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Verso la schiavitu

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view post Posted on 2/1/2012, 12:10

Guida Spirituale

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da http://www.tzetze.it/tzetze_news.php?url=h...b5b6a17cf0c326a

LA FUTURA CARTA DI IDENTITÀ BIOMETRICA
Informazione TRA SCHEDATURA GENERALIZZATA E LUCROSI AFFARI

DI AGNÈS ROUSSEAUX
Basta!

Il 13 dicembre è stato dibattuto un progetto di introduzione di una nuova carta di identità. Sarà biometrica e fornita di chip elettronici che potrebbero consentire di tracciare il comportamento di ogni cittadino. La creazione di un schedario centralizzato, con l’incrocio di tutti i dati che aprono la possibilità al riconoscimento facciale, è sostenuta anche dal Ministro degli Interni, Claude Guéant. Un attentato senza precedenti alla libertà pubblica e un lucroso mercato per le imprese del settore.

“Una carta di identità non può essere un mezzo di pagamento! Questa commistione di generi è inammissibile": Jean-Claude Vitran, membro della Lega dei Diritti dell'Uomo (LDH), si è fortemente opposto al progetto di nuova carta di identità biometrica: “Ci batteremo fino alla fine, con un ricorso al Consiglio di Stato e alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo."

Il 13 dicembre l'Assemblea Nazionale esaminerà per una seconda volta la proposta di legge che riguarda la creazione di una nuova carta d’identità biometrica, che verrà rilasciata in Francia a partire dal 2012. Ma perché così tanta fretta? Questa carta conterrà un chip “regale”, coi dati di identità e quelli biometrici (stato civile, l’indirizzo, taglia e colore degli occhi, impronte digitali, fotografia). E un chip opzionale, "commerciale", che permetterà di realizzare una firma elettronica su Internet grazie a un piccolo conto collegato a un computer.

Pedinare i cittadini?

È una possibilità che presenta numerosi rischi, ha sottolineato la Commissione Nazionale dell'Informatica e delle Libertà (CNIL) [1]. Queste funzioni elettroniche, che si affidano a "garanzie particolari", se venissero mal utilizzate potrebbero consentire di registrare il comportamento dei cittadini, quello che acquistano, dove viaggiano. Con la possibilità di sfruttare le notizie delle transazioni private che sono state effettuate.

Un rischio fatto presente dal socialista Serge Blisko quando la legge fu presentata all'Assemblea nazionale nel luglio scorso: "Mettere i due chip, quello ‘regale’ e quello ‘commerciale’, sulla carta d’identità comporta un pericolo ancora più grave: quello di rendere possibile una tracciatura degli individui, ad esempio con i dati del pass Navigo. La RATP può seguire tutti gli spostamenti di un viaggiatore che ha questo titolo di trasporto e può comunicare queste notizie alla polizia o ad un giudice istruttore dietro mandato giudiziario."

Il deputato teme un tracciamento simile anche su Internet, dato che questa secondo chip verrebbe gestito dal Ministero dell'Interno. “Avete bisogno, come Ministro degli Interni, di conoscere le abitudini di acquisto e di consumo o il via vai di milioni di cittadini? Siamo arrivati nel mondo descritto da Orwell in ‘1984’", denuncia Serge Blisko. La risposta di Christian Vanneste, deputato dell’UMP,: "Non ha niente a che vedere con Orwell! L'informatica a quel tempo non esisteva!"
Una schedatura generalizzata “sproporzionata”

