Movimento Indigeno

INDEBITATI COL DIAVOLO

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view post Posted on 18/6/2011, 14:51

Guida Spirituale

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Se qualche anima pia, ha seguito un po questo forum,sa esattamente quale ne è il pensiero dominante.
E' per questo che quasi ho fatto un salto sul divano nel momento in cui vedo questa trasmissione,SCENARI,su RAINEWS.
Mai ho visto una trasmissione tanto coraggiosa e chiara,a parlare,anzi accusare le banche,il sistama finanziario del dissesto finanziario mondiale.
Rainews,le notizie piu libere!
Introduzione

Siamo soffocati dai debiti. In Europa come negli Stati Uniti ci si interroga sulle responsabilita’ delle grandi banche. Ma al di la’ delle denunce verbali nessuna sa cosa fare. In America il dibattito riguarda le vie per risanare il deficit pubblico: la destra vuole tagliare le spese sociali, i liberal chiedono più tasse per i ricchi. In Europa in Grecia a Islanda c’e’ chi parla di un debito odioso e si rifiuta di ripagarlo. Intanto in Italia l’assoluzione delle grandi banche coinvolte nella vicenda Parmalat ha rilanciato il tema della difesa dei piccoli risparmiatori. Sono anch’essi vittime della crisi mentre gli istituti di credito continuano a realizzare enormi profitti. [06-05-2011]

La trasmissione Scenari la potete seguire qui:

http://scenari.blog.rainews24.it/?p=494

buona visione

orso in piedi
 
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view post Posted on 22/6/2011, 12:17

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Ecco uno splendido esempio di democrazia dal basso.Un popolo che riprende le redini del suo futuro.
E noi,oltre a lamentarci come bambini viziati,cosa facciamo?

NESSUNA NOTIZIA DALL'ISLANDA?
21/06/2011
Storie di ordinaria rivoluzione: nessuna notizia dall'Islanda?

di Marco Pala



Qualcuno crede ancora che non vi sia censura al giorno d'oggi?

Allora perchè, se da un lato siamo stati informati su tutto quello che sta succedendo in Egitto, dall'altro i mass-media non hanno sprecato una sola parola su ciò che sta accadendo in Islanda?

Il popolo islandese è riuscito a far dimettere un governo al completo; sono state nazionalizzate le principali banche commerciali; i cittadini hanno deciso all'unanimità di dichiarare l'insolvenza del debito che le stesse banche avevano sottoscritto con la Gran Bretagna e con l'Olanda, forti dell'inadeguatezza della loro politica finanziaria; infine, è stata creata un'assemblea popolare per riscrivere l'intera Costituzione. Il tutto in maniera pacifica. Una vera e propria Rivoluzione contro il potere che aveva condotto l'Islanda verso il recente collasso economico.

Sicuramente vi starete chiedendo perchè questi eventi non siano stati resi pubblici durante gli ultimi due anni. La risposta ci conduce verso un'altra domanda, ancora più mortificante: cosa accadrebbe se il resto dei cittadini europei prendessero esempio dai "concittadini" islandesi?

Ecco brevemente la cronologia dei fatti:

2008 - A Settembre viene nazionalizzata la più importante banca dell'Islanda, la Glitnir Bank. La moneta crolla e la Borsa sospende tutte le attività: il paese viene dichiarato in bancarotta.

2009 - A Gennaio le proteste dei cittadini di fronte al Parlamento provocano le dimissioni del Primo Ministro Geir Haarde e di tutto il Governo - la Alleanza Social-Democratica (Samfylkingin) - costringendo il Paese alle elezioni anticipate. La situazione economica resta precaria. Il Parlamento propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.

2010 - I cittadini ritornano a occupare le piazze e chiedono a gran voce di sottoporre a Referendum il provvedimento sopracitato.

