Gran bel lavoro chiodino!
Con questo si ha una visione globale della situazione.E non è affatto bella,anzi,da brividi.
Domanda:in questo scenario i russi cosa faranno?
21/8/2010 (19:44) - LA COSTRUZIONE INIZIATA 35 ANNI FA
"Attivata la prima centrale nucleare"
La sfida dell'Iran spaventa il mondo
La nuova centrale nucleare
Negoziati diretti tra Israele e Anp dal 2 settembre
Nel reattore di Bushehr caricato
il combustibile fornito da Mosca
"Andrà a regime entro fine anno"
La minaccia di Ahmadinejad: "Se
attaccati risposta sarà planetaria"
Monito di Washington, Londra
e Parigi: "Stop all'arricchimento"
TEHERAN
Teheran ha avviato oggi, dopo 35 anni di attesa, la sua prima centrale nucleare, quella costruita dai russi vicino a Bushehr, sul Golfo Persico, entrando così nella trentina di Paesi che producono energia atomica.
«Un giorno memorabile», un «simbolo della resistenza della nazione iraniana», ha esultato in diretta sotto le telecamere di Stato il vicepresidente iraniano Ali Akbar Salehi, che è anche capo dell’agenzia nucleare nazionale, rilanciando subito l’intenzione di continuare il controverso programma per l’arricchimento dell’uranio al 20%. E mentre Washington, Londra e Parigi, invitavano Teheran a sospendere quest’ultima attività, superata dalla fornitura di combustibile russo, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad prometteva una «risposta su scala planetaria» a un eventuale attacco contro il suo Paese per fermarne il programma nucleare.
«Le nostre opzioni non avranno limiti, riguarderanno il pianeta intero», ha minacciato dalle colonne di un quotidiano del Qatar. Un messaggio diretto a Israele e ai suoi «maestri americani», che non hanno mai escluso una opzione del genere. Ma nello stesso tempo, secondo l’ormai collaudato copione del bastone e della carota, Ahmadinejad ha rilanciato l’iniziativa del Brasile e della Turchia per l’arricchimento dell’uranio. All’inizio delle operazioni di caricamento del combustibile (163 barre di uranio arricchito) ha assistito anche Serghiei Kirienko, capo dell’agenzia federale russa per l’energia nucleare Rosatom, che nel 1994 ha ereditato il cantiere dell’impianto aperto dalla tedesca Siemens prima della rivoluzione islamica del 1979. All’equipaggiamento della centrale, della potenza di mille mw, hanno partecipato «oltre dieci Paesi, inclusi alcuni europei e asiatici», ha ricordato Kirienko, senza nominarli.
Il lancio della centrale avviene mentre l’Iran si trova sotto un quarto pacchetto di sanzioni del Consiglio di sicurezza Onu, inasprite da Usa, Ue e altri Paesi, dopo la condanna del suo programma nucleare, sospettato di avere fini militari. Le sanzioni escludono il progetto di cooperazione russo-iraniano per Bushehr, anche se la comunità internazionale, Usa in primis, aveva suggerito un rinvio dello start up dell’impianto, che entrerà a regime entro fine anno. «Nonostante tutte le pressioni, le sanzioni e le difficoltà imposte dai Paesi occidentali, l’avvio della centrale di Bushehr dimostra la prosecuzione del programma nucleare pacifico dell’Iran», ha commentato Salehi. «È un simbolo della resistenza della nazione iraniana e della sua determinazione a raggiungere i suoi obiettivi», ha aggiunto, ringraziando la Russia per aver «accompagnato la nazione iraniana» nella costruzione dell’impianto.
Recentemente Mosca ha dissipato le perplessità occidentali impegnandosi a gestire, sotto il controllo dell’agenzia per il nucleare dell’Onu (Aiea), l’intero ciclo di Bushehr, fornendo il combustibile per dieci anni e trattando i rifiuti: una garanzia, ha ribadito Kirienko, contro ogni rischio di proliferazione nucleare. Ma oggi lo stesso Kirienko ha annunciato una joint venture paritaria che poi, nel giro di 2-3 anni, lascerà sostanzialmente la gestione dell’impianto agli iraniani, con tutti gli interrogativi che comporta. Anche perchè Teheran intende proseguire l’arricchimento dell’uranio al 20%, una percentuale ancora inferiore a quella indispensabile per una bomba atomica ma superiore a quella necessaria per Bushehr (3,5%). «Contiamo di utilizzare la centrale di Bushehr per 40 anni. Supponiamo che acquisteremo combustibile per dieci anni dalla Russia: che faremo negli anni successivi?», si è chiesto Salehi. Ufficialmente l’Iran giustifica tale attività per alimentare la stessa Bushehr e altre installazioni, con l’obiettivo dichiarato di produrre a breve termine 20 mila mw di elettricità di origine nucleare, la metà del fabbisogno nazionale: un traguardo apparentemente irraggiungibile senza partner stranieri. E con la Russia, per ora, non sono in programma altre centrali.
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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...57827girata.asporso in piedi