Per fortuna che l'informatica ci apre nuove prospettive. Quella di un schedatura biometrica generalizzata e centralizzata dei 45 milioni di francesi che hanno più di 15 anni. Obiettivo fissato dalla nuova carta di identità biometrica: lottare contro l'usurpazione di identità. Il problema riguarderebbe ogni anno 13.900 persone secondo l'Osservatorio Nazionale della Delinquenza e delle Risposta Penali. Si è ben lontani dai 200.000 casi contro cui lo stato si schiera per introdurre questo dispositivo, come ricorda il rapporto presentato al Senato. La nuova carta biometrica permetterà quindi di aggiornare uno "schedario delle persone oneste", usando le parole di François Pillet, senatore dell’UMP e relatore della proposta di legge. I dati verranno raggruppati in una base centralizzata comune a quella dei passaporti biometrici, TES, da Titoli Elettronici Securizzati. "L’adeguatezza della conservazione centralizzata dei dati biometrici nei riguardi dell’obbiettivo legittimo della lotta contro la frode documentale non è stata ancora dimostrata”, afferma il CNIL.

All'epoca della prima stesura della proposta di legge del 2010, il Senato aveva sostenuto l’esistenza di un "legame debole" tra dati biometrici e una schedatura centralizzata. Questo "legame debole" permetterebbe di verificare, a partire dai dati biometrici, che una persona sia censita nello schedario e che la foto o le impronte digitali corrispondono, senza però fornire l'identità di questa persona con tutti i dati connessi [2]. Ciò consentirebbe di identificare il 99,9% dei casi di furti di identità, senza dover attentare alla vita privata dei cittadini. Invece, un "legame forte" consentirebbe l'identificazione di una persona a partire dalle sue sole impronte digitali grazie alla consultazione dello schedario. Una possibilità che apre la strada a una deriva pericolosa.
Alcune lezioni fornite dalla storia

"Il collegamento debole non permette di identificare persone colpite da amnesia, le vittime degli attentati, i bambini", ribatte Claude Guéant che ha difeso con successo davanti all'Assemblea nazionale la necessità di un "collegamento forte". Un'opzione criticata dal CNIL: gli archivi devono avere una sola finalità, per evitare ogni abuso. Una banca dati delle carte di identità non può servire per l’uso poliziesco. L'ipotesi di Claude Guéant è ben lontana dall’essere unanime, anche all’interno dell'UMP. Per il senatore del Cher Francesco Pillet (UMP), un simile schedario centralizzata "potrebbe costituire, se non è circondato dalle garanzie richieste, una bomba a scoppio ritardato per le libertà pubbliche".

"I democratici che hanno a cuore i diritti e che proteggono le libertà pubbliche non possono lasciarsi alle spalle un archivio che, nel futuro e nell’ambito di una storia che non vivremo, si può trasformare in uno strumento pericoloso e liberticida”, avverte il parlamentare: “Cosa potrebbero dirci le vittime guardandoci negli occhi? […] Signor Ministro, non voglio che da questo schedario si possa tirar fuori un nome, che sia il vostro, il mio o il nostro."

Verso un sistema di riconoscimento facciale?

L'emendamento di Claude Guéant è stato rigettato con forza dal Senato, 340 voci contro 4), un schiaffo per il ministro degli Interni. Se questo profondo disaccordo tra deputati (che hanno votato per il "collegamento forte") e i senatori persiste, la scelta verrà presa definitivamente nelle prossime settimane dalla commissione mista paritaria. "Quale che sia l'opzione che verrà decisa, uno schedario centralizzato di questo tipo è inammissibile e pericoloso”, ricorda Jean-Claude Vitran. “Anche nel caso di un ‘collegamento debole’, bisogna essere davvero ingenui per credere che con una tale banca dati al ministero dell'Interno, non si vada ogni tanto ad autorizzare qualcuno per darci un’occhiata".

Il Senato si è opposto anche all'utilizzo delle immagini digitali del viso, nella cornice di un dispositivo di riconoscimento facciale. Ciò aprirebbe la possibilità di identificare le persone nella pubblica via, nel corso di una manifestazione, nei trasporti urbani, a partire dalle telecamere di sorveglianza confrontando i dati dello schedario. Di fronte all’inquietudine dei deputati, Claude Guéant pianta il chiodo: "Il riconoscimento facciale, che al momento non offre tutte le garanzie di affidabilità che sono necessarie, è una tecnologia che si evolve molto rapidamente: si può pensare dunque che molto presto sarà tanto affidabile quanto il riconoscimento digitale."

