Movimento Indigeno

Il Big Bang,solo un mito

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 4/1/2012, 20:39

Guida Spirituale

Group:
Administrator
Posts:
6,049

Status:


Un Premio Nobel per il lato oscuro

di Wal Thornhill


“Attualmente la scienza verte sul conseguimento di alcuni risultati, che enuncia su canali mediatici accattivanti per poi crogiolarsi nella gloria.”

– Kerry Cue, Canberra Times, 5 ottobre 2011


In data 4 ottobre 2011, il Premio Nobel per la Fisica è stato conferito a tre astrofisici per “L’Accelerazione dell'Universo”. Il Professor Perlmutter della University of California, Berkeley, si è aggiudicato metà del premio di 10.000.000 di corone svedesi (pari a 1.456.000 dollari statunitensi ovvero 940.000 sterline britanniche), condividendolo con il Professor Schmidt dell'Australian National University e con il Professor Riess in forza al Johns Hopkins University’s Space Telescope Science Institute, ai quali è andata l'altra metà. La nozione di un'espansione in accelerazione dell'universo si basa sull'osservazione di supernove a elevato redshift, o spostamento verso il rosso, nota come The High-Z SN Search.


Saul Perlmutter rappresentato con una immagine della supernova 1987a sullo sfondo. Foto: Lawrence Berkeley National Laboratory


Brian Schmidt dell'Australian National University. Foto di Belinda Pratten.

Ad ogni modo, l'espansione in accelerazione prevede una misteriosa fonte di energia presente nello spazio, denominata "materia oscura", che agisce contro la gravità. I calcoli indicano che l'energia necessaria equivale al 73% della massa-energia totale dell'universo! Gli storici considereranno increduli e divertiti la 'scienza' odierna. Seguendo 'buchi neri' e 'materia oscura', ammantati da un analogo mistero, se continueremo a scoprire oscurità al ritmo attuale ben presto non conosceremo più alcunché!


“Attualmente la presunzione degli espositori e la credulità degli ascoltatori contravvengono allo spirito critico, ovvero il presunto carattere distintivo della scienza.”

– Jacques Barzun, Science: the glorious entertainment


Di recente ho assistito a una conferenza pubblica sull'argomento "Confusione Cosmologica... la rivelazione dei comuni malintesi relativi al Big Bang, all'espansione dell'universo e agli orizzonti cosmici", presentata presso la Australian National University dall'astrofisica australiana D.ssa Tamara Davis.



Gli specifici interessi della D.ssa Davis vertono sui misteri determinati da 'materia oscura' ed 'energia oscura', da cui il titolo di questo pezzo. Il teatro era gremito e l'oratrice briosa come una scolaretta concitata che ha svolto i compiti per casa ed è orgogliosa di proporli alla classe. La prima domanda posta alla sala stipata era, "Quanti fra gli astanti hanno nozioni di fisica?" A quanto pareva, la maggioranza. Di conseguenza è stato alquanto deprimente ascoltare i quesiti posti durante la trattazione e rendersi conto che l'eminente storico della cultura Jacques Barzun aveva ragione. Calzante è apparsa anche la valutazione di Halton Arp inerente alle conseguenze della moderna istruzione: "Se si prende un individuo di intelligenza assai elevata e gli si impartisce la migliore istruzione esclusiva possibile, allora con tutta probabilità ci si ritroverà un accademico del tutto refrattario alla realtà."

Nel 1758 Linneo (Carl Nilson Linnaeus) manifestò la tracotanza e l'antropocentrismo accademici allorquando denominò la nostra specie Homo sapiens sapiens ("Sapiens" è il termine latino corrispondente a "uomo saggio" o "uomo intelligente"). Tuttavia, come ha scritto di recente (18 agosto) un corrispondente di Nature, risulta discutibile il fatto che addirittura "meritiamo un singolo 'sapiens', per non parlare dei due che attualmente ci accolliamo". Tanto per cominciare, la cosmologia del big bang accantona il principio fisico secondo cui nulla si crea dal nulla. Quindi procede con la falsa nozione che Hubble scoprì l'espansione dell'universo; non è così, Hubble scoprì l'apparente rapporto redshift/distanza (di fatto il rapporto redshift/luminosità), che sino alla morte lo scienziato non ritenne cagionato da un universo in espansione.

