Democratica), quello della cancelliera Angela Merkel.

Ed ecco che non lontano dalla villa La Collina, nella località di Bellagio, è situata una sede della “Fondazione Rockefeller”, che porta il nome di uno dei “padroni del mondo”. Ulfkotte scrive:

“Quando le élite della politica si incontravano segretamente con quelle americane per discutere su decisioni politiche, arrivavano alla villa La Collina, poi si recavano con il traghetto a Bellagio, all’albergo Villa Serbelloni, e venivano accolti con discrezione da un autista della Fondazione Rockefeller.” (U. Ulfkotte, op. cit. pag. 89)

E la nave va. I giornalisti scrivono, riversano fiumi di parole inutili. Osannano chi devono osannare, maledicono gli indesiderati. Nei termini usati per definire i diversi personaggi politici del momento si cela una vera e propria tecnica di guerra psicologica. Intanto i “signori della stampa” ricevono bustarelle con ingenti somme di denaro per partecipare a una certa conferenza importante o per avere la possibilità di dipingere, su grandi testate, certi politici con i colori più sfolgoranti a scapito di altri dalle tinte fosche. Continua Ulfkotte:

“Nel passato le condanne a morte avvenivano sulla piazza del mercato, oggi invece le praticano i mass media, eseguendole su tutti coloro che vanno contro la ‘correttezza politica’ imposta dall’alto. Chi contesta l’opinione imperante, viene liquidato in due e due quattro.” (U. Ulfkotte, op. cit. pag. 233)

È bene quindi essere sempre coscienti che il governo ombra recluta, per mezzo di suoi organi come i servizi segreti, le conferenze Bilderberg, la Trilaterale e il CFR (Council on Foreign Relations), dei giornalisti pronti a impugnare le sue propagande. Ovviamene lo fa tra i giornalisti più in vista, quelli che appaiono di continuo nelle trasmissioni televisive e sulle riviste famose [In Italia ad esempio, volti noti del giornalismo televisivo come Lilli Gruber, vedi http://www.nexusedizioni.it/it/CT/se-il-bi...anime-belle-212 e http://www.nexusedizioni.it/it/CT/bilderbe...a-si-parla-4773, o Monica Maggioni, vedi http://www.nexusedizioni.it/it/CT/monica-m...ral-italia-5278, sono membri fissi di strutture quali rispettivamente il Club Bilderberg e la Commissione Trilaterale, Ndr NEXUS]. Questi, a loro volta, si premurano di divulgare definizioni stabilite dall’alto che, in seguito alla loro onnipresenza giornaliera in tutti i mass media, s’imprimono in modo indelebile nella mente delle masse: Jihad in Europa, lotta contro il terrorismo, primavera araba.

I giornalisti comprati seminano l’angoscia nel pubblico presentandogli di continuo scene cruente di islamisti armati e imbacuccati, lo distraggono con notizie meno importanti (a volte addirittura insignificanti) dagli avvenimenti di rilievo che invece non deve conoscere, lo allontanano dalla realtà per presentargli una verità virtuale fatta di idoli effimeri: USA, soldi, prodotti consumistici, falsa libertà, falsa democrazia, qualche star del momento.

Tutto ciò fa parte del programma portato avanti da tempo dal governo ombra e mirato a raggiungere, il più presto possibile e a qualunque prezzo, il controllo di tutte le risorse del pianeta. Per far ciò, si passa allegramente da una guerra all’altra, si destabilizzano le nazioni, si mettono in atto drastici programmi per ridurre la popolazione mondiale (come le vaccinazioni di massa effettuate nel Terzo Mondo e sponsorizzate da Gates e Rockefeller), si privatizza ogni cosa, ora anche foreste, corsi d’acqua, regioni, montagne. È inutile minimizzare a oltranza, tirando in ballo l’etichetta del “complottismo”. Negare questi fatti non è più soltanto ingenuità, ma ipocrisia. Ogni giorno abbiamo la cruda realtà davanti agli occhi, se solo siamo pronti a vederla. Non giriamo la testa dall’altra parte. Non c’è più tempo da perdere.

SABINA MARINEO è autrice dei saggi: Prima di Cheope. Le origini e Globalizzazione. La Terza Guerra, pubblicati da Nexus Edizioni:

fonte http://nexusedizioni.it/it/CT/governo-ombr...in-vendita-5483

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view post Posted on 20/4/2017, 10:54

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IL CONTROLLO POLITICO CON LE ARMI A ENERGIA DIRETTA

Questo testo era stato inizialmente scritto per un webinar del Carnicom Institute tenutosi martedì 31 marzo 2011. (1)

Mentre il complesso militare-industriale continua a creare modi sempre più spregevoli per controllarci attraverso l’ambiente elettromagnetico, noi accettiamo questo incubo affidandoci sempre di più alle tecnologie di comunicazione personale a scapito della nostra salute e libertà.
VIVIAMO NELL’ERA ELETTROMAGNETICA E NON LO SAPPIAMO

Come è già accaduto per il nucleare, anche le tecnologie con radiazioni elettromagnetiche (EMR) da cui ormai siamo completamente circondati sono qualcosa che impareremo a conoscere a nostre spese. Facciamo tutti parte di un gigantesco esperimento mondiale, e sarebbe nel nostro interesse riconsiderare seriamente la situazione dell’elettroinquinamento, lo stress biologico, la salute mentale e persino i sistemi giudiziari. Potrebbe essere di conforto credere che sia l’ignoranza dell’impatto sulla salute umana già nel presente e per le generazioni future a permettere l’attuale proliferazione di ripetitori di telefonia e tecnologie wi-fi, ma la verità è che i pericoli intrinseci della tecnologia elettromagnetica non ionizzante e non termica sono ben noti, quanto meno agli scienziati finanziati dalle istituzioni militari, fin dai tempi del Progetto Pandora a metà degli anni Sessanta.