2011 - A Febbraio il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare. Le votazioni si tengono a Marzo ed i NO al pagamento del debito stravincono con il 93% dei voti. Nel frattempo, il Governo ha disposto le inchieste per determinare giuridicamente le responsabilità civili e penali della crisi. Vengono emessi i primi mandati di arresto per diversi banchieri e membri dell'esecutivo. L'Interpol si incarica di ricercare e catturare i condannati: tutti i banchieri implicati abbandonano l'Islanda. In questo contesto di crisi, viene eletta un'Assemblea per redigere una Nuova Costituzione che possa incorporare le lezioni apprese durante la crisi e che sostituisca l'attuale Costituzione (basata sul modello di quella Danese). Per lo scopo, ci si rivolge direttamente al Popolo Sovrano: vengono eletti legalmente 25 cittadini, liberi da affiliazione politica, tra i 522 che si sono presentati alle votazioni. Gli unici due vincoli per la candidatura, a parte quello di essere liberi dalla tessera di qualsiasi partito, erano quelli di essere maggiorenni e di disporre delle firme di almeno 30 sostenitori. La nuova Assemblea Costituzionale inizia il suo lavoro in Febbraio e presenta un progetto chiamato Magna Carta nel quale confluiscono la maggiorparte delle "linee guida" prodotte in modo consensuale nel corso delle diverse assemblee popolari che hanno avuto luogo in tutto il Paese. La Magna Carta dovrà essere sottoposta all'approvazione del Parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni legislative che si terranno.

Questa è stata, in sintesi, la breve storia della Ri-evoluzione democratica islandese.

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Abbiamo forse sentito parlare di tutto ciò nei mezzi di comunicazione europei?

Abbiamo ricevuto un qualsiasi commento su questi avvenimenti nei noiosissimi salotti politici televisivi o nelle tribune elettorali radiofoniche?

Abbiamo visto nella nostra beneamata Televisione anche un solo fotogramma che raccontasse qualcuno di questi momenti?

SINCERAMENTE NO.

I cittadini islandesi sono riusciti a dare una lezione di Democrazia Diretta e di Sovranità Popolare e Monetaria a tutta l'Europa, opponendosi pacificamente al Sistema ed esaltando il potere della cittadinanza di fronte agli occhi indifferenti del mondo.

Siamo davvero sicuri che non ci sia "censura" o manipolazione nei mass-media?

Il minimo che possiamo fare è prendere coscienza di questa romantica storia di piazza e farla diventare leggenda, divulgandola tra i nostri contatti. Per farlo possiamo usare i mezzi che più ci aggradano: i "nostalgici" potranno usare il telefono, gli "appassionati" potranno parlarne davanti a una birra al Bar dello Sport o subito dopo un caffè al Corso. I più "tecnologicamente avanzati" potranno fare un copia/incolla e spammare questo racconto via e-mail oppure, con un semplice click sui pulsanti di condivisione dei Social Network in fondo all'articolo, lanciare una salvifica catena di Sant'Antonio su Facebook, Twitter, Digg o GoogleBuzz. I "guru del web" si sentiranno il dovere di riportare, a modo loro, questa fantastica lezione di civiltà, montando un video su YouTube, postando un articolo ad effetto sui loro blog personali o iniziando un nuovo thread nei loro forum preferiti.

L'importante è che, finalmente, abbiamo la possibilità di bypassare la manipolazione mediatica dell'informazione ed abbattere così il castello di carte di questa politica bipartitica, sempre più servile agli interessi economici delle banche d'affari e delle corporazioni multinazionali e sempre più lontana dal nostro Bene Comune.


In fede,
il cittadino sovrano Marco Pala
(alias "marcpoling")

Grazie Marco.

orso in piedi
 
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view post Posted on 30/6/2011, 17:29

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un bella disamina tra pubblico e privato negli istituti di credito.

A cosa servono le banche private?

Ma c’è bisogno di banche private?
Maurizio Blondet 07 agosto 2009

Negli USA, c’è uno Stato che sembra salvarsi dalla grande depressione: il North Dakota. Il suo tasso di disoccupazione è il più basso del Paese, e le imprese locali non soffrono di mancanza di credito. Ciò perchè il North Dakota ha, dal 1919, una sua banca pubblica, la Bank of North Dakota (1).

Ecco come funziona: tutti gli introiti fiscali dello Stato sono depositati in questa banca, che appartiene allo Stato. Con questa cifra come «riserva», usando il metodo del «credito frazionale» usato da tutte le altre banche private, la Bank of North Dakota dà prestiti e fidi per molte volte la «riserva».