Piraterie possibili

Altro argomento controverso: la carta di identità sarà dotata di microchip RFID [3], che sono al momento utilizzati nei passaporti biometrici. Sono dei microchip che possono essere lette dai lettori wireless, come il Navigo della RATP. Problema, rivela Jean-Claude Vitran, del LDH: "Non è necessario che ci sia un lettore di microchip RFID per captare i dati della carta senza contatto." Il pass Navigo, ad esempio, può essere letto a quaranta centimetri.

“Con la nuova generazioni di microchip RFID, si possono leggere i dati ad alcune decine di metri di distanza. È possibile riuscire a produrre una carta falsa con i dati raccolti.» La nuova carta d’identità non riuscirà quindi a fermare i furti di identità. ”Con 90 euro, si può fabbricare un lettore”, spiega il militante della LDH: “Negli Stati Uniti qualcuno è riuscito a clonare i microchip negli aeroporti, per dimostrare all’amministrazione i difetti del sistema RFID.”

La schedatura, uno sport nazionale

A tutte queste critiche si aggiunge un sospetto sulla finalità di questa iniziativa. Per Jean-Claude Vitran, non ci sono dubbi: "Non è tanto una questione che riguarda la lotta contro i furti di identità, quanto la volontà di creare una vetrina per l'industria francese." I leader mondiali delle tecnologie delle carte con microchip e dei documenti di identità biometrici sono francesi: Morpho, ex Sagem Sécurité, filiale del gruppo Safran, che produce il passaporto biometrico francese, rivendica "130 casi di soluzioni per l’identità biometrica, in 70 paesi diversi".

Tra queste imprese troviamo anche Gemalto, Oberthur, o ancora Thales che ha consegnato 250 milioni di documenti securizzati in 25 paesi, particolarmente in Marocco, Uzbekistan, Etiopia e Regno Unito. Nel 2010 Morpho si è lanciato in un progetto allargato: raccogliere i dati biometrici di 1,2 miliardi di indiani per un archivio che incrocia le impronte digitali con il tracciato dell'iris.

“Come si può ignorare […] che il passaggio alla biometrica sia una formidabile opportunità di creare un mercato remunerativo per quelle imprese che sono specializzate in questo settore?”, si chiede la senatrice comunista Éliane Assassi, nel corso di una seduta al Senato. “Dietro a questa legge c’è un’enorme campagna di lobby da parte del raggruppamento professionale delle industrie di componenti e sistemi elettronici (Gixel), e in particolare da parte di Morpho”, ci spiega Jean-Marc Manach, giornalista di Owni.fr.

La Francia va controcorrente

Purtroppo i tempi sono duri: il Regno Unito, che nel 2008 ha firmato con Thalès un contratto per la creazione di carte di identità biometriche per un totale di 23 milioni di euro, ha cambiato idea. Nel 2010, il nuovo governo britannico ha abbandonato il progetto di carta di identità biometrica e di schedatura sistematica. Il governo olandese ha annunciato di voler rinunciare all’archiviazione delle impronte digitali e distruggere gli schedari esistenti.

In Israele un archivio nazionale contenente i dati personali di nove milioni di persone ha fatto per due anni il giro di Internet, dopo essere stato rubato da un impiegato del governo. In Algeria la realizzazione del passaporto biometrico suscita numerosi interrogativi, soprattutto sulla pertinenza dell’aver affidato la realizzazione di un archivio biometrico - quindi altamente sensibile - a un'impresa straniera, Oberthur. In India risulta che ci siano alcune imprese, tra quelle che raccolgono i dati, che venderebbero queste informazioni a fini di marketing mirato. Altre cattive notizie penalizzare il settore.