Riceviamo impulsi dall’ambiente: non c’è dubbio

Già all’inizio dell’era dei radar, non era possibile ignorare i sintomi degli operatori radar – sterilità, calvizie, cataratta, proliferazione leucocitaria e cambiamenti cromosomici – né tantomeno il fatto che spesso i loro figli nascevano con la sindrome di Down. La risposta dei militari fu di creare livelli di riservatezza ancor più inaccessibili e assicurarsi che le leggi sulla densità di corrente termica ignorassero gli effetti non termici. La Guerra fredda e le ricerche sull’elettromagnetismo in campo aperto andavano protette ad ogni costo, anche se il prezzo da pagare fosse stato la salute biologica.
A metà degli anni Novanta, l’Istituto nazionale americano per gli standard adottò le soglie di sicurezza indicate dall’Istituto degli ingegneri elettrici ed elettronici (IEEE): per la frequenza, da 300 kHz a 100 GHz – mentre in Nord America, Europa Occidentale e Giappone era tutto impostato per campi da 50-60 Hz – e per la potenza da 10 a 100 milliwatt per centimetro quadrato (mW/cm2), uno standard ben diverso da quello della Russia sovietica. Infatti, se il limite dei sovietici per gli ambienti di lavoro, da 1,0 microwatt a 10 microwatt, fosse stato adottato negli USA, il 90% delle stazioni radio FM avrebbe dovuto chiudere i battenti. Per il tasso di assorbimento specifico (SAR) per telefoni cellulari e ripetitori, la Commissione Federale per le Comunicazioni si è affidata nuovamente all’IEEE e anche al Consiglio nazionale per la protezione da radiazioni, dopodiché ha richiesto la legittimità alla Food and Drug Administration [ente per l’approvazione di alimenti e farmaci], all’Environmental Protection Agency [agenzia di protezione ambientale] e all’Occupational Safety & Health Administration [ente per la sicurezza sul lavoro], nessuno dei quali ha saputo supportare gli standard con ricerche scientifiche, scegliendo invece di credere alla versione dell’IEEE secondo cui gli effetti delle radiazioni EM non termiche non sono pericolosi, nonostante le molte prove di effetti biologici causati da densità di corrente non termica da 1.000 a 10.000 microwatt.

Dunque non dovrebbe sorprendere che nessuno di questi standard abbia valore di legge. Il complesso militare-industriale continua a usare le frequenze e la potenza che meglio crede, a cominciare da tutto ciò che funziona a batteria fino ad arrivare a treni elettrici, raffinerie, sistemi antifurto, metal detector, sistemi di navigazione aerea e navale, comunicazioni militare, 500.000 miglia di linee elettriche ad alta tensione e le loro sottostazioni che fungono da gigantesche antenne nella banda ELF [a frequenza estremamente bassa] a 60 Hz, e così via. I campi ELF ci bombardano dappertutto, e la frequenza di risonanza del corpo umano funge da antenna o ripetitore. Infatti, i sistemi di ELF nell’ambiente si sovrappongono alle frequenze e trasmettono impulsi al nostro corpo, interferendo con i tempi dei nostri cicli biologici e mettendo quindi a repentaglio il nostro sistema immunitario.

La frequenza di risonanza di picco si trova al centro della banda ad altissima frequenza (VHF, da 30 a 300 MHz) e include la radio FM, la televisione, le stazioni radio mobili a terra, le comunicazioni a lungo raggio con radiomodem, le comunicazioni dei radioamatori e marine, il controllo del traffico aereo, eccetera.
I cavi superconduttori aumentano di 20 volte la forza di campo intorno alle linee elettriche, e per qualche motivo nessuno si preoccupa se i forni a microonde diffondono fino a 5.000 microwatt e se la densità cumulativa delle onde radio intorno a noi è oltre 200 milioni di volte maggiore del livello naturale che arriva dal Sole, includendo le tempeste magnetiche solari che influiscono sulla risonanza di Schumann (2)... e tutto questo si riflette sui livelli elevati di ricoveri psichiatrici durante le tempeste solari.


Il nostro sistema immunitario è sotto assalto

Nonostante la disinformazione dei media asserviti alle aziende, i più attenti fra noi sanno che le frequenze estremamente basse hanno un impatto sostanziale su tutte le forme di vita e che le densità di corrente più basse possono fare danni peggiori delle densità alte quando si tratta di assorbimento di radiofrequenze (RF) o microonde. Nel suo libro del 1985 The Body Electric: Electromagnetism and the Foundation of Life, il medico Robert O. Becker sottolineava che dovremmo preoccuparci soprattutto delle frequenze estremamente basse:

“… I problemi principali giungono dalle frequenze estremamente basse, tuttavia le frequenze più alte producono gli stessi effetti se vengono pulsate o modulate nella gamma ELF. Questo avviene molto spesso dato che, per trasmettere informazioni, si interviene sulla forma delle microonde o onde radio. Per farlo, il raggio viene interrotto per formare gli impulsi oppure viene modulata la frequenza o ampiezza (dimensione) delle onde. Oltretutto, l’ambiente di oggi è un reticolo di segnali che si intersecano e in cui c’è sempre la possibilità che si producano effetti sinergici o che si ‘costruiscano’ nuovi segnali ELF da modelli di interferenza fra due frequenze maggiori. Per questo, gli esperimenti in cui delle cellule o organismi vengono esposti a una singola frequenza non modulata, per quanto a volte utili, sono irrilevanti al di fuori del laboratorio. Il più delle volte sono svolti da ricercatori il cui unico obiettivo è poter dire: ‘Visto? Non c’è motivo di preoccuparsi.’” (3)

Molti esperimenti hanno confermato reazioni di stress dovute a campi magnetici ed elettrici ELF e all’esposizione a microonde: questo stress è precursore di una condizione patologica che richiede il miracoloso intervento guaritore del sistema immunitario. Tuttavia, se lo stress non si riduce mai, il sistema immunitario è sotto attacco 24 ore su 24. Il Dott. Becker notava:

“... Nei suoi studi pioneristici sullo stress, il Dott. Hans Selye ha definito con chiarezza un modello che non ha eccezioni. Inizialmente lo stress attiva il sistema endocrino e/o immunitario a un livello più alto del normale, che consente all’animale di sfuggire ai pericoli o combattere le malattie. Se lo stress continua, i livelli ormonali e la reattività immunitaria scendono gradualmente a livelli normali. Se fermate il vostro esperimento a questo punto, apparentemente siete giustificati nel dire: ‘L’animale si è adattato; lo stress non produce danni’. Tuttavia, se la condizione stressante persiste, gli ormoni e i livelli immunitari calano ulteriormente, ben al di sotto della normalità. In termini medici, si è instaurato uno scompenso da stress, e ora l’animale è più suscettibile ad altri agenti di stress, fra cui lo sviluppo di masse maligne e patologie infettive.” (4)

In un periodo di 10-30 anni, le reazioni allo stress di esseri umani che vivono sotto i cavi dell’alta tensione e sopra le linee elettriche sotterranee sono state causa di cancro e altre malattie fra cui la depressione profonda, che può portare al suicidio. La corteccia surrenale si sovraccarica e il sistema endocrino non funziona a dovere. Negli uffici pieni di computer, luci, telefoni e fax, il campo elettromagnetico costringe il neurotrasmettitore acetilcolina a emettere segnali subliminali di pericolo. La pressione sanguigna e i modelli delle onde cerebrali cambiano, e salgono i livelli di trigliceridi nel sangue, forieri di ictus, infarti e arteriosclerosi. Reazioni da stress, cicli biologici sfasati, interferenze con il metabolismo cellulare e i processi di crescita... l’elenco continua, e culmina nell’alterazione genetica delle generazioni future.