Semplicissimo. La sola differenza è che la banca statale del North Dakota agisce per il bene dei suoi cittadini, non per i profitti degli azionisti e per i bonus miliardari dei manager, come le altre banche private. Per questo motivo, i cittadini depositano volentieri i loro risparmi lì, aumentando la «riserva» e dunque il moltiplicatore di prestiti. La banca è quasi la sola, in tutti gli USA, che continua a fare prestiti agli studenti per pagarsi l’università, un business che le grandi banche USA hanno abbandonato come rischioso. Alle aziende agricole nuove, fa prestiti all’1% di interesse, e interessi modesti chiede per aprire fidi alle piccole imprese.

Il termine «banca pubblica» è eresia per il pensiero unico capitalista. Sicchè oggi il 95% e più del circolante viene creato dalle banche private indebitando imprese e famiglie, ossia facendo prestiti con trucco del credito frazionale. Ciò significa che nei periodi di boom e di credito facile, il denaro è fin troppo abbondante e tanto a buon prezzo, da incoraggiare rischi inconsulti e creare bolle speculative. Quando poi le bolle si sgonfiano, le banche restringono il credito; ciò provoca la riduzione della massa monetaria, con le sue conseguenze sull’economia reale: non c’è abbastanza denaro per comprare, per pagare i lavoratori, per aquistare macchinari. Le banche creano la depressione economica.

E’ quel che avviene oggi. Le 15 più grandi banche americane (proprio quelle «aiutate» dalla FED con salvataggi di trilioni di dollari) hanno ridotto i loro prestiti di un altro 3% nell’ultimo trimestre, e metà dei prestiti fatti non sono nuovi fidi, ma rifinanziamenti di mutui e fidi precedenti. Sono le piccole banche locali, invece, che continuano a prestare all’economia reale (2).

Ma una banca pubblica è ancor meglio. La falla fondamentale del sistema bancario privato è che le banche creano (dal nulla) il denaro prestandolo, per scremarne continuamente gli interessi come loro profitti. Per compensare questa continua scrematura, bisogna trovare sempre nuovi debitori da indebitare, onde creare questo profitto extra. Ciò fa del sistema bancario privato una «piramide finanziaria» come quella di Bernie Madoff (dove i nuovi investitori pagavano, senza saperlo, gli interessi ai primi arrivati). Le piramidi finanziarie hanno un limite matematico, e questo limite è stato fondamentalmente raggiunto nell’agosto 2007, quando s’è visto che i debitori sub-prime non potevano pagare i loro ratei di mutui. Lasciare ancora alle banche private la creazione del denaro, in questo frangente, è rovina sicura: presto i debitori più sicuri non avranno il denaro per pagare gli interessi sui loro debiti attualmente esistenti, e non si parli di incorrere in nuovi indebitamenti.

Una banca di Stato ben gestita non ha questa falla, perchè gli interessi non vengono scremati come profitto, ma tornano nelle casse pubbliche.

Il sistema è stato adottato più volte, durante importanti crisi economiche. Verso il 1827 il Regno Unito riadottò il Gold Standard per ridurre la massa monetaria. L’effetto fu brusco: le banche richiesero il rientro immediato di prestiti pluriennali, mancò il capitale, la disoccupazione galoppò. Il credito divenne carissimo. L’isola di Guernesey, che aveva in corso opere pubbliche, argini e frangiflutti contro le maree, trovò che i soli costi degli interessi da pagare alle banche superavano l’80% degli introiti. Allora, il governo locale, mettendo a frutto la sua antica autonomia, cominciò ad emettere banconote proprie. Erano sterline, ma con una scadenza. Per esempio, vi si poteva leggere la scritta: «Sterlina emessa il 21 novembre 1827. Pagabile al portatore con una sterlina (reale) il 1 ottobre 1830». Una porzione degli introit fiscali venne accantonata per onorare questo obbligo futuro (3).

Miracolo: l’isola potè completare le opere pubbliche a mare, e in più nuove strade ed edifici; si ottenne il pieno impiego insieme alla stabilità dei prezzi, e senza deficit pubblico nè pagamento di interessi. Il che è ovvio: se uno Stato può finanziare progetti utili emettendo proprie banconote, anzichè prenderle a prestito da banche private, non ha interessi da pagare.

