“LA DEMOCRAZIA HA FALLITO”. IL CLUB DI ROMA LANCIA “L’ELITOCRAZIA ILLUMINATA”.
Nonostante la teoria sull’origine antropogena del riscaldamento globale sia stata smentita dai fatti (come mostrato in quest’articolo
http://www.nexusedizioni.it/ambiente-e-sal...-di-propaganda/ ), i mezzi di informazione di massa non smettono di veicolarla, privando però l’opinione pubblica delle numerosissime voci critiche. Qualche anno fa, lo scandalo Climagate (di cui si è occupato approfonditamente Philip Coppens su Nexus New Times n° 85) mostrava a tutto il mondo illustri scienziati che alteravano i dati sul riscaldamento globale per soddisfare richieste esterne. Quale sia lo scopo di questo grande inganno, viene ormai dichiarato apertamente…
Nexus Edizioni
“La democrazia ha fallito”: tutto secondo programma. Elezioni presidenziali, proclami PD, PDL, M5S, sono solo un diversivo. Le decisioni vengono prese dalla “elitocrazia”.Panem et circenses” era la ricetta dei Romani per governare indisturbati. Con un capolavoro d’ingegneria politica oggi i “circenses” sono la politica stessa, un diversivo per distrarre il popolino. Attraverso uno dei suoi più noti esponenti il Club di Roma racconta come stanno le cose.
Non ci saremmo proprio aspettati che quello che in molti sospettavano o meglio temevano, potesse essere dichiarato così apertamente: in Europa le decisioni politiche non vengono più prese democraticamente.
Al potere è stata insediata un’oligarchia non eletta, una tecnocrazia “illuminata” che prende decisioni senza tenere conto della volontà popolare. E non si tratta di fantasie di un qualche blogger complottista, sono le dichiarazioni fatte da Jorgen Randers, uno dei più autorevoli membri di uno dei più influenti think-thank che esistano (ne fanno parte anche capi di stato) per le politiche ambientali e demografiche: il Club di Roma.
Ma ecco le esatte parole rilasciate in nell’intervista al periodico “Sette” del Corriere della Sera, intitolata: Randers: «Solo l’élitocrazia illuminata può salvare il pianeta» L’ambientalista norvegese: la democrazia ha fallito perché l’uomo ha una visione a breve termine”link
http://www.corriere.it/ambiente/speciali/2...3f4566dbb.shtml .
Jørgen Randers, padre del dibattito sulla sostenibilità, torna a fare previsioni sul «futuro che sarà» nel saggio 2052: Scenari globali per i prossimi quarant’anni (Edizioni Ambiente), con il contributo di oltre 30 scienziati, economisti ed esperti internazionali di previsioni si stemiche.
Senza fare sconti a nessuno.
Neppure alla democrazia partecipativa, che ha fallito nell’affrontare la sfida dei cambiamenti climatici.
Il pensiero che viene diffuso in questo studio, che è l’espressione della élite delle scienze economiche e sociali, è dunque che la democrazia ha fallito.
Ed ecco allora che da quel laboratorio che è l’Italia, viene l’attesa conferma: la democrazia sta fallendo. Anzi ha già fallito, e si tratta di un fallimento ammesso dagli stessi partiti, dato che con il loro sostegno da ormai un anno e mezzo siamo governati da “tecnici” che nessuno ha votato. Un fallimento che viene confermato da quanto sta accadendo in questi giorni, e ancor prima dalle parole golpiste di Mario Draghi che l’otto marzo scorso dichiarava candidamente che l’esito delle elezioni sarebbe stato ininfluente sulle scelte del futuro governo, come a dire che le decisioni vengono prese altrove e vengono poi solamente eseguite, chiunque sieda a Palazzo Chigi:
“L’Italia prosegue sulla strada delle riforme”, indipendentemente dall’esito elettorale. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, sottolineando che il processo delle riforme continua come se fosse inserito “il pilota automatico”. “E’ la democrazia, è qualcosa che ci sta a cuore e i mercati lo sanno“.
Così Draghi sull’esito delle elezioni italiane. E Draghi ha sottolineato come l’esito delle elezioni italiane, e altri fattori come la spinta francese a una monetizzazione del debito da parte della Bce, non abbiano alcun impatto sull’unità di intenti dell’Europa verso le riforme.
Il Sole 24ORE: “Draghi, BCE: Risanamento, avanti col pilota automatico”
Con un “bipensiero” che avrebbe entusiasmato il Grande Fratello di Orwell, Draghi riesce a dire che la democrazia “ci sta a cuore” e poi, subito dopo, che tanto non ha importanza chi vincerà le elezioni, tanto dovrà eseguire gli ordini.
Ma se la politica è svuotata del suo ruolo cosa ne rimane? Resta solo un confronto-scontro tra attori che danno vita ad un deprimente spettacolo che però fa sempre audience. Rimbecilliti da anni di “Grande Fratello”, “Isola sei Famosi”, “Amici” ecc… siamo convinti che quella sia la realtà, ci appassioniamo per quello che avviene davanti alle telecamere pensando che litigi, lacrime e gioia siano autentiche. A volte, come in questi giorni aspettiamo di vedere le “nominations” e poi godiamo delle espulsioni, allora Franco Marini diventa come Valeria Marini che se ne va con la coda tra le gambe dall’isola dei famosi, e Prodi, trombato mentre ignaro sonnecchiava al caldo sole dell’Africa, si confonde con Malgioglio che deluso lascia i tropici. E così alla fine Grillo finisce così per essere l’unico veramente al suo posto, lui sul palco a recitare c’è sempre stato, semmai sono gli altri ad averi invaso il suo campo.