Entriamo in una zona di guerra ubiqua

Oltre al fuoco incrociato delle radiazioni da stazioni di radio FM e televisioni e cellulari che saltano da un ripetitore all’altro, ci sono anche delle applicazioni militari. I consumatori si preoccupano delle comodità e della carriera, mentre il complesso militare-industriale investe sulle armi e il controllo, o le cosiddette “4 C” (Comando, Controllo, Comunicazioni, Computer). Se non avete mai notato questa presenza militare, il Dott. Becker vi spiega il perché:

“Dato che l’industria e le forze militari chiedono di usare senza limiti campi elettromagnetici e radiazioni, ai rischi intrinseci di questa attività vanno ad aggiungersi segretezza e inganni.” (5)

In tutti gli anni che ho passato a mettere insieme i pezzi delle illogicità della “sicurezza nazionale” sulle tecnologie EM, le lacune e le trappole della disinformazione, ho scoperto che la segretezza e gli inganni sono assolutamente reali. A questo aggiungiamo ciò che sostiene l’ingegnere elettronico Keith Harmon Snow:

“I militari usano le tecnologie delle microonde e l’energia elettromagnetica come parti integranti di sistemi d’arma, proprio perché sono nocivi per la vita.” (6)

Gli eventi dell’11 settembre 2001 hanno segnato un drammatico punto di svolta sotto molti aspetti, fra cui il maggiore uso di armi elettromagnetiche per incutere choc e timore nel pubblico: dalle tecnologie di sorveglianza elettronica come dispositivi e ricevitori di ascolto, sia di terra che satellitari e che possono emettere o meno radiazioni o sfruttare il laser, fino alle intercettazioni telefoniche o i telefoni “intelligenti” e i software Exaudio per rilevare e decodificare le emozioni, eccetera. Il film del 1998 Nemico pubblico, con Will Smith e Gene Hackman, ha offerto un’anteprima istruttiva di come i satelliti “che guardano dall’alto” come l’IRIS ci controllano attraverso raggi infrarossi e strumenti ottici. Le tecnologie telecomandate open-source di data mining e sorveglianza come microcomputer, riconoscimento di pattern, attivazione tramite voce e pensiero, che include il monitoraggio delle onde cerebrali del pensiero, oggi sono opportunità di business enormi (ecco perché si parla di “complesso militare-industriale).

In questa era elettromagnetica senza precedenti, il confine fra militare e civile sta rapidamente sparendo, a mano a mano che i militari ridefiniscono tutta la biosfera come “zona di guerra”. (7)

Le armi antiuomo, note eufemisticamente come armi “non letali” includono armi acustiche, phaser (amplificatori di fotoni attraverso l’emissione stimolata di radiazioni), armi a onde scalari psicotroniche e armi a infrarossi: tutte queste armi, caricate su un veicolo, possono arrivare in qualsiasi quartiere o in mezzo a un corteo pacifico di dimostranti politici in ogni nazione che abbia firmato un trattato per ospitare militari stranieri.

Prendiamo per esempio il trasmettitore di microonde ad alta potenza (HPM) noto come Active Denial System (ADS) che eroga impulsi di radiazioni elettromagnetiche a 95 GHz, fa bollire le molecole sopra e sotto la pelle e fonde gli organi del corpo, o il Long Range Acoustic Device (LRAD), un’arma sonica assolutamente silenziosa (“sistema di comunicazione acustico diretto”) che lancia un’onda termoelastica di pressione acustica ad alta frequenza (2,5 kHz) in un raggio di 30 gradi che grida silenziosamente nell’orecchio interno tramite conduzione ossea. Girando un po’ di più la rotella dell’LRAD si possono cuocere bulbi oculari e organi e provocare danni permanenti all’udito a 15 metri di distanza. Questo dispositivo “non letale” in genere viene montato su un fuoristrada Hummer e usato per il controllo della folla. (8) E tanti saluti al Primo Emendamento sulla libertà di riunione.

Un impulso elettromagnetico (EMP) antimateriale è la scarica di radiazioni EM risultante da una detonazione nucleare e/o un campo magnetico che oscilla all’improvviso. I campi elettrici o magnetici in rapido mutamento si accoppiano poi con i sistemi elettronici e producono correnti dannose e picchi di tensione. Una detonazione a poche migliaia di chilometri sopra la Terra potrebbe distruggere, e non semplicemente paralizzare, tutto ciò che è elettronico in un intero continente.

Le armi “non letali” di cui non si sente parlare

E poi ci sono armi EM che sono ancor meno note pubblicamente perché vengono usate in segreto per il controllo politico in una guerra silenziosa contro il popolo, i dissidenti e gli individui sgraditi ai vari “potenti”. Alcuni esempi sono i sistemi laser (a elettroni liberi, a raggi X, a fasci di particelle neutre, laser chimico ossigeno-iodio, laser chimico avanzato nel medio-infrarosso, ecc.) che provocano offuscamento della vista e ologrammi; il controllo della mente con realtà aumentata a fasci di ioni di plasma, che avviene tramite satelliti che prendono di mira i bersagli in base alle loro firme bioenergetiche e poi accoppiano il plasma con i loro campi EM; e naturalmente i vettori non-aurali che inducono direttamente messaggi subliminali silenziosi nel cervello, spesso noti con il nome di voice-to-skull (V2K, “voci nel cranio”) o telepatia sintetica. In linea con la segretezza e gli inganni della Guerra fredda, per collaudare le armi elettromagnetiche sono stati usati come bersagli migliaia di soggetti umani non consenzienti.