La paranoia del controllo sociale

In questo contesto, il mercato francese delle carte biometriche rappresenterebbe una manna dal cielo. La Francia "ha oggi un ritardo considerevole. Le imprese francesi sono in punta ma non vendono niente in Francia, ciò che li penalizza all'esportazione rispetto ai concorrenti americani", si lamenta Jean-René Lecerf, senatore dell’UMP che ha depositato la proposta di legge al Senato.

Di fronte a questi rovesci, Claude Guéant vuole fare probabilmente un gesto per le imprese del settore. E impegnare la Francia in un processo di schedatura biometrica generalizzato. Un’altra schedatura, quando in Francia il numero degli archivi della polizia è già raddoppiato negli ultimi cinque anni. Un Libro Bianco sulla Pubblica Sicurezza [4] viene del resto di essere rimesso a Claude Guéant. Preconizza la creazione "di un terzo grande archivio basato sulle immagini del volto" con un sempre maggior ricorso ai software di riconoscimento automatizzato, per poter accelerare la soluzione delle "inchieste giudiziarie che dispongono di indizi che sono bloccati dalla protezione per i dati video." Un nuovo schedario da incrociare probabilmente con quello di identità biometrica: “Ci danno di paranoici”, conclude Jean-Claude Vitran: “Ma non siamo certo in una democrazia addormentata. Uno strumento simile otterrebbe un controllo totale della popolazione. È la volontà di schedare il mondo intero ad essere una vera paranoia."
Note:

[1] Leggere le osservazioni del CNIL del 25 ottobre del 2011.

[2] “Le impronte dei titolari della carta d’identità sono stoccate in un grande archivio informatico e contrassegnate da un numero specifico, evitando un legame diretto tra identità e impronte. Nel caso di una verifica di identità, i dati ci indicano solamente se questa identità corrisponde a un’impronta dell’archivio, senza specificarla”, attesta il Senato.

[3] Radio Frequency IDentification: una tecnologia che permette di memorizzare e di recuperare dati a distanza, senza contatto, utilizzando delle “radio-etichette” incollate o incorporate negli oggetti o nei prodotti.

[4] Scritto da un comitato di controllo presieduto dal Prefetto della polizia di Parigi, Michel Gaudin, e dal presidente dell’Osservatorio Nazionale della Delinquenza e delle Risposte Penali (ONDRP), Alain Bauer.

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Fonte: La future carte d’identité biométrique : entre fichage généralisé et business juteux

12.12.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

Ecco,i peggiori incubi si stanno avverando.Se la cosa passa,il controllo su di noi sara totale.
Voi direte che basteranno delle regole a tutela,ma chi vi da asicurazione che un domani,un "governo forte"nascosto tra le pieghe di una nuova legge,non si prenda la liberta di avvocare a se tutti i poteri di controllo?Vi piacerebbe essere controllati 24 ore su 24?Tutto questo darebbe loro un potere enorme,compreso l'annullamento della vostra persona elettronica,privandovi di tutto,identita compresa.Per il mondo voi non esistereste piu.

orso in piedi
 
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view post Posted on 31/5/2012, 21:20

Guida Spirituale

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Obama: dal 2013 microchip sottocutanei per tutti i cittadini americani
A cura della d.ssa Enrica Perucchietti

Premessa
Se verrà confermato alla Casa Bianca nelle presidenziali del prossimo 6 novembre, Obama ha chiarito che renderà obbligatorio nel corso del 2013 l'inserimento del microchip sottocutaneo in tutta la popolazione americana. L’obiettivo è di creare un registro nazionale di identificazione che permetterà di “seguire meglio i pazienti avendo a disposizione tutte le informazioni relative alla loro salute”. Il nuovo progetto relativo alla salute (HR 3200) è stato adottato recentemente dal Congresso e alla pagina 1001, contiene l’indispensabile necessità per tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario di essere identificati con un microchip, il cui prototipo definitivo è allo studio della FDA (Food and Drug Administration) dal 2004.