A tale travisamento segue l'erroneo presupposto che l'evoluzione di un universo in espansione sia deducibile dalla 'non fisica' teoria einsteiniana della gravità, la quale unisce due concetti distinti, spazio e tempo, in una certa 'cosa' a quattro dimensioni denominata "la struttura dello spazio-tempo". Dovrei apprezzare il fatto di sapere da cosa è costituita questa "struttura" e in che modo è possibile creare la materia per darle una forma? Lo spazio è il concetto inerente solo al rapporto fra oggetti in tre dimensioni ortogonali. Il tempo è il concetto inerente all'intervallo fra eventi e non ha alcunché a che vedere con gli orologi fisici di Einstein. Appare evidente che il tempo non ha alcuna dimensione fisica. Secondo le parole di David Harriman, "Un concetto avulso dalla realtà corrisponde potenzialmente a un treno fuori controllo, che distrugge qualsiasi cosa incontri lungo il proprio percorso". Certamente questo vale per le teorie della relatività di Einstein.

La relatività speciale non fa eccezione, enunciando che l'apparente dimensione decrescente di un treno in partenza e l'inferiore altezza del suo fischio sono dovute a una reale contrazione dello spazio sul treno e al rallentamento dei suoi orologi. In base all'esperienza sappiamo che questo non corrisponde al vero. La farsa va recitata fino in fondo, come nel caso del personaggio di un cartone animato che supera il ciglio di un dirupo e non precipita sino al momento in cui si fa strada la consapevolezza che non esiste più una superficie di appoggio. Ma quanto dobbiamo ancora attendere? Ci stiamo rapidamente avvicinando al centenario del big bang. La suspense è diventata fastidiosa e ci sta costando cara. Alcuni si stanno arrabbiando.

In astronomia tutte le cose 'oscure' sono artefatti di una cosmologia sballata. Il modello dell'universo basato sulla 'energia oscura' prevede che alla fine tutte le stelle scompariranno e regnerà un'oscurità eterna. Per dirla con Brian Schmidt, "Il futuro dell'universo appare assai fosco". Egli conferma la mia rappresentazione della cosmologia del big bang in quanto "senza speranza".

Il Comitato del Premio Nobel ha avuto l'opportunità di prendere in considerazione una serie di riscontri e argomentazioni razionali a sfavore della teoria dell'accelerazione di un universo in espansione:

1. La Relatività Generale (RG) è erronea – non comprendiamo la gravità. Brian Schmidt cita tale eventualità e la etichetta in quanto "eretica". Nondimeno la RG deve essere errata poiché lo spazio non è un qual 'cosa' misteriosamente curvabile dalla presenza di materia. La matematica della RG non spiega alcunché.

2. Le supernove non sono comprese. (Brian Schmidt cita anche tale eventualità.) Anche tale aspetto sarebbe dovuto risultare ovvio in quanto la teoria è talmente complessa e adattabile da non riuscire a prevedere alcunché. Il modello implicante l'improvvisa esplosione di una nana bianca in processo di accrezione non è dimostrato e non predice il legame fra luminosità di picco e durata delle 'candele standard' delle supernove di tipo 1a ovvero il complesso schema bipolare dei loro residui.

3. L'universo non si sta espandendo – Hubble aveva ragione. Se il redshift non è semplicemente un effetto Doppler, "la regione osservata si presenta come una limitata, omogenea ma insignificante porzione di un universo esteso in modo indeterminato nello spazio e nel tempo".

4. In merito al redshift intrinseco, Halton Arp e colleghi hanno da tempo dimostrato che, come scrisse Hubble, esiste "un nuovo principio della natura" ancora da scoprire.

5. Nello 'spazio vuoto' non può esistere 'energia oscura'. E=mc2 ci dice che l'energia (E) è una proprietà intrinseca della materia. Non esiste alcuna misteriosa energia, che non si sa da dove venga, disponibile per accelerare qualche 'cosa', tanto meno accelerare il concetto di spazio.

Evitando di affrontare tali questioni il Comitato del Nobel perpetua l'assenza di progresso in campo scientifico. Stiamo pagando miliardi di dollari in quantità incalcolabile per esperimenti volti a individuare i fantasmi che spuntano incessantemente da teorie deliranti. Ad esempio, si continuano a costruire, e a perfezionare quanto a precisione, telescopi per l'individuazione di onde gravitazionali con lo scopo di scoprire le immaginarie "increspature nella struttura dello spazio-tempo". Gli scienziati sono potenzialmente paragonabili a studiosi medievali che formulano teorie sul numero di angeli in grado di danzare sulla punta di uno spillo. Alla fine del 2010 il Large Hadron Collider ha raggiunto un costo di oltre 10 miliardi di dollari alla ricerca del mitico bosone di Higgs che si presume induca tutte le altre particelle a manifestare una massa! In questo caso, ancora una volta, E=mc2 indica che la massa (m) è una proprietà intrinseca della materia. Ricercare altrove una causa è un esercizio futile. In ambito scientifico fare riferimento a un'unica nozione presenta dei rischi e quello corso dai cosmologi si manifesta in tutta la sua evidenza. Costoro hanno elaborato un riferimento culturale unico; una leggenda urbana denominata big bang.