Iniziamo dal bicentenario dell’Indipendenza degli USA del 4 luglio 1976, quando fu finalmente rilevato un segnale radio sovietico a frequenza ultrabassa (ULF) noto come Woodpecker [Picchio]. Da un enorme trasmettitore d’amplificazione di Tesla a Kiev, era stato inviato un impulso con mediana di 10 Hz da qualche parte fra Corvallis e Eugene, in Oregon (le microonde modulate a impulsi sono vettori efficienti per i segnali per il controllo mentale, in quanto riescono ad attraversare il cranio che è resistente alle radiazioni non pulsate di basso livello, come per le ELF). Dunque è più che una coincidenza il fatto che fra il 1970 e il 1975 il tasso di suicidi a Medford, Oregon, si sia issato sopra la media nazionale.
Ciò che è meno risaputo è che il segnale Woodpecker sovietico veniva emesso costantemente da anni dalla vicina base militare USA verso Medford. Ciò significa che questi due colossi avevano collaborato per anni, durante l’intera Guerra fredda, negli esperimenti di elettromagnetismo sulla risonanza magnetica nucleare, l’induzione di tumori, l’interferenza con i processi mentali, eccetera. In realtà, il Woodpecker sovietico stava “cuocendo” fin dagli anni Cinquanta l’ambasciata statunitense a Mosca con il tacito consenso dell’intelligence americana nel quadro del Progetto Pandora. Già nel 1978, l’Operazione Pique della CIA – precursore dell’HAARP (programma attivo aurorale di ricerca ad alta frequenza) – faceva rimbalzare segnali radio dalla ionosfera e poi ne misurava gli effetti su gruppi di popolazione specifici.

Il 17 agosto 1975, il senatore Frank Church, a capo del “Comitato selezionato del Senato per lo studio delle operazioni governative sulle attività di intelligence”, disse al programma Meet the Press della NBC:

“So che in America esistono le capacità per realizzare una tirannia totale, e dobbiamo assicurarci che questa agenzia (l’NSA, Agenzia di Sicurezza Nazionale) e tutte le agenzie che possiedono questa tecnologia operino entro i termini di legge e con una corretta supervisione, in modo tale da non superare mai i limiti... da cui non c’è ritorno.”

Nello stesso anno, i sovietici proposero un divieto per le armi EM all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In seguito, durante le trattative per gli accordi SALT (Trattato per la limitazione degli armamenti strategici) il segretario generale sovietico Leonid Brezhnev descrisse queste armi come “le più spaventose che la mente umana abbia mai concepito”.

Si immaginava un futuro di fasci di elettroni induttori di amnesie e pistole ai magnetofosfeni che fanno “vedere le stelle”; generatori tascabili di infrasuoni VLF (20-35 kHz) che innescano nausea, diarrea e crampi addominali; satelliti di sorveglianza Brilliant Eyes dotati di scanner multispettrali, interferometri, radiometri a scansione rotatoria nel visibile e infrarosso, criorefrigeratori, letti di assorbimento ibridi, mappe cerebrali e neurofoni; fasci satellitari elettronici che individuano i bersagli umani in tempo reale e li attaccano con i laser...

Da MK-ULTRA a EMK-ULTRA

I programmi MK-ULTRA della Guerra fredda erano in continua evoluzione e assomigliavano sempre più a programmi di controllo mentale elettromagnetico a distanza. Già negli anni Cinquanta (ufficialmente MK-ULTRA prese il via nel 1953), il medico W. Ross Adey dell’Istituto di ricerca sul cervello dell’Università della California, finanziato dalla CIA, studiava le frequenze pulsate per armi con raggi confusionali. Interferendo con il flusso del calcio nel cervello è possibile disturbare la concentrazione, il sonno e le funzioni cerebrali. Lo scrittore Evelyn Waugh potrebbe essere stato bersaglio di una tecnologia simile (si veda il suo romanzo del 1957 La prova di Gilbert Pinfold). Il campione di scacchi russo Boris Spassky sosteneva di avere perso il campionato del mondo del 1972 contro Bobby Fischer dopo essere stato bombardato con raggi confusionali.

E poi c’era la LIDA, una macchina sovietica per la sincronizzazione delle onde cerebrali che emetteva onde a 10 Hz, seguita nel 1958 dal “neurofono”, inventato dal ricercatore Patrick Flanagan quando aveva appena 13 anni e viveva a Bellaire, Texas. Il neurofono era in grado di creare un disturbo aurale tramite microonde o laser, convertendo inizialmente il suono in impulsi elettrici che poi venivano trasmessi attraverso onde radio alla pelle convincendo il cervello di aver “udito” un suono. Il neurofono, come tutte le scoperte relative al controllo mentale, era immediatamente stato protetto da riservatezza per motivi di “sicurezza nazionale”.

Nel 1961, il neuroscienziato Allan Frey aveva sezionato dei vettori di microonde modulandovi una componente audio e aveva inviato un effetto uditivo a microonde alla corteccia uditiva dei destinatari. Si era scoperto che i fasci pulsati di microonde incrementavano la permeabilità della barriera ematoencefalica, il che a sua volta intensificava gli effetti di farmaci, batteri e veleni (sì, è possibile trasmettere le frequenze di malattie e farmaci attraverso energia elettromagnetica modulata o pulsata). Frey riusciva ad accelerare, rallentare o arrestare un cuore sincronizzando il battito cardiaco a un fascio di microonde pulsate.

Nel 1969, lo spagnolo José M. R. Delgado, professore di Yale e sostenitore di una società “psicocivilizzata”, perfezionò la stimolazione cerebrale elettrica a distanza (ESB) per controllare comportamenti, istinti ed emozioni.

Oggi, i fasci EMR mirati possono gestire il cervello come un giocattolo telecomandato. I bersagli si accorgono di essere “cotti” da microonde a bassa potenza (microwatt/cm2) pulsate a 300-3.000 MHz perché il fascio provoca scoppi, sibili, scatti o ronzii proprio dietro la testa.

Negli anni Settanta e Ottanta, lo scienziato russo Igor Smirnov, padre della “psicocorrezione” (glaciale termine da lui coniato per denotare l’uso di messaggi subliminali per alterare la volontà o modificare la personalità all’insaputa del soggetto), utilizzava l’elettroencefalogramma (EEG) per misurare le onde cerebrali. Dall’EEG, Smirnov riusciva a creare una mappa computerizzata del subconscio del soggetto, comprendente istinti quali rabbia e desiderio sessuale (la mappatura di posizionamento e distribuzione delle frequenze primarie per le frequenze che hanno una risposta biotelemetrica è nota nel mondo dell’intelligence come prima freaking). Con i messaggi subliminali registrati, Smirnov riusciva ad alterare il paesaggio mentale.