Si dovrebbe credere che un tale successo avrebbe dovuto essere imitato dalla madrepatria britannica, che affondava in una depressione economica simile e peggiore. Ma non fu così. Le banche private erano state messe fuorigioco - niente prestiti, dunque niente interessi e niente profitti - e fecero appello al Consiglio Privato. Guernsey fu obbligata a mettere «volontariamente» un tetto alle sue emissioni. Un tetto ridicolo. Ancor oggi esistono le sterline di Guernesey, ma sono una curosità per i turisti che vi si avventurano.

Lo Stato canadese di Alberta soffrì come tutti la crisi del ‘29. Tra il 1929 e il 1933, il reddito pro-capite crollò da 548 dollari a 212 (un calo spaventoso, del 61%). Il credito era scarso e costoso. I coltivatori venivano dissanguati dagli interessi sui loro debiti, e intanto le tasse aumentavano. Nel 1935, gli albertani votarono in massa per un partito che si chiamava Social Credit Party, e il cui programma consisteva nel «convincere la gente a mettere in pool le loro risorse finanziarie, ed usarle a mutuo beneficio, onde liberarsi progressivamente per liberarsi dal nodo scorsoio dei monopoli finanziari».

Un programma estremista, come si vede. Lo strumento usato dal nuovo governo furono le «Alberta Treasury Branches», filiali del tesoro locale: incredibilmente, i cittadini corsero a ritirare i loro magri depositi dalle banche private e a metterli nelle «Branches». Sicchè lo Stato ci dovette mettere di suo solo 200 mila dollari, e una volta sola: il sistema si auto-alimentava. Le Branches usavano i depositi come riserve - esattamente come banche private - per fare prestiti e fidi dieci volte il loro ammontare. L’economia reale si risollevò. Nel 1948, le Alberta Treasury Branches erano in grado di esibire un profitto annuale di 65 mila dollari, che andava allo Stato, ossia alle riserve. Ancora nel 1998 le Alberta Branches (esistono ancora) hanno dato al governo locale 68 milioni di dollari di profitti.

Ovviamente, il denaro creato dal nulla dalle banche pubbliche deve essere modulato accortamente, finchè restano disoccupati da mettere al lavoro e bisogni non soddisfatti, sia privati sia in infrastrutture pubbliche; e poi ritirato gradualmente dalla circolazione. Ci sono metodi comprovati per far questo. E naturalmente, le banche pubbliche devono essere gestite onestamente, in vista del bene pubblico e non per scremare mazzette e tangenti (altrimenti si ottiene lo stesso scopo che le banche ottengono scremando interessi per i loro profitti); a questo scopo, esistevano «dottrine dello Stato» che sono a lungo praticate, e non solo dai regimi fascisti.

Le colonie americane del Regno Unito prosperarono a lungo emettendo propria carta-moneta, i «bill of credit». Nel 1764, la Bank of England premette sul Parlamento perchè dichiarasse illegale la stampa di moneta nelle colonie. Queste dovevano pagare le imposte alla Corona in oro o argento; se non lo avevano, dovevano farselo prestare dalle banche ad interesse. Questo fu il motivo della rivoluzione americana. Per questo nella Costituzione degli Stati Uniti è sancito che spetta al Congresso coniare moneta e regolarne il valore.

Mai articolo costituzionale fu più platealmente violato. Oggi sono le banche private a creare moneta, e insieme alla Federal Reserve, posseduta al 100% da banche private, per le quali la Banca Centrale produce profitto: circa 700 miliardi di dollari nel solo 2008, per interessi che sono pagati dai cittadini.

Ma ora, mentre la crisi economica morde feroce, in USA (non da noi) cominciano ad alzarsi voci contro il sistema bancario privato emettitore di moneta. Una maggioranza di parlamentari ha già firmato la proposta di legge di Ron Paul di sottoporre la FED ad auditing, a revisione del bilancio: proposta che metterebbe fine alla insindacabilità della Banca Centrale, e contro cui Bernanke e tutto il sistema si batte con le unghie e coi denti. Ma persino il Wall Street Journal ha esortato di «spaccare la FED», ossia di separarne le attività di emissione da quelle di controllo. E qua e là, sui media appaiono ricordi storici di banche pubbliche ben funzionanti, come in North Dakota o nell’Alberta, che hanno un chiaro significato politico.