Qualsiasi sorprendente scoperta deve essere adattata a forza nel contesto di tale mito, malgrado le sue assurdità. Attualmente gli scienziati si trovano così distanti 'attraverso lo specchio' [riferimento ad Alice nel paese delle meraviglie, NdT] che l'universo reale che osserviamo costituisce un semplice 4% del loro universo immaginario.


L'universo del Big Bang dove il 96%dell'universo è immaginario. L'universo plasma ha più del 99% dell'universo in forma di plasma e meno dell'1% di materia, liquidi e gas neutri.

L'aspetto stile 'Alice nel paese delle meraviglie' della cosmologia del big bang viene evidenziato dal fatto che sussiste una 'cosmologia del plasma' concorrente, riconosciuta dai pratici ingegneri elettrici ma misconosciuta o trascurata dai creatori del mito. La cosmologia del plasma verte sulla forma dominante (>99%) della materia nell'universo visibile e, ricorrendo alle sole leggi di Maxwell sull'elettromagnetismo, è in grado di dimostrare la formazione e la dettagliata rotazione delle galassie a spirale, sia tramite esperimenti sia tramite simulazione al computer particle-in-cell. La debole forza di gravità è potenzialmente trascurabile! La cosmologia del plasma è altresì in grado di spiegare l'attività nei centri delle galassie senza far ricorso alla mitica bestia gravitazionale oscura – il 'buco nero.' L'Universo Elettrico va oltre e rende conto in termini elettrici anche degli effetti gravitazionali osservati presso il centro della Via Lattea. Basta con la cosmologia gravitazionale del big bang! Per salvaguardare il modello basato sul plasma non è necessario evocare, né sistemare ove richiesto, alcuna invisibile 'materia oscura'.

La più radicale e importante richiesta che dobbiamo rivolgere agli astrofisici è quella di giustificare la loro ignoranza di questa 'seconda idea' liberamente disponibile.

Si presume che l''energia oscura' costituisca il 73% dell'universo. I riscontri interpretati secondo tale bizzarra modalità derivano dal confronto fra distanze di redshift delle galassie e luminosità delle loro supernove di tipo a1, utilizzata come 'candela standard'. Si è rilevato che le supernove in galassie a elevato redshift risultano più fievoli del previsto, a indicare che si trovano più lontano di quanto valutato in precedenza, il che a sua volta, secondo il modello del big bang, ha implicato una sconcertante accelerazione dell'universo in espansione. Quindi si è inventata una misteriosa 'energia oscura' che riempie il vuoto e opera contro la gravità. Per produrre tale 'energia del vuoto' ci si è rivolti al genere di argomentazione stile "Generatore di improbabilità infinita" di Douglas Adams [autore della celebre serie della Guida galattica per autostoppisti, NdT]. Il linguaggio utilizzato per definire l'energia del vuoto è emblematico: "L'energia del vuoto è un'energia di fondo che esiste nello spazio anche quando lo spazio è privo di materia (spazio libero). La nozione di energia del vuoto è stata dedotta dal concetto di particelle virtuali, derivato a sua volta dal principio d'indeterminazione dell'energia-tempo." Forse noterete l'assurdità del concetto; posto che il vuoto non contiene materia, 'di fondo' o di altro genere, pur tuttavia si presume che contenga energia. Adams parodiava il 'principio d'indeterminazione' di Heisenberg proprio della meccanica quantistica, la quale è semplicemente una descrizione probabilistica di quel che accade sulla scala delle particelle subatomiche in assenza di qualsivoglia comprensione fisica di causa ed effetto. Heisenberg era incerto poiché non sapeva di cosa parlava; era tuttavia sincero quando scrisse, "quanto alla nostra immagine della struttura della materia ancora non disponiamo di una qualche caratteristica essenziale". Il concetto di 'particelle virtuali' che guizzano fra esistenza e non-esistenza sfida il succitato primo principio della fisica, "Non materializzerai né smaterializzerai magicamente la materia". Definire 'virtuale' tale materia ne sottolinea semplicemente la non-realtà.