Nel 1973, il ricercatore Joseph C. Sharp del Walter Reed Army Institute of Research aveva modellato sul neurofono del Dott. Flanagan l’audiogramma di microonde pulsate, analogo alle vibrazioni di suoni verbali, riuscendo a trasmettere fasci di parole al cervello. La telepatia sintetica collega i segnali subvocalizzati del cervello a un computer attraverso un raggio “maser” (amplificazione a microonde tramite l’emissione stimolata di radiazioni). A quel punto un software associa specifici potenziali di eccitazione cerebrale a particolari parole e “legge” dalla corteccia uditiva pensieri subvocalizzati a 15 Hz, 5 mW. È la TV a circuito chiuso della mente.

Usando gli audiogrammi ELF trasportati da un singolo maser modulato a impulsi, i pensieri subvocalizzati di operatori telepatici sintetici si possono trasmettere nel cervello del soggetto per una “conversazione forzata”.

Come scrisse il Dott. Becker:

“Un dispositivo simile ha evidenti applicazioni in operazioni segrete volte a fare impazzire il soggetto che ‘sente le voci’ o a fornire istruzioni irrintracciabili per omicidi programmati.” (9)

Alla fine i monitor per le onde cerebrali sono passati dall’EEG al magnetoencefalogramma (MEG) che collega i modelli delle onde cerebrali attraverso un computer remoto a cristalli il cui software legge e traduce parole enunciate e pensieri silenziosi.

Gli scanner MEG hanno la velocità e la risoluzione per rendere possibile un’interfaccia cervello-macchina, e i superconduttori a temperatura ambiente hanno reso i MEG portatili perfetti per sperimentazioni o disturbi sul campo.

Nel 2003, la DARPA lanciò un programma per le interfacce cervello-macchina per creare “nuove tecnologie per aumentare le prestazioni umane attraverso la capacità di accedere in modo non invasivo in tempo reale ai codici del cervello e integrarli nel dispositivo periferico o nelle operazioni del sistema”. (10) Oggi, i soldati delle Forze Speciali statunitensi indossano “caschi del pensiero” con scanner MEG e zaini-supercomputer per l’elaborazione dei segnali. (11)

Non c’è un nascondiglio per la nostra mente

Dieci anni dopo l’ammonimento di Brezhnev, il Dott. Becker esprimeva le stesse preoccupazioni:

“Quando alla fine sarà possibile monitorare i potenziali evocati dall’EEG e combinarli con trasmissioni di radiofrequenze e microonde studiate per produrre pensieri o umori specifici, come l’ubbidienza e il compiacimento, si avrà un metodo di controllo mentale estremamente pericoloso per tutte le società: una tirannia senza terrore... La familiarità ipnotica di televisione e radio, combinata con gli effetti biologici dei loro fasci di trasmissione, potrebbero già costituire una forza simile per la standardizzazione di massa, sia che l’effetto sia voluto o meno.” (12)

L’attività di Signals Intelligence (SIGINT) dell’NSA controlla le onde cerebrali via satellite, decodifica potenziali evocati del cervello a 3,5 Hz, 5,0 milliwatt, e poi li trasmette a un computer con circuito integrato ad altissima velocità (VHSIC) per “conversazioni forzate”. Per la “clonazione EEG”, viene innanzitutto monitorato il campo elettromagnetico del bersaglio che poi è decodificato via software, dopodiché i modelli emotivi vengono reimmessi nel cervello del bersaglio o in un altro cervello. Mettendo un microchip da 5,0 micromillimetri nel nervo ottico sarà possibile prelevare impulsi neurali dal cervello per “origliare” il soggetto, dopodiché i pensieri si possono “salvare” su un computer finché verranno riproiettati nel cervello per essere rivissuti sotto forma di allucinazioni, voci di conversazioni passate, eccetera. Nel suo blog “Citizen Smith” il ricercatore Paul Baird ha descritto il processo in questo modo:

“Il pensiero umano funziona a 5.000 bit/sec, ma i satelliti e varie forme di biotelemetria possono trasmettere questi pensieri ai supercomputer nel Maryland (USA), in Israele, eccetera, che hanno una velocità di 20 miliardi di bit/sec. Questi, già oggi, controllano milioni di persone simultaneamente. Un giorno finiranno per monitorare praticamente chiunque... peggio di qualsiasi incubo da ‘Grande Fratello’ di orwelliana memoria si possa immaginare, e sarebbe la realtà. Eppure i nostri leader mondiali, che lo sanno, non fanno niente.

“... In genere i bersagli si accorgono che le loro onde cerebrali sono sotto controllo per via del feedback acustico del neurofono. In altre parole, il computer manda un ritorno (eco) del pensiero e poi i controllori umani commentano o rispondono verbalmente.

“Entrambe le operazioni sono facilitate dal neurofono.

“Mentre i commenti umani/dal vivo sono individualistici e non correlati ai processi di pensiero della vittima, spesso l’intelligenza artificiale coinvolta ripete a pappagallo delle espressioni standard. Queste vengono innescate dai pensieri del soggetto mentre i controllori umani restano in silenzio o sono assenti. Per rendervi conto di quanto possa essere terribile una simile invasione della privacy, immaginate di essere interrogati sul vostro passato mentre siete sdraiati a letto. Alla fine vi addormentate, e fate dei sogni personali o ‘indotti’, solo per poi svegliarvi ascoltando i commenti e le prese in giro del controllore riguardo ai vostri pensieri subconsci (sogni).” (13)



Nelle case e negli uffici di tutta la nazione, scanner di onde millimetriche penetrano attraverso le pareti alla ricerca di cervelli target in cui le trasmittenti di microonde possano colpire potenziali di eccitazione che inducono umori specifici. Le altre persone nella stanza non si accorgeranno che un potenziale di eccitazione per il suicidio o l’omicidio sta impostando il cervello del loro amico o parente sulla depressione o sulla rabbia (questa tecnologia potrebbe essere la vera causa dei “suicidi” dell’attivista politico Abbie Hoffman, del cantante Kurt Cobain, del giornalista Gary Webb, eccetera). Lo scienziato britannico Tim Rifat ha dato questa spiegazione:

“... I direttori dei servizi segreti ora sono al settimo cielo; se qualcuno diventa un problema, gli parcheggiano fuori di casa il ‘team di controllo mentale per i suicidi’. Dopo qualche settimana, la vittima si uccide da sola...