Sotto sotto, corre la domanda: le banche private servono davvero? La loro funzione sociale - dare credito - giustifica la scrematura di ricchezza che si accaparrano?

La crisi finanziaria ha mostrato che le grandi banche sono socialmente distruttive, non ausiliarie del bene comune. S’è constatato che la FED ha la prima responsabilità delle grandi bolle speculative scoppiate, avendo tenuto il denaro a prezzo troppo basso per troppo tempo. E che oggi la crisi economica si aggrava, nonostante la FED abbia calato i tassi a zero, accresciuto la massa monetaria al ritmo del 22% l’anno, abbia strappato al governo colossali «stimoli», provocando un deficit pubblico senza precedenti del 13% del PIL nel 2009.

Allora, a che serve la FED? E a che servono le grandissime banche private, le stelle di Wall Street, se sono le piccole a fare prestiti, mentre loro li negano? Del resto, i colossi tipo Goldman Sachs hanno fatto i loro enormi profitti spacciando titoli, derivati e facendo scommesse speculative, mica con la tradizionale funzione di deposito e prestito.

Da ultimo, come ha denunciato l’attorney general di New York Andrew Cuomo, i tre titani del sistema bancario (Goldman, Morgan Stanley, e JP Morgan Chase) hanno pagato ai loro manager gratifiche (bonus) che «sono vistosamente superiori ai profitti netti» di dette banche. Nell’insieme, queste tre banche hanno dichiarato profitti per 9,6 miliardi di dollari, e si sono distribuite bonus per 18 miliardi; avendo per giunta ricevuto 45 miliardi di denaro dei contribuenti come «salvataggio» (4).

Non c’è prova più chiara che il sistema bancario è diventato il cancro dell’economia. Come il cancro, prosperano divorando gli ultimi succhi di un corpo malato. Si deve notare, infatti, che anche i profitti esibiti in quest’anno sono falsi. Queste banche sono virtulmente fallite. Se la montagna di derivati e «attivi tossici» che tengono nei loro libri contabili fossero valutati ai valori attuali di mercato (mark to market) - come sarebbero obbligate dalle norme contabili - si vedrebbe che il loro patrimonio è zero, e i loro dirigenti sarebbero sul lastrico.

Invece, grazie alla FED e ai loro uomini diventati ministri, hanno ottenuto che quei derivati siano valutati a prezzi irreali, e - peggio - li hanno venduti allo Stato americano a quei prezzi gonfiati. Solo per questo hanno potuto esibire profitti parimenti gonfiati, e pagarsi bonus che sono il doppio di quei profitti.

Prima divoravano il grasso che cola, ora succhiano il sangue e le ossa del corpo economico.

Le vendite al consumo calano INSIEME ai prezzi; un fatto senza precedenti da un quarantennio (di norma, quando i prezzi scendono le vendite aumentano).

I salvataggi delle banche private attuati in USA si mostrano così per quello che sono: un titanico trasferimento del reddito nazionale in sempre più poche mani, e sempre più ricche. Non per effetto del «libero mercato» - che non c’entra più nulla - ma di politiche pubbliche deliberate, ossia di regolamentazioni a favore dei finanzieri e politiche fiscali a favore dei ricchi.

L’amministrazione Obama ha speso oltre 12 mila miliardi di dollari (12 trilioni) per sostenere la finanza speculativa e le grandi ditte come General Motors; per l’economia reale, ha stanziato un piano di stimolo di 787 miliardi, ossia solo il 7% degli interventi anti-crisi.

Naturalmente la soluzione non è di indurre il consumatore USA a comprare di nuovo, indebitandosi di nuovo a rate, ossia a credito, come sta cercando di fare Bernanke. La soluzione è accrescere il salario mediano, degli occupati in veri lavoro e in vere produzioni, per veri bisogni; ossia rovesciare il trasferimento di ricchezza dai ricchi ai poveri. Questo richiede che la creazione di denaro dal nulla sia sottratta al sistema bancario privato, e al suo sistema-ombra, che ha come unico scopo il profitto dei suoi manager, sia che l’economia prosperi sia che crolli.