Un passo indietro
Né George Orwell, né Aldous Huxley nelle loro distopie si erano spinti così lontano da poter prevedere l’avvento di una popolazione controllata da microchip sottocutanei. 1984 e Il Mondo Nuovo ci hanno tramandato due sistemi totalitari che hanno preceduto sulla carta, con inquietante forza visionaria, innovazioni politiche che ci hanno reso progressivamente sempre più “trasparenti” e schiavi di fronte all’ingerenza statale.

Già nel 1932 Huxley era arrivato a prevedere addirittura un sistema in cui gli abitanti sono concepiti e prodotti industrialmente in provetta. Sotto il mito del progresso i cittadini vengono condizionati fin dall’infanzia con tecnologia e droghe e da adulti si ritrovano ad occupare ruoli sociali prestabiliti dalla nascita. La rinuncia a ogni emozione, privacy, libero arbitrio che contraddistingue il Grande Fratello di Orwell e lo stato totalitario di Huxley offrono però ancora in minima parte una via di fuga, di reazione anarchica alla violenza livellatrice dello Stato. In 1984 il protagonista Winston Smith può ancora provare almeno a ribellarsi, allontanandosi dai centri abitati e tramando con l’amante lontano dall’occhio onnipresente del Grande Fratello. Questo perché nel mondo immaginato da Orwell i cittadini non sono ancora totalmente “trasparenti”. Essi sono sottomessi a un controllo quasi totale ma non del tutto globale.

La transizione sta per essere attuata ora sotto l’amministrazione democratica di Barack Obama che si avvia alla riconferma nelle Presidenziali del 2012. A dimostrazione che il Presidente americano più che un outsider della politica si è rivelato in linea con gli interessi delle lobby, che non distinguono tra democratici o repubblicani. È la Casta americana che macina provvedimenti per il proprio tornaconto e che sulla propria agenda politica ha l’ennesimo chiodo da piantare nella bara della nostra privacy.

Microchip per tutti
“Se posso mettere un microchip al mio cane per ritrovarlo quando scappa, perché dovrebbe essere illegale fare lo stesso con un messicano?”. La provocazione a dir poco delirante è stata lanciata dal candidato repubblicano al Congresso USA Pat Bertroche. In attesa che la proposta di siglare gli stranieri irregolari o non regolari sul territorio sbarchi anche in terra Padana, l’argomentazione ha suscitato un putiferio in America. Il pensiero è corso subito ai tatuaggi dei deportati nei campi di concentramento nazisti.

Si sbaglierebbe chi ritenesse questo genere di proposta soltanto una provocazione estrema in materia di sicurezza. Il ricorso a microchip sottocutanei per “mappare”, controllare e, chissà, manipolare a distanza gli individui non interessa soltanto gli stranieri. Le iniziative da stato fascista globale si stanno infatti insinuando in campo medico grazie anche ai democratici. Quale metodo migliore per controllare la popolazione che dotarla di microchip come le bestie dietro motivazioni sanitarie? Violare i diritti civili di stranieri per quanto illegale desterà sempre reazioni contrastanti, anche violente perché i detrattori della proposta faranno appello a concetti quali razzismo, violenza sui più deboli, etc. Ma se si convincesse invece la popolazione della necessità dell’inserimento di chip sottocutanei in ogni membro del Paese per il proprio bene - come nel caso di vaccini forzati per contrastare fantomatiche pandemie – allora si raccoglierebbero minori resistenze. Ci verrà detto che è per il nostro Bene e molti di noi cadranno nella trappola facendosi impiantare i dispositivi sottocutanei, senza riflettere prima sulle conseguenze.