“Nel caso che i servizi segreti militari non vogliano che ti suicidi, possono sempre farti impazzire. Possono farlo indirizzando al tuo cervello il potenziale di eccitazione di un particolare stato mentale patologico mentre sei a casa tua. Per aiutarsi, gli operativi dei servizi segreti possono inserire suoni e parole nel cervello della vittima. Questo udito intercerebrale è usato per portare la vittima alla follia, perché nessun altro può sentire le voci trasmesse nel cervello target. La trasmissione di dati uditivi direttamente nel cervello della vittima usando fasci vettori di microonde oggi è una pratica comune.” (14)

Non serve una laurea per rendersi conto che il controllo via satellite e le tecnologie over-the-horizon non riguardano solo i “terroristi”. Torture e interrogatori a distanza, ricordi innescati da domande al neurofono, analizzatori di onde cerebrali che inducono “conversazioni forzate” e programmazione cerebrale possono trasformare in campi di concentramento elettronici le nostre case e luoghi di lavoro. È uno stupro mentale e un furto di proprietà intellettuale direttamente dalla nostra testa. Pensare agli usi silenziosi, invisibili, indimostrabili che si possono fare di queste armi fa girare la testa.

Quando Michael Dukakis ebbe la sfortuna di scontrarsi con l’ex direttore della CIA George H. W. Bush alle elezioni presidenziali del 1988, sua moglie Kitty fu portata sull’orlo del suicidio... eppure come si poteva dimostrare che la causa fosse un attacco elettromagnetico? I pensieri e le emozioni di milioni di bersagli vengono raccolti e archiviati su computer per migliaia di usi nefandi mentre gli operatori, le ultime ruote del carro, continuano a monitorare e molestare chiunque sia nelle mire dei loro capi.

Il Quarto Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti si riferisce anche alle perquisizioni irragionevoli e al sequestro della mente? I tentativi di arginare l’uso illegale delle armi “non letali” finora sono falliti o sono stati inefficaci:

• Il senatore John Glenn, che ben conosce la verità di questa tecnologia, ha presentato nel 1997 un disegno di legge chiamato Human Research Subjects Protection Act, (15) che è stato bocciato.

• Il 28 gennaio 1999, il Parlamento Europeo ha fatto passare la Risoluzione A4-0005/1999. La bozza della risoluzione trattava esplicitamente delle armi EMR, ma il testo della sezione 27 della risoluzione finale recitava “un divieto globale allo sviluppo e schieramento di armi che potrebbero consentire qualsiasi forma di manipolazione degli esseri umani”. (16)

• Nel 2001 è stato presentato al Congresso lo US Space Preservation Act, HR2977, per vietare tutte le armi a energia diretta (DEW). Dopo essere stata riscritta più volte, la legge è stata bocciata. (17)

• Nel 2002, l’Istituto delle Nazioni Unite per la ricerca sul disarmo ha identificato formalmente una nuova categoria di armi di distruzione di massa: controllo psicotronico della mente e altre armi a risonanza elettromagnetica. (18)

Per quanto io sappia, le uniche leggi che condannano l’uso delle armi elettromagnetiche contro i cittadini sono i Public Acts 256 e 257 del Michigan, firmati dal governatore canadese di nascita Jennifer Granholm il 28 dicembre 2003. (19) La pena, in base all’Act 257, va da 15 anni all’ergastolo... ma veramente in Michigan i colpevoli vengono perseguiti?

Una guerra cognitiva

Quando il senatore Church, nel 1975, si riferiva a “questa agenzia e tutte le agenzie che possiedono questa tecnologia”, non stava pensando solo all’NSA, alla CIA e all’FBI, ma anche alla DIA, l’agenzia di intelligence della Difesa. L’asimmetrica “rivoluzione degli affari militari” ha sempre incluso una guerra cognitiva che utilizza “simulazioni di personalità strategiche” (personalità multiple) create dall’MKULTRA per varie missioni segrete. La cognotecnologia di nanotecnologie, biotecnologie e informatica è sempre stata prioritaria e centrale. Gli operativi dei servizi segreti vengono traumatizzati e sottoposti a elettroshock per cancellare i ricordi, agli assassini delle forze Navy SEAL viene ripulito il cervello, ai soldati vengono iniettati biochip IMI (interfaccia controllata da intelligence) per consentire ai supercomputer dell’NSA da 20 miliardi di bit al secondo di tracciarli e vedere e sentire ciò che vedono e sentono grazie a un sistema di monitoraggio remoto. (20)

Ora, il confine fra civile e militare è stato cancellato, e tutti noi viviamo in una zona di guerra.

Sono società di sicurezza privata, malavitosi e criminali affiliati ai servizi segreti a fare il lavoro sporco in modo che non si scopra il coinvolgimento delle agenzie federali. (21) Il compito di questi sicari include il sopraccitato “suicidio”, noto nel mondo dell’intelligence come “esecuzioni dell’NSA autoinflitte”, la fase finale di una “ingegneria psicologica” controllata a distanza. Oppure i sicari gestiscono da remoto immagini cerebrali e sogni attraverso la componente scalare di un campo magnetico debole. (22)

L’ingegnere nucleare ora in pensione Ten.Col. Thomas E. Bearden disse in un’intervista del 1991 che i fenomeni elettromagnetici scalari consentono di costruire forme di pensiero a richiesta e immetterle direttamente nella mente e nella memoria a lungo termine attraverso ciò che lui definisce “un canale nascosto in cui riversare gli input”. (23)

Questa è la nuova guerra cognitiva, una forma di controllo mentale che impiega campi acustici, ottici ed elettromagnetici, o li combina, per interferire con i processi biologici. (24) È possibile bloccare i movimenti volontari dei muscoli, controllare le emozioni e azioni, indurre o impedire il sonno, cancellare i ricordi a breve e a lungo termine... controllando il tutto a distanza. Gli S4 (Silent Sound Spread Spectrum, spettro espanso sonoro silenzioso) a bordo degli aerei militari EC-130E Commando Solo inducono onde cerebrali, poi trasportano gruppi di firme emotive o comandi vocali su bande AM, FM, HF, televisive o militari attraverso il sistema di comunicazione militare Omega.