I grandi manager rispondono che devono pagare i bonus astronomici (4.793 banchieri riceveranno 1 milione di dollari come gratifica, in media) per trattenere i loro genii della finanza, che altrimenti andrebbero in altre banche, facendo perdere le loro competenze preziose. Ma proprio di queste competenze l’economia reale non ha bisogno. Ha bisogno di banche di Stato come la Bank of North Dakota, con la modesta competenza del pater familias.

A che servono le banche private?

E noi zitti!Il "va bene,ma cosa possiamo fare?"non è non è piu una risposta accettabile.Le risposte sul da farsi ci sono e sono chiare.Non far niente è cosa colpevole e ne subiremo le conseguenze,noi i nostri figli i nostri nipoti e le generazioni future.Solo per colpa nostra e della nostra inazione.

orso in piedi
 
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view post Posted on 30/6/2011, 18:36

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Un paio di anni fa Éric Toussaint e Damien Millet scrivevano:

"Le grandi banche private hanno commesso un triplice errore:
- hanno costruito disastrose montagne di debiti privati che hanno portato alla catastrofe attuale;
- hanno concesso prestiti a dittature ed hanno obbligato i successivi governi democratici a rimborsare questi odiosi debiti fino all’ultimo centesimo;
- rifiutano di annullare i debiti dei paesi in via di sviluppo anche quando il rimborso implica un deterioramento nelle condizioni di vita di queste popolazioni.

Per tutte queste ragioni è necessario esigere che le grandi banche rendano conto del loro comportamento nei decenni passati. I governi dei paesi del Sud devono procedere a una revisioni dei propri debiti, così come ha fatto recentemente l’Ecuador, e ripudiare tutti i debiti odiosi o illegittimi. I banchieri dimostrano che ciò è perfettamente possibile. Si tratterà del primo passo per dare alla finanza il ruolo che le spetta, quello di uno strumento al servizio degli esseri umani. Di tutti gli esseri umani."


Éric Toussaint è dottore in scienze politiche dell’università di Liegi e di Paris VIII, presidente del CADTM Belgio, membro del Consiglio internazionale del Forum sociale mondiale e della Commissione presidenziale d’audizione integrale sul debito (CAIC) dell’Ecuador, membro del Consiglio scientifico di ATTAC Francia.

Damien Millet è segretario generale del CADTM in Francia.

Quello che non dicono è che l'indbitamento è funzionale e voluto dalle banche.Vedere il comportamento del FMI con i paesi del terzo mondo a favore delle grandi multinazionali.Quanti terreni sono passati di mano e quanti contadini sono rimasti senza nulla.Oggi quei terreni sono coltivato con prodotti OGM.

orso in piedi
 
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view post Posted on 5/7/2011, 09:19

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il debito publico mondiale minuto per minuto.Dove sono i paesi creditori?

www.economist.com/content/global_debt_clock

questo è denaro estorto,questo è un furto.Il nostro debito publico non esiste,è stato creato dalle grandi banche internazionali.E' ora di finirla con questo sistema e con coloro che lo difendono.

orso in piedi
 
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view post Posted on 25/7/2011, 21:22

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Un piccolo esempio di come i cittadini,ovvero lo stato,nulla conta nel sistema finanziario e di come tutto sia in mano a privati,anche il debito che lo stato deve pagare in funzione del signoraggio,una colossale truffa perpetuata ai nostri danni.Un perverso sistema per renderci schiavi voluto da questi signori e subito da noi

I soci privati delle Banche Centrali (private)

I SOCI DELLA BANCA D’ITALIA
Gruppo Intesa (27,2%), BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%) Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%) Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%) Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%) Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%) RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%) privati (5,65%)

I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE)
Banca Nazionale del Belgio (2,83%) Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%) Banca nazionale d'Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%) Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%) Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%) Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%) Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro)
Banca d'Italia (14,57%)

I SOCI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A.
Rothschild Bank di Londra Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi Chase Manhattan Bank di New York


I personaggi qui sotto possedevano banche che a loro volta possedevano azioni della FED. Le banche elencate hanno un controllo significativo sul New York FED District, che controlla gli altri 11 FED Districts. Queste banche sono in parte possedute da stranieri e controllano la New York FED District Bank:
First National Bank di New York Levi P. Morton
James Stllman National City Bank, New York M.P. Pyne
Mary W. Harnman George F. Baker
National Bank of Commerce, New York Percy Pyne
A.D. Jiullard Mrs.G.F. St. George
Hanover National Bank, New York J.W. Sterling
Jacob Schiff Katherine St. George
Chase National Bank, New York H.P. Davidson
Thomas F. Ryan J.P. Morgan (Equitable Life/Mutual Life)
Paul Warburg Edith Brevour T. Baker
William Rockefeller