Ma Jorgen Randers non si limita a questo, forte dell’affermazione delle politiche del Club di Roma vuole proprio sbatterci in faccia il vicolo cieco in cui ci siamo infilati, l’intervista prosegue infatti indicando chiaramente come stanno le cose:
La conclusione è pessimista: finché ci illuderemo che esistano vie d’uscita più economiche, tanto le democrazie quanto il libero mercato sceglieranno queste, e il mondo si muoverà inevitabilmente verso una crisi climatica abnorme.
Randers cita pochi Paesi in grado di sviluppare politiche a lungo termine e convincere (o costringere) i propri cittadini a imboccare il sentiero più stretto, come la Germania e la Cina.
«Forse, però, il miglior esempio che io conosca è la Commissione dell’Unione europea, un’élitocrazia formata da persone molto competenti, e non controllate dal Parlamento europeo, che è riuscita a far passare risoluzioni che non sarebbero probabilmente mai state approvate dai singoli parlamenti nazionali, eletti democraticamente…
Eccolo detto chiaro e tondo: l’Europa è un’ “Elitocrazia” NON controllata dal Parlamento europeo che ha fatto passare risoluzioni imposte ai cittadini che non le volevano.
La democrazia è dunque solo una finzione, un giocattolo lasciato in piedi per dare l’impressione che a comandare siano ancora gli elettori, ma non solo, la democrazia è un ingegnosissimo modo per avere sempre un capro espiatorio dietro il quale nascondere i veri responsabili quando c’è da far passare qualcosa di scomodo o far ricadere le colpe che invece appartengono all’elitocrazia.
E se la situazione, dopo tutti questi discorsi, non fosse ancora sufficientemente chiara ecco che, anche per i più ostinati ingenui, arriva un ulteriore chiarimento. Riferendosi proprio alla situazione italiana l’illustre membro del Club di Roma afferma:
Un governo tecnocratico capace di agire rapidamente, contrapposto alla democrazia partecipativa classica: la ricetta politica all’italiana entusiasma l’ambientalista norvegese.
«Ogni tanto le decisioni vanno prese velocemente, anche se con forti costi immediati. Avviene oggi nell’Italia guidata dal moderno governo tecnocratico di Monti come nella Roma di duemila anni fa governata, in situazioni di emergenza, da dittature temporanee (finché Giulio Cesare non divenne dictator perpetuus, ndr)».
Ancora una volta, con una tecnica orwelliana, si parla di governo tecnocratico contrapposto alla “democrazia partecipativa classica”, come se il governo tecnocratico fosse un’alternativa democratica. Senza più remore infine Randers parla apertamente di “dittatura temporanea“, e qui va dato onore all’intervistatrice Sara Gandolfi, di aver, con grande intelligenza, inserito un “ndr” che indica in modo chiaro e secco dove vanno a finire propositi del genere.
Infine ecco che vengono anche chiariti i programmi per i giovani, in sostanza se faranno i bravi e si adegueranno a quello che l’elitocrazia ha in serbo per loro tanto meglio, se no si adegueranno lo stesso. E il programma pensato per loro si chiama “malthusianesimo”:
I giovani devono innanzitutto capire quali sono i meccanismi che governano il mondo politico attuale e poi dovrebbero dichiararsi pronti a fare la loro parte, e quindi anche a pagare più tasse e a sostenere un forte governo tecnocratico che possa agire con una visione di lungo termine.
Infine, dovrebbero fare meno bambini possibile, soprattutto nei Paesi industrializzati, dove un figlio, mediamente, consuma 40-60 volte più risorse ed energia di un figlio in India». Il modello (involontario, a dire il vero) arriva dall’Italia, che ha il più basso tasso di natalità al mondo (1,3 bambini per donna): non perché gli italiani siano più consapevoli sul fronte demografico-ambientale, ma «perché avete creato una società, negli ultimi 20 anni, che ha reso totalmente impossibile per una donna avere sia un lavoro sia un bambino. Le italiane, in modo molto saggio e razionale, hanno scelto il lavoro.
I giovani dovranno essere poveri (pagare più tasse) e fare meno figli. Ecco servito il programma.
Ed ecco anche la conferma che l’Italia ha costituito, e ancora lo è, un laboratorio socio politico per i programmi elitocratici.
La frase finale è infine un elogio alla società che impedisce ad una donna di avere un lavoro e contemporaneamente essere madre. Con i complimenti di Randers.
Quest’intervista così sfacciata non sarebbe stata possibile solo una decina di anni fa, adesso non ha suscitato alcuna reazione, l’elitocrazia ormai è così forte che non ha più bisogno di nascondersi.
Singolarmente ciascuno può fare ben poco contro questa oligarchia. Personalmente però posso almeno smettere di guardare lo spettacolo in scena al Parlamento pensando che sia la realtà.
Fonte:
http://www.enzopennetta.it/2013/04/la-demo...la-elitocrazia/orso in piedi