I set di trasmissione preparatori codificati su fasci di microonde producono attacchi cardiaci, ictus, paralisi, eccetera. Sui bersagli vengono sparate malattie, come l’influenza. Gli edifici dove si radunano i gruppi di dissidenti vengono trasformati istantaneamente in campi di battaglia. I rapimenti perpetrati dai governi vengono mascherati da rapimenti alieni, in cui a un raggio paralizzante segue una perdita di memoria a breve termine e l’impianto di nuovi ricordi falsi. Le intercettazioni oggi si svolgono sparando raggi laser sulle finestre per esporre le modulazioni dei suoni all’interno. Anche i messaggi subliminali in televisione e nei film non sono stati eliminati, bensì migliorati: immagini nascoste a bassa luminosità si confondono appena sotto la soglia della normalità visiva per produrre un film dentro il film, insieme a precise trasmissioni digitali di codici di colore esadecimale come quelle del film Incontri ravvicinati del terzo tipo... ed era il 1977. E non dimentichiamoci dei messaggi subliminali ai concerti e negli MP3.

Il pubblico tende a dimenticare che le aziende di telecomunicazione sono appaltatori militari che esercitano un potere quasi assoluto sulla comunità. Pochi sanno che negli Stati Uniti, nel 1995 – l’anno prima dell’eclatante Telecommunications Act del 1996 – il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento della Giustizia, attraverso l’Istituto Nazionale di Giustizia, aggregarono le forze militari, gli appaltatori della difesa, gli scienziati che ricevevano fondi militari e le forze di polizia intorno a una politica unificata sul doppio uso delle armi non letali come ADS, Long Range Acoustic Device (LRAD) e le tecnologie di controllo mentale EM a distanza di cui abbiamo parlato, e hanno trasformato il termine “nemico esterno”, retaggio della Guerra fredda, in “avversario [straniero o interno]” (ora “terrorista”), che nel linguaggio comune indica chiunque faccia qualcosa di sgradito per le forze militari o di polizia. (25)

L’operazione Weed & Seed

Parlando di comunità, l’operazione Weed & Seed [strappare le erbacce e seminare, NdT] del Dipartimento di Giustizia è considerata un’iniziativa volta allo sviluppo della comunità con l’intento di combattere la criminalità violenta, l’uso di droghe e le gang. O forse la sua finalità è un’altra? Nel suo libro del 1997 Mind Control, World Control, il compianto ricercatore Jim Keith raccontava come aveva vissuto per tre anni nel quartiere Tenderloin di San Francisco, dove la cima del Federal Building era in realtà uno scudo per radar, microonde e radio per una serie di dispositivi di comunicazione. Da quel tetto si vede tutta Tenderloin, il che significa anche che le onde radio passano in qualsiasi direzione senza ostacoli. Dato che le emissioni ELF e ULF (come le trasmissioni televisive) non passano agevolmente attraverso il terreno o gli edifici, Keith notava che ogni mattina e sera i suoi pensieri erano perturbati da un brusio o una cantilena dentro la sua testa. Da fuori sentiva i vicini gridare e minacciare, e gradualmente si rese conto che Tenderloin era un esperimento in doppio cieco monitorato dal dipartimento di polizia. Del resto, chi avrebbe preso sul serio le lamentele di gente povera, mentalmente instabile o tossicodipendente? (26)

Tim Rifat nel 1999 riportava che nel Sussex, Inghilterra, la polizia aveva l’uso esclusivo della frequenza di microonde a 450 MHz sulla propria antenna da 60 metri: la stessa frequenza usata da Ross Adey, pulsata a 0,75 mW/cm2, per la modifica dei comportamenti. Si tratta della stessa modulazione di impulsi degli auricolari per i cellulari.

Se si pulsa un segnale ELF a tale frequenza alle antenne intorno alla città, questo risuonerà nei campi pulsati intorno alle linee elettriche, si reirradierà ed entrerà nelle case attraverso i circuiti della luce. (27)

Ora si stanno costruendo centinaia di nuove torri e antenne per far funzionare gli iPhone ormai da 5 gigabyte in una rete NetRad modulata a impulsi. (28) In cima a ogni torre c’è una radiazione di onde lunghe, di microonde, che penetra nei tessuti e bombarda chiunque si trovi sotto di essa o nel suo raggio; in basso, monitor video, mini-sensori (magnetici, sismici, infrarossi, radar, sforzo del campo EM) ed elaboratori di segnali, teoricamente per la sorveglianza meteo e atmosferica, il rilevamento di agenti biologici, emissioni di radiazioni, eccetera.
NetRad è stata messa a punto dal complesso militare-industriale: UMass Microwave Remote Sensing Laboratory, AT&T, Radian/Onex Corporation e altri tentacoli del polipo di appaltatori militari protetti dall’Harvard Center for Risk Analysis, leader nel settore dell’analisi del rischio finanziata da 100 delle più grandi e potenti aziende del settore, di certo uno dei sostenitori attivi del Telecommunications Act del 1996.
Sotto forma di comodità per il consumatore, la tecnologia a doppio uso è in arrivo in ogni quartiere. Doppio uso, doppio rischio.


Conclusione

Molti dei dati storici di questo saggio provengono da testimonianze della CIA deposte il 21 settembre 1977 davanti alla Sottocommissione per la ricerca medica e scientifica, insieme a materiali non riservati richiesti in base all’atto sulla libertà d’informazione. Altre informazioni sono disponibili su Internet, grazie ai ricercatori e bersagli che hanno vissuto direttamente le torture delle armi a energia diretta: soggetti sperimentali non consenzienti che spesso sono persone indipendenti e molto comunicative che vivono sole e senza buone relazioni familiari, ma a volte hanno parentele legate ai servizi segreti o di sicurezza. Sebbene non tutte le denunce siano credibili, secondo la mia esperienza la maggior parte lo sono... se si ha una certa familiarità con la tecnologia.
Non siamo che topi di laboratorio per l’esperimento sull’impotenza appresa del Dott. Martin Seligman. Le nostre paure e la depressione, la passività, l’isolamento, la cattiva salute, l’immobilismo, lo stress e persino la pazzia e il suicidio vengono registrati e analizzati. Denunciate questo monitoraggio e le interferenze elettroniche alla polizia e verrete screditati. Grazie al Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, confezionato dall’American Psychiatric Association in parte per formulare diagnosi di copertura per particolari tecnologie high-tech, se cercherete protezione in un reparto psichiatrico vi verrà diagnosticata la schizofrenia paranoide e nessuno vi crederà mai. Probabilmente queste armi sono in attesa dei prossimi americani che cercheranno di esercitare i propri, sempre più deboli, diritti civili. Nelle nostre città, non sentiamo più la risonanza di Schumann, insieme alla quale tutta la vita della Terra pulsa in armonia. Siamo imprigionati in una nebbia elettromagnetica, e cuociamo a fuoco lento in un brodo elettromagnetico. I nostri cicli biologici sono disattivati, e lo stress cronico e le malattie dilagano. Nel frattempo, l’industria medica e farmaceutica si arricchiscono più di quanto avessero mai sognato.