Invero, la 'scoperta' dell'accelerazione dell'universo in espansione è un'interpretazione basata sulla totale ignoranza della reale natura delle stelle e della 'candela standard', la supernova di tipo 1a. Si presume che una supernova di tipo 1a sia determinata da una ipotetica serie di incredibili eventi implicanti una stella nana . Tuttavia, come ho dimostrato, una supernova è semplicemente la esplosione elettrica di una stella che attinge la propria energia da un circuito galattico. La notevole luminosità di una supernova, in grado di surclassare per giorni o settimane quella della galassia che la ospita, si spiega grazie al genere di interruzione della linea di trasmissione dell'energia altresì occasionalmente visibile sulla Terra. Se un circuito del genere viene aperto all'improvviso, l'energia elettromagnetica accumulata diffusamente nel circuito stesso si concentra presso il punto in cui il circuito è interrotto, producendo un catastrofico effetto ad arco. Anche le stelle possono 'aprire il proprio circuito' in virtù di un'instabilità del plasma che provoca, ad esempio, un 'distacco' magnetico della corrente interstellare di Birkeland. L'effetto di 'candela standard' e curvatura della luce è quindi determinato semplicemente dai parametri del circuito delle linee di trasmissione galattiche, che alimentano tutte le stelle.


Spettacolare arco a 500,000 Volt su distacco di corrente.

Quanto alle supernove più fievoli e di vita più breve in galassie a elevato redshift? Arp ha dimostrato che oggetti fievoli a elevato redshift, come le quasar, sono intrinsecamente fievoli a causa della loro giovane età e non della loro distanza. Le quasar 'nascono' sporadicamente dal nucleo di galassie attive. Inizialmente si allontanano assai velocemente dalla galassia madre lungo l'asse di rotazione; man mano che maturano diventano più luminose e rallentano, come se stessero acquisendo massa; infine si evolvono in galassie compagne. Il decrescente redshift delle quasar si verifica in fasi distinte, il che indica un processo tramite cui protoni ed elettroni sono soggetti a una serie di esigui, quantizzati (risonanti) incrementi di massa mentre lo stress elettrico e la densità di potenza all'interno della quasar aumentano. La carica richiesta giunge tramite un 'cordone ombelicale' elettrico, nella forma di jet nucleare delle galassie madre. In base alla scoperta di Arp e al modello elettrico di stelle e galassie, tanto le stelle quanto le supernove di tipo 1a risultano naturalmente più fioche – e le supernove hanno vita più breve – in galassie a elevato redshift piuttosto che in galassie a basso redshift, in virtù della minore densità di potenza galattica e inferiore massa (energia) di tutte le particelle subatomiche che costituiscono le prime.


L' 'albero genealogico' galattico di Arp che mostra la nascita delle quasar con alto-redshift (z) che diminuisce gradualmente con l'età e alla fine forma galassie compagne e progenitori di gruppi di galassie.

Per questa sensata spiegazione non mi aspetto certo un Premio Nobel. Altrimenti potrei fare la fine dello sventurato studente che creò il ‘Generatore di improbabilità infinita' nella favolosa Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams: "Non appena ricevuto il Premio dell'Istituto Galattico per la Massima Ingegnosità venne linciato da una infuriata masnada di autorevoli fisici, i quali avevano infine compreso come l'unica cosa che non potevano davvero tollerare fosse un saputello."

L'impiego del titolo Il Lato Oscuro per il discorso sulla cosmologia di Davis appare inconsapevolmente appropriato. Fu Joseph Campbell ad affermare "Viviamo la nostra mitologia", mentre George Lucas attribuisce il successo dei suoi film della saga di Guerre Stellari, che fanno riferimento a un malvagio e degenerato 'lato oscuro', alla lettura dei libri di Campbell. Il trionfo del mito del big bang sul buon senso e la logica va a sostegno dell'asserzione di Campbell, laddove il richiamo commerciale dell'approccio mitico di Lucas alla narrazione si manifesta nel 'lato oscuro' della cosmologia. Anche gli scienziati vivono la propria mitologia. La "confusione cosmica" della scienza è auto-inflitta.

Il paradigma dell'Universo Elettrico si distingue dalla propria origine interdisciplinare nella spiegazione della mitologia grazie all'impiego di tecniche scientifiche forensi; chiede il coraggio solitario di rinunciare a convinzioni e pietre miliari consuete. L'altra sera, seduto fra il docile pubblico che ascoltava il professore di astrofisica, mi è tornata alla mente The Galaxy Song from Monty Python, che termina con le dolorosamente sagaci frasi "E auguratevi che da qualche parte lassù nello spazio esista vita intelligente, perché quaggiù sulla Terra non ce n'è un cazzo!"