La paura come metodo
Per la costituzione di uno stato totalitario che ceda progressivamente il passo un nuovo ordine mondiale, il primo passo è manipolare il pensiero, le credenze delle persone, inserendo emozioni di terrore, destabilizzazione, rabbia, ansia, per poi proporre una soluzione alle paure collettive. È il sistema di azione-reazione descritto ampiamente da David Icke nei suoi saggi. Creare un sistema di paura pubblica con l’identificazione di un nemico visibile o invisibile che sia – terroristi, epidemie, crisi finanziarie - alimentare costantemente queste paure fino al parossismo bombardando le persone con immagini o notizie quotidiane di violenza, scardinando ogni sicurezza per poi costringere i cittadini ad accettare delle limitazioni alla propria privacy come ovvie misure di sicurezza. Una limitazione delle proprie libertà civili. Da qui le ben note norme contenute nel Patriot Act, l’introduzione di telecamere, bodyscanner negli aeroporti o nei luoghi ad alto rischio attacco, satelliti, intercettazioni di conversazioni telefoniche o mail private etc. Un graduale allentamento delle libertà individuali per garantire la sicurezza dal nemico che si aggira tra noi. Un insieme di limitazioni che Obama, lungi dal sopprimere come promesso in campagna elettorale, sta portando avanti seguendo le orme di George W. Bush: con la notizia della “morte” di Osama bin Laden – vera o falsa che sia – gli USA si sono visti “costretti” a incrementare gli investimenti sul fronte Sicurezza. Dal 2001 a oggi la Difesa americana ha stanziato 2 mila miliardi di dollari in programmi di antiterrorismo. Ma anche in Europa siamo mappati, marchiati, monitorati e neanche ce ne rendiamo conto. O forse ci fa comodo non rendercene conto per aggrapparci a quell’idea di sicurezza effimera che ci propinano i governanti. Alle norme di controllo globale per garantire la sicurezza – attraverso l’accrescimento delle paure collettive - si affianca un processo più strisciante che affonda i propri tentacoli in quell’apparato che dovrebbe invece garantire la salute delle persone: la sanità. L’introduzione dei microchip passerà in primis dal campo psichiatrico, dove le vittime sono da sempre le più deboli…

I Verichip per salvarvi la vita
La FDA (Food and Drug Administration) ha infatti concesso il permesso alla vendita dei Verichip, prodotti in Florida dalla Applied Digital Solution, e al loro impiego in campo medico. Il dispositivo, della grandezza ormai di un granello di sabbia, verrebbe inserito sotto la pelle del braccio o della mano con una siringa. Contiene un numero per l’identificazione del paziente. Il portatore del dispositivo, una volta arrivato in ospedale anche in stato incosciente, se dotato di Verichip, sarebbe in grado di trasmettere una cifra legata alla cartella personale. In questo caso il beneficio promesso sarebbe la possibilità di effettuare diagnosi più veloci e la riduzione di rischi legati a somministrazione di farmaci sbagliati qualora vi siano delle intolleranze o allergie. Per favorire l’utilizzo del Verichip negli USA la Applied Digital ha gentilmente promesso gratuitamente a più di 200 ospedali e istituti privati gli scanner per leggere i dispositivi sottocutanei. Lo scenario di orwelliana memoria assume contorni più chiari in vista della Riforma Sanitaria di Obama: se tutti possono accedere alle cure, tutti possono essere altresì curati e sottoposti a trattamenti obbligatori quali vaccini o impianti…

I VeriChip sono già realtà
Vi sembrano teorie fantascientifiche?

Sappiate invece che il VeriChip è già approdato in Messico, dove la società distributrice Solusat ha già impiantato diverse migliaia di pazienti. Il dispositivo è arrivato anche in Europa. In Italia è ancora al vaglio.

Che cosa c’entra Obama con tutto questo?
Dietro l’estensione della riforma sanitaria a tutti i cittadini americani – che come spiego nel mio libro L’altra faccia di Obama avrà come conseguenza primaria l’arricchimento delle società di Assicurazione, non il benessere dei contribuenti - potrebbe esserci una ragione occulta, meno umanitaria del previsto.