Henry Ford aveva asserito che:
E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perchè se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina

orso in piedi

Edited by orso in piedi - 25/7/2011, 22:39
 
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view post Posted on 17/10/2011, 13:13

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Continuando il discorso sul sistema bancario,una chicca ci viene da un articolo di Loris Palmerini apparso su www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti...CITI-DELLA-FED/.

PRESTITI ILLECITI DELLA FED
17/10/2011
“Revisione alla FED” : ecco come presta i soldi gratis a pochi individui e organizzazioni

Loris Palmerini.

Quello riportato sotto è la traduzione dell’articolo originale del Senatore Sanders del Senato americano.
Tradotto da Andrea Lunardon, amico e traduttore professionista, e’ una pietra miliare della storia economica e politica degli ultimi 5 secoli.
Esso smaschera un sistema segreto di potere che permette ad alcuni individui ed organizzazioni di comperare interi stati o di deciderne la bancarotta.
I nomi che compaiono hanno ricevuto centinaia di miliardi di dollari a tasso quasi nullo, in realtà un tasso “segretato”.
Per fare un termine di paragone, se il popolo italiano potesse fare altrettanto, non avrebbe alcun problema economico.
Ed invece, come ho già spiegato in questo sito, lo stesso debito pubblico italiano E’ FALSO, un trucco di bilancio perché realizzato da soci privati della banca d’Italia vietati dallo statuto, riformato da Draghi che così si illude di aver sanato un illecito, lui che lavorava per la Goldman Sachs ed oggi chiede sacrifici.
Nella realtà si costringe mezzo pianeta a pagare interessi per ripagare un debito fasullo, creato con artifici contabili.
Infatti, come già diceva Giacinto Auriti, il valore del denaro è dato da chi lo usa e lo legittima con il proprio lavoro, i popoli stessi.
E’ evidente che se si privano i popoli delle proprie ricchezze, o ne se debilita’ la capacita’ economica, riducendoli in una spirale di debito, si commette una violazione dei diritti umani fondamentali, si distrugge il diritto al lavoro, il diritto alla libertà, se ne minaccia la salute.

Prepariamo dunque la rete internazionale per arrestare coloro che stanno riducendo il mondo alla fame attraverso lo strozzinaggio bancario a cui loro stessi non si sottopongono.

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21 Luglio 2011

La prima revisione completa della Federal Reserve ha scoperto nuovi allucinanti dettagli su come gli Stati Uniti abbiano fornito la enorme somma di 16.000 miliardi di dollari con prestiti segreti per salvare ed imprese americane e straniere durante la peggiore crisi economica dalla Grande Depressione. Un emendamento del senatore Bernie Sanders alla riforma di legge di Wall Street che passò un anno fa ha portato l’Ufficio Contabilità del Governo (GAO) a condurre lo studio questa settimana. ”Come risultato di questa verifica, ora sappiamo che la Federal Reserve ha fornito più di 16.000 miliardi dollari come assistenza finanziaria totale ad alcune delle maggiori istituzioni finanziarie e società negli Stati Uniti e in tutto il mondo”, ha affermato Sanders. ”Questo è un chiaro caso di socialismo per i ricchi e forti, e di individualismo nei confronti di tutti gli altri che devono camminare solo con le proprie gambe.”

Tra i principali risultati dell’indagine troviamo che la Fed ha unilateralmente fornito migliaia di miliardi di dollari in aiuti finanziari a banche e società straniere dalla Corea del Sud alla Scozia, secondo il rapporto del GAO. ”A nessuna agenzia del governo degli Stati Uniti dovrebbe essere consentito il salvataggio di una banca o società straniera senza l’approvazione diretta del Congresso e del presidente”, ha affermato Sanders.