Come disse il Dott. Becker, la nuova arma è la manipolazione del nostro ambiente elettromagnetico, perché opera in modo impercettibile e influisce sui nostri meccanismi vitali mentre siamo al cellulare o al computer, ascoltiamo musica, guardiamo la TV o passiamo dallo scanner a raggi X all’aeroporto.
È tempo di sottrarci all’incantesimo della tecnologia che ci ha ammaliati e accorgerci del patto col diavolo che abbiamo stretto con i poteri che hanno in mente per noi un futuro transumanista “avanzato”. L’ex ingegnere Eleanor White della Marina statunitense scrive:

“Per la prima volta nella storia, un essere umano nascosto, a distanza, è in grado di controllare i pensieri e le azioni di un altro usando un’ipnosi irrintracciabile, grazie a tecnologie elettroniche tuttora segrete. Queste tecnologie hanno aggirato completamente i sistemi giudiziari del mondo... Le armi che non lasciano prove rendono facile e sistematico perpetrare crimini per vendetta.” (29)

Perdere la libertà di pensiero è molto peggio che perdere una repubblica. Significa perdere la civiltà e ciò che ci rende umani. È un prezzo troppo alto da pagare per continuare a cullarci fra le catene del comfort e della praticità.

L’autrice:

Elana Freeland vive a Olympia, Washington, USA. Pioniera della pedagogia Waldorf (steineriana), lavora come scrittrice e relatrice. Nell’ultimo ventennio ha curato libri su diversi argomenti e ha redatto le storie di sopravvissuti dell’MK-ULTRA e di abusi rituali. È autrice della serie Sub Rosa America, un ciclo di romanzi sulla storia degli Stati Uniti dopo l’assassinio del presidente John F. Kennedy. È autrice di Chemtrails, HAARP, and the Full Spectrum Dominance of Planet Earth (Feral House, 2014). Può essere contattata per posta elettronica all’indirizzo [email protected].
Note

1. http://tinyurl.com/mjf3whu

2. La risonanza di Schumann è la frequenza di risonanza dell’atmosfera terrestre fra la superficie e le parti più dense della ionosfera.

3. Becker, Robert O. e Gary Selden, The Body Electric: Electromagnetism and the Foundation of Life, Wm Morrow, 1985, p. 284

4. op. cit., p. 277

5. op. cit., p. 278

6. Snow, Keith Harmon, “NETRAD in the Neighborhood”, Montague Reporter, 28 febbraio 2004, http://tinyurl.com/nmp47af

7. Governo USA, ecc., 21st Century U.S. Military Documents: Air Force Intelligence, Progressive Management, 2013

8. L’LRAD è stato impiegato di recente contro i manifestanti di Ferguson, Missouri. Cfr. Lily Hay Newman, “This Is the Sound Cannon Used Against Protesters in Ferguson”, Future Tense, 14 agosto 2014, http://tinyurl.com/ka3g73f.

9. Becker, op. cit., p. 319

10. “BAA 01-42, Addendum 1, Special Focus Area: Brain Machine Interfaces”, http://tinyurl.com/o25wxzp

11. Thompson, Mark, “The Army’s Totally Serious Mind-Control Project”, Time, 14 settembre 2008, http://tinyurl.com/mkxhjuu

12. Becker, op. cit., p. 320

13. http://tinyurl.com/olhx8r9

14. Rifat, Tim, “Microwave Mind Control”, www.whale.to/b/rifat.html. Cfr. anche “Remote Viewing” (NEXUS 3/06) e “The ESP of Espionage” (NEXUS 4/01- 02).

15. http://tinyurl.com/pjj5lxh

16. Parlamento Europeo, “Resolution on the environment, security and foreign policy”, 28 gennaio 1999, http://tinyurl.com/kcll7be

17. http://tinyurl.com/6srz67q.

18. http://tinyurl.com/o7uxuye

19. http://tinyurl.com/kychtxr

20. Cfr. Rauni-Leena Luukanen-Kilde, “Microchip Implants, Mind Control, and Cybernetics”, http://tinyurl.com/ywj3q, prima edizione Spekula, 3rd Quarter, 1999. Cfr. Tom Burghardt, “Defense Intelligence Agency Seeking ‘Mind Control’ Weapons”, 24 agosto 2008, http://tinyurl.com/mhhpwn2.

21. “Brainwash killers ‘still in use’”, HeraldScotland.com, 26 maggio 1995, http://tinyurl.com/nqakhdt

22. Eldon Byrd, ex scienziato per Naval Surface Weapons, Office of Non-Lethal Weapons, ha pubblicato degli studi sulla telemetria delle onde cerebrali (misurandole a distanza con tecnologie wireless) e la psico-attività dei campi elettromagnetici ELF e scalari. Cfr. Arlene Tyner, “High Tech Crimes and Electromagnetic Madness”, ottobre 2001, http://tinyurl.com/lqyoznp.

23. Patten, Terry e Michael Hutchison, “Interview with Lt. Col. Thomas E. Bearden (Ret.)”, Megabrain Report, 4 febbraio 1991, disponibile su http://tinyurl.com/k4ca9kv

24. US Air Force Scientific Advisory Board, New World Vistas, 1996

25. Per approfondire, cfr. LTC Paul R. Capstick, US Army, “Non-Lethal Weapons and Strategic Policy Implications for 21st Century Peace Operations”, 26 febbraio 2001, http://tinyurl.com/n56hum3.

26. Keith, Jim, Mind Control, World Control, Adventures Unlimited Press, USA, 1997

27. Rifat, Tim, “Mind Control in the UK”, The Truth Campaign, primavera 1999, www.whale.to/b/rifat4.html

28. Snow, op. cit.

29. http://alturl.com/4pwqi. Eleanor White è difensore civico per le vittime di stalking organizzato e molestie elettroniche.

fonte http://nexusedizioni.it/it/CT/il-controllo...ia-diretta-5507

orso in piedi
 
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