Link all'articolo originale: www.holoscience.com

da http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti...IL-LATO-OSCURO/

Perche continuare a sostenere una teoria che non spiega nulla,o molto poco?

orso in piedi

 
Top
view post Posted on 8/1/2012, 21:56

Guida Spirituale

Group:
Administrator
Posts:
6,049

Status:


Il mistero della galassia GN-108036

GN-108036 è la galassia dell'alba dei tempi quella scoperta dai telescopi spaziali della Nasa Spitzer e Hubble: e' nata appena 750 milioni di anni dopo il Big Bang e, nonostante sia tra le galassie più antiche finora note, è molto brillante e decisamente prolifica, visto che produce più di 100 stelle l'anno. La galassia GN-108036, produce stelle a un ritmo eccezionale, tanto da mettere in crisi gli attuali modelli.
Mette in crisi la teoria del Big Bang,non quella dell'universo elettrico.

orso in piedi
 
Top
view post Posted on 31/5/2012, 21:03

Guida Spirituale

Group:
Administrator
Posts:
6,049

Status:


L'immagine che non svanirà
Solo in rarissime occasioni una singola immagine ha cambiato la direzione di una disciplina scientifica. Ma nel caso della galassia NGC 7319 e del quasar "in posizione errata" che ha davanti, il significato è ineludibile.

Torniamo ad occuparci di un'immagine di cui abbiamo già discusso. Il primo ottobre 2004 la nostra Picture of the Day includeva una fotografia ad alta risoluzione della vicina galassia NGC 7319, ottenuta dall'Hubble Telescope. Di fronte al denso nucleo galattico si vede un quasar. L'ideologia prevalente non permette che un quasar occupi quella posizione e la sua presenza minaccia di sbriciolare una delle idee maggiormente care dell'astronomia istituzionale: il big bang.
La giustificazione del big bang si appoggia sostanzialmente su un'interpretazione di un fenomeno ben noto detto “redshift”. Il termine si riferisce allo spostamento verso il rosso nello spettro della radiazione proveniente dalle lontane galassie.

Molti anni fa, gli astronomi decisero che gli oggetti con quel redshift dovevano essere in allontanamento dall'osservatore, allungando in tal modo le proprie onde luminose. Questa “interpretazione Doppler” del redshift permise agli astronomi, basandosi sulle misure del redshift, di calcolare sia le velocità che le distanze degli oggetti. Da questi calcoli, alcune conclusioni discendono in maniera inevitabile. Se tutti gli oggetti con redshift si stanno allontanando, l'universo deve essere in espansione. Se l'universo si sta espandendo, l'espansione deve aver avuto un punto di partenza – un'esplosione inimmaginabile che ha prodotto un universo di galassie in allontanamento in ogni direzione dall'osservatore.

Il “Key Project” (progetto chiave) dello Hubble Space Telescope ha datato questo evento: 13,7 miliardi di anni fa. L'universo così concepito, non è sempre stato sempre così vecchio e grande. Un balzo improvviso alla sua dimensione ufficiale è avvenuto con la scoperta dei quasar, oggetti dotati del più grande redshift tra tutti quelli presenti in cielo. Si tratta di oggetti con spostamenti verso il rosso talmente grandi che la scala di misura degli astronomi li pone all'esterno dei confini stabiliti in precedenza. E per essere così distanti, devono essere molto più luminosi di qualsiasi oggetto finora noto.
Queste conclusioni, per stessa ammissione degli astronomi, sono inevitabili. E sono divenute la base della moderna cosmologia – la cosiddetta “Regina delle Scienze”.

Ci sono stati, comunque, dei dissidenti. L'astronomo Halton Arp, principale autorità in tema di galassie peculiari, mostrò prove che i quasar non sono oggetti straordinariamente brillanti posti ai limiti dell'universo. Sono invece fisicamente ed energeticamente connessi con le galassie a loro prossime. Arp affermò che l'universo non si sta espandendo e che non c'è mai stato nessun big bang. A causa del suo dissenso, ha perso il tempo al telescopio a lui riservato e, per continuare il suo lavoro, ha dovuto trasferirsi in Germania.
Mentre via, via, stiamo accumulando una visione ancora migliore dello spazio remoto, le prove contro il big bang continuano ad accumularsi. Quando si dispongono le galassie lontane in base alle loro distanze determinate col redshift, esse appaiono disporsi in linee dirette verso la Terra – le cosiddette “Dita di Dio”.