Il braccio investigativo del Congresso, al di sopra delle parti e dei partiti, ha anche stabilito che la Fed non ha un chiaro sistema per affrontare i conflitti di interesse, nonostante il serio rischio di abusi. Infatti, secondo il rapporto, la Fed ha applicato deroghe al conflitto di interessi a dipendenti e appaltatori privati in modo che potessero mantenere gli investimenti nelle stesse società e istituzioni finanziarie che hanno ricevuto prestiti di emergenza.

Ad esempio, l’amministratore delegato di JP Morgan Chase operava tra i direttori della Fed di New York nello stesso momento in cui la sua banca riceveva oltre 390 miliardi dollari in aiuti finanziari dalla Fed. Inoltre, la JP Morgan Chase ha attuato come una delle banche di compensazione per i programmi di prestito d’emergenza della Fed.

In un’altra scoperta inquietante, il GAO ha detto che il 19 settembre 2008 a William Dudley, che ora è il presidente della Fed di New York, è stata concessa una deroga per permettergli di mantenere i suoi investimenti in American International Group (AIG) e General Electric (GE) nello stesso momento in cui AIG e GE ricevevano prestiti d’emergenza. Una delle ragioni per cui la Fed non ha obbligato Dudley a vendere le sue partecipazioni, secondo la perizia, era che l’operazione avrebbe potuto dare l’apparenza di un conflitto di interessi.

Per Sanders, la conclusione è semplice. ”A nessuno che lavora per una società che riceve aiuti finanziari diretti da parte della Fed dovrebbe essere consentito di sedersi al tavolo d’amministrazione della Fed o essere assunto dalla Fed,” ha detto.

L’indagine ha anche rivelato che la Fed ha destinato la maggior parte dei programmi di emergenza suoi prestiti a imprenditori privati, molti dei quali sono stati anche i destinatari di prestiti inizialmente a bassissimo interesse e poi divenuti segreti.

La Fed ha praticamente destinato tutte le operazioni dei programmi di prestito d’emergenza ad imprese private come JP Morgan Chase, Morgan Stanley e Wells Fargo. Le stesse imprese hanno anche ricevuto migliaia di miliardi di dollari in prestiti della Fed a tassi d’interesse quasi nulli. Complessivamente circa due terzi dei contratti che la Fed ha concluso per gestire i suoi programmi di prestito d’emergenza sono avvenuti senza gara d’appalto. Con la Morgan Stanley è stato concluso il più grande contratto senza gara d’appalto, del valore di 108,4 milioni dollari, per aiutare a gestire il salvataggio di AIG da parte della Fed.

Una indagine più dettagliata del GAO su potenziali conflitti di interesse nella Fed è già prevista per il 18 ottobre, ma Sanders ha detto che una cosa è già evidente. ”La Federal Reserve deve essere riformata per soddisfare le esigenze delle famiglie dei lavoratori, non solo degli amministratori delegati di Wall Street.”

Ora mi chiedo se ci voleva tanto,da parte del congresso USA a capire i loro giochetti?Sono anni che si affermano certe cose.Guardate quanta gente della Goldman Sachs è nello staff di Obama.Guardate chi è il presidente della Banca Centrale Europea.
Non è l'ora di incazzarsi un pochino?

orso in piedi

p.s dove sono finiti i soldi?ecco qui

Citigroup: $2.5 trillion ($2,500,000,000,000)
Morgan Stanley: $2.04 trillion ($2,040,000,000,000)
Merrill Lynch: $1.949 trillion ($1,949,000,000,000)
Bank of America: $1.344 trillion ($1,344,000,000,000)
Barclays PLC (United Kingdom): $868 billion ($868,000,000,000)
Bear Sterns: $853 billion ($853,000,000,000)
Goldman Sachs: $814 billion ($814,000,000,000)
Royal Bank of Scotland (UK): $541 billion ($541,000,000,000)
JP Morgan Chase: $391 billion ($391,000,000,000)
Deutsche Bank (Germany): $354 billion ($354,000,000,000)
UBS (Switzerland): $287 billion ($287,000,000,000)
Credit Suisse (Switzerland): $262 billion ($262,000,000,000)
Lehman Brothers: $183 billion ($183,000,000,000)
Bank of Scotland (United Kingdom): $181 billion ($181,000,000,000)
BNP Paribas (France): $175 billion ($175,000,000,000)

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Edited by orso in piedi - 17/10/2011, 16:29
 
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moma91
view post Posted on 27/10/2011, 17:34