Galassie con redshift molto differenti ma per altri versi con forme similari aumentarono enormemente di dimensione al crescere del redshift. E si scoprì che quasi ogni galassia attiva possedeva in prossimità un numero di quasar superiore alla media.
Quindi arrivò la fotografia con l'Hubble (vedi sopra), presa il 3 ottobre 2003. L 'immagine mostrava una galassia (NGC 7319) nota per le sue dense nuvole che nascondono tutti gli oggetti al di là del suo nucleo. Di fronte al nucleo galattico c'è un quasar fortemente spostato verso il rosso. In effetti, stante le assunzioni predominanti, il redshift del quasar lo avrebbe posto 90 volte più distante da noi rispetto alla galassia retrostante.

Inoltre, come notato nella nostra precedente Picture of the Day, Arp e i suoi colleghi mostrarono che il quasar sta interagendo energeticamente con il materiale davanti alla galassia. La ricerca di Arp et al. che annunciava la scoperta può essere vista a: http://arxiv.org/abs/astro-ph/0409215

Pertanto le congetture standard sul redshift non funzionano: il redshift del quasar non può essere effetto di una “velocità di allontanamento” o di una “espansione dell'universo” - si tratta solo di una intrinseca e tuttora inspiegata qualità del quasar.
Ci si sarebbe aspettato che nella comunità astronomica le campane d'allarme si mettessero a suonare, infatti gran parte delle fondamenta si basano sulla presunta credibilità del suo punto di partenza teorico. Ma le reazioni sono andate dal nonchalance alla completa smentita. Le maggiori istituzioni scientifiche ci rassicurano che nella cosmologia moderna va tutto bene. Una pubblicazione scientifica dietro l'altra continua a trattare il big bang come se fosse un fatto acquisito.

Le relazioni pubbliche, nella comunità scientifica, non funzionano sempre in questo modo. Un quarto di secolo fa, quando l'astronomo più famoso d'America, Carl Sagan, pubblicò il suo libro, Cosmos, egli si espresse così sulla questione del redshift:
“Un irritante sospetto circola comunque tra alcuni astronomi, che non tutto fili liscio nella deduzione, tramite effetto Doppler del redshift delle galassie, che l'universo sia in espansione. L'astronomo Halton Arp ha individuato casi enigmatici e preoccupanti in cui una galassia e un quasar, o una coppia di galassie, pur essendo in apparente collegamento fisico esibiscono redshift molto diversi...”

Questo riconoscimento di Sagan mostra un candore che si ritrova raramente negli odierni trattati di astronomia. Continua Sagan, “Se Arp ha ragione, i meccanismi esotici proposti per spiegare la sorgente energetica dei quasar lontani – reazioni a catena di supernova, buchi neri supermassivi e simili – risulterebbero non necessari. I quasar non hanno bisogno di essere molto distanti. Ma qualche altro meccanismo esotico dovrà essere trovato per spiegarne il redshift. In ogni caso, qualcosa di molto strano sta succedendo nelle profondità spaziali.”

E' sorprendente constatare che, durante il quarto di secolo che ha seguito le parole di Sagan, in astronomia è andata progressivamente consolidandosi un'interpretazione ideologica, nonostante una crescente mole di dati avversi.

Le critiche indicano gli stanziamenti dei fondi di ricerca come causa principale. Recentemente, dozzine di scienziati, inclusi Halton Arp, Eric J. Lerner e Michael Ibison hanno firmato una lettera aperta alla comunità scientifica, argomentando che il dominio della teoria del big bang “si basa più sulle decisioni di ripartizione dei fondi che sul metodo scientifico.” Hanno scritto: “Oggi, praticamente tutte le risorse finanziarie e sperimentali in cosmologia sono dedicate a studi che si basano sul big bang. I fondi vengono solo da poche fonti e i comitati di peer-review che li controllano sono tutti in mano a sostenitori del big bang. Come risultato, il dominio del big bang in questo campo è divenuto auto sostenentesi, indipendentemente dalla validità scientifica della teoria.”

“Il sostenere solo i progetti rientranti nell'ambito del big bang compromette un elemento fondamentale del metodo scientifico – il continuo test della teoria tramite l'osservazione. Una tale restrizione rende impossibili la ricerca e la libera discussione...”
Questa immagine di un quasar ad alto redshift davanti ad una galassia opaca con basso redshift segna un punto di svolta per l'astronomia moderna. Se prevarrà l'ideologia, l'astronomia, come scienza, morirà; se i finanziamenti e le riviste si apriranno ai test empirici e alla messa in discussione dei postulati, morirà il big bang. Nel frattempo, la scienza deve aspettare ai bordi fino alla fine del gioco dei poteri politici.

(Tratto da www.disinformazione.it; traduzione di Stefano Pravato per www.disinformazione.it)

Foto: Jane C. Charlton (Penn State) et al., HST, ESA, NASA

Attached Image: big_ba1

big_ba1

 
Top
view post Posted on 18/6/2013, 16:45

Guida Spirituale

Group:
Administrator
Posts:
6,049

Status:


LA GRAVITÀ QUANTISTICA A LOOP APPLICATA AI BUCHI NERI

LOUISIANA – I fisici Rodolfo Gambini e Jorge Pullin, rispettivamente dell’Università di Montevideo e dell’Università Statale della Louisiana, hanno applicato la Loop Quantum Gravity (LQG) ad un Buco Nero. L’articolo, pubblicato nella rivista Physical Review Letters, mostra che, invece di una singolarità, il buco nero avrebbe al suo interno un cunicolo spaziotemporale verso un altro Universo.

Se l’Universo è nato da una singolarità iniziale, il Big Bang, la Relatività Generale non è in grado di spiegare cosa c’era prima di questa singolarità (da cui, peraltro, avrebbe avuto inizio non solo lo spazio ma anche il tempo). La stessa teoria suggerisce anche che una singolarità analoga dovrebbe esistere al centro dei buchi neri ma, ancora una volta, la Relatività Generale non riesce a descriverla in modo completo e cogente. Come se non bastasse, c’è anche il noto problema della perdita dell’informazione – quando qualcosa “cade” in un buco nero, prima viene “allungato” come un elastico e poi viene letteralmente spaghettificato fino ad essere del tutto disintegrato.

Per affrontare questi problemi, nel 2006 Abhay Ashtekar e il suo team della Pennsylvania State University, proposero una teoria nota appunto come Gravità Quantistica a Loop. Invece di una singolarità prima del Big Bang, il nostro Universo sarebbe ciò che resta di un Universo pre-esistente. Per evitare i problemi di una creatio ex nihilo, i sostenitori di questa tesi credono nell’esistenza di qualcosa di simile ad un ciclo vitale infinito, in cui ciascun Universo si “restringe” sempre più per poi finire la sua esistenza in un evento come il Big Bang. Questo ciclo è anche continuo – di qui l’uso del termine “loop”.

La gravità quantistica a loop e i buchi neri. Rodolfo Gambini e Jorge Pullin hanno ripreso questo modello esplicativo e l’hanno usato per capire meglio la natura dei buchi neri. Con quale risultato? Lo studio ha dimostrato che, se qualcosa cade in un buco nero, non viene spaghettificato bensì compresso fino ad una dimensione piccolissima per poi essere letteralmente sputato fuori dal centro del buco nero in un altro Universo. Se questa nuova teoria risultasse corretta, non solo sarebbe risolto il paradosso della perdita delle informazioni – che ha visto opporsi due giganti come Stephen Hawking e Leonard Susskind – non sarebbe più tale, ma sarebbe confermato che i buchi neri sono delle vere e proprie macchine del tempo naturali – funzionerebbero, infatti, come wormholes.

Fonte: http://cyberscienza.wordpress.com/2013/05/...-ai-buchi-neri/

orso in piedi
 
Top
view post Posted on 30/8/2013, 15:15

Guida Spirituale

Group:
Administrator
Posts:
6,049

Status:


IGNAZIO LICATA - Lacune della teoria del Big Bang



La verità attraversa sempre tre fasi.
Dapprima viene ridicolizzata.
Poi violentemente contrastata.
Infine accettata come ovvia.

Arthur Schopenhauer.



orso in piedi
 
Top
view post Posted on 25/10/2013, 15:19

Guida Spirituale

Group:
Administrator
Posts:
6,049

Status:


Nessuna inflazione se il cosmo rimbalza
Il Giornale Onlinedi Lisa Grossman

Il nostro universo nasce dalle ceneri di un cosmo morente, grazie ad una spinta ottenuta da una forza sconosciuta. Questo dice un modello che supporta l'idea di un universo nato senza bang, ma con un rimbalzo. Inoltre la teoria escluderebbe la nozione di un cosmo primordiale che si espande in un periodo di inflazione. La primissima luce emessa nell'universo, la radiazione cosmica di fondo (CMB), risale a circa 380000 anni dopo la nostra nascita cosmica. Stranamente è piuttosto uniforme ovunque osserviamo. Questo non corrisponderebbe ad un universo cresciuto lentamente dopo un singolo evento. Regioni lontane del cielo dovrebbero essersi sviluppate in modo molto diverso, perché non erano in contatto tra loro. La spiegazione più accettata dice che l'universo sia passato in un periodo di rapida espansione nei primi attimi seguenti al big bang. Questa inflazione causerebbe uniformità cosmica, perchè punti che oggi sembrano simili, sarebbero stati in contatto inizialmente, prima di essere improvvisamente separati. Le fluttuazioni quantistiche nel cosmo primordiale, avrebbero seminato strutture in larga scala, come le galassie (vedi )www.newscientist.com/data/images/archive/2940/29402901.jpg )

Nonostante la sua popolarità, l'inflazione ha alcune falle ( http://www.newscientist.com/article/mg2202...ons-bubble.html ). Una di queste è che nessuno sa cos'abbia causato l'inflazione. Alcune versioni della teoria, predicono aree che si espandono a velocità diversa, creando infiniti universi-bolla assieme al nostro. L'inflazione è più una spiegazione che un modello predittivo del nostro universo, dice Paul Steinhardt della Princeton University. Da circa un decennio, assieme ai suoi colleghi, Paul ha sostenuto l'universo ciclico come alternativa. Nella loro teoria, un universo precedente è entrato in fase di contrazione lenta, comprimendo lo spazio-tempo. Quindi qualcosa ha invertito il processo e si è espanso nuovamente creando il nostro universo.

La compressione spiega l'uniformità cosmica senza necessità di inflazione, perchè le alte pressioni durante la contrazione appianerebbero la maggior parte delle rughe. Tuttavia, le fluttuazioni quantistiche deriverebbero dal precedente universo e fornirebbero i semi delle strutture in larga scala. Studi precedenti hanno mostrato che questi scenari "prima" e "dopo", funzionano matematicamente. Nessuno però era certo di cosa accada durante il rimbalzo. Alcuni modelli richiedono che l'universo si comprima in una singolarità, prima di rimbalzare e ci servirebbe qualcosa che non abbiamo, una completa teoria della gravità quantistica, per descriverlo.

Ora Steinhardt e colleghi hanno costruito un modello in cui, prima che l'universo possa collassare in un punto, un campo sconosciuto con pressione negativa riporta il tutto in espansione. Il team ha usato un campo "fantasma", irrealistico fisicamente, ma matematicamente semplice e con una energia cinetica negativa. "Programmare una fonte di energia più realistica non cambierebbe il risultato, ma richiederebbe equazioni più complesse che rallenterebbero la simulazione", dice Steinhardt. Il campo fantasma è abbastanza debole da poter essere ignorato, ma non durante il rimbalzo, quando l'universo è molto piccolo e denso. Usando le equazioni fantasma, strumenti computazionali che descrivono lo spazio-tempo nella relatività generale, mostrano che piccole fluttuazioni dall'universo morente, possono in effetti essere trasportate nel cosmo rinato -Physical Review D, doi.org/pcd http://prd.aps.org/abstract/PRD/v88/i8/e083509

"Il documento di Paul mostra che le cose vanno meravigliosamente", dice Burt Ovrut della University of Pennsylvania in Filadelfia. "Significa che queste alternative all'inflazione sono vive e in salute". Steinhardt ammette che questo modello del rimbalzo ha i suoi demoni, uno di questi è che il campo fantasma è un rimpiazzo, la vera natura di quello che ci ha dato la spinta è misteriosa quanto la fonte dell'inflazione. Ulteriori dettagli della mappa della radiazione cosmica CMB, ottenuti dal satellite Planck dell'ESA, potrebbero aiutare a determinare quale modello sia vincente. Per esempio, solo la rapida forza dell'inflazione potrebbe aver prodotto increspature nello spazio-tempo dette onde gravitazionali primordiali e le stiamo cercando nella CMB.

Tradotto da Richard per Altrogiornale.org
www.altrogiornale.org/news.php?extend.8864.1

fonte http://www.newscientist.com/article/mg2202...ml#.Ump9HVNQhNw

orso in piedi
 
Top
5 replies since 4/1/2012, 20:39   172 views
  Share