La legge di riforma sanitaria introdotta da Obama fa infatti riferimento all’introduzione di un dispositivo di “registro di sistema” di classe 2 che viene descritto come “un dispositivo impiantabile di transponder a radiofrequenza che sia in grado di registrare i crediti, i dati di anamnesi del paziente – standardizzati e con immagini analitiche che permettano la condivisione degli stessi in diversi ambiti – oltre a qualsiasi altro dato ritenuto opportuno dal Segretario”. Insomma, per poter avere un’anamnesi immediata di un paziente, per poter monitorare i senzatetto e i pazienti psichiatrici – e magari gli stranieri – per razionalizzare la sanità, Obama ha pensato bene di inserirlo, anche se per ora non in via obbligatoria, all’interno della riforma. All’approvazione della Food and Drug Administration la percentuale della popolazione favorevole all’impianto del dispositivo, nel 2004, salì dal 9 al 19%. E se il chip venisse promosso, consigliato o addirittura obbligatorio per accedere alle cure statali a quanto salirebbe il consenso?

Se il Verimed nasce sul mercato civile per le sue applicazioni mediche, il Verichip più in generale può essere usato in vari campi della società, sicurezza, finanza, identificazione di emergenza, etc. Il chipping avviene in una ventina di minuti in anestesia locale. Una volta inserito sottopelle, il chip rimane invisibile a occhio nudo. Intanto una piccola quantità di energia in radiofrequenza parte dallo scanner e stimola il dispositivo inattivo che emette il numero di verifica tramite segnali in radiofrequenza. In questo modo il portatore del chip può essere sempre rintracciato, da qui l’idea di inserirlo tra i senzatetto e gli stranieri…

Il sistema di introduzione del chip tra la popolazione di una nazione avverrà infatti con la sua applicazione medica in forma di VeriMed; una volta raccolto il consenso della maggior parte dell’opinione pubblica potrà essere reso obbligatorio come certi vaccini ed esteso ad altre applicazioni: nel caso della riconferma di Obama alla casa Bianca, sembra infatti che il chippaggio dell'intera popolazione americana avverrà obbligatoriamente nel 2013.

Non occorre molta immaginazione per prevedere le conseguenze di tale progetto: una volta marchiati saremmo controllati da uno stato fascista globale, ben oltre l’Occhio elettronico del Grande Fratello, che poteva almeno sfuggire ad alcune zone out della società… Non bastava il controllo attraverso dispositivo GPS dei cellulari o dei navigatori satellitari, delle etichette nei vestiti, delle tracce lasciate da carte di credito, tessere fedeltà, bancomat etc. Con l’introduzione dei chip saremo sempre raggiungibili, controllati. Insomma, trasparenti.

Verso una popolazione di “vetro”
Se in 1984 l’azione sovversiva contro il totalitarismo era ancora possibile anche se ardua, una volta impiantato il chip il controllo sarà globale. Chi è davvero disposto a rinunciare alla propria libertà pur di vivere in una società - forse più ordinata - ma controllata in tutto e per tutto fin nell’intimità, senza possibilità di autodeterminazione, di scelta? La distopia orwelliana è forse vicina più di quanto non si pensi? Il controllo capillare e pervasivo sarebbe completo in caso di chipping di tutta la popolazione: nessuno sfuggirebbe ai Sorveglianti. Ognuno di noi sarebbe un “uomo di vetro”, trasparente, sotto costante controllo, addomesticato. Lo sguardo del Governo ci seguirebbe in ogni attimo della nostra esistenza. L’occhio elettronico del Grande Fratello accompagnerebbe costantemente ogni nostra azione grazie alle frequenze emesse dal chip. E non si può escludere che le sperimentazioni di impulsi a distanza nel campo della guerra – che vedremo più avanti - per modificare il comportamento dei soldati non vengano adottate anche nella vita quotidiana.

La degenerazione della democrazia in totalitarismo sarebbe completa con la realizzazione di un sistema di ingerenza totale nella vita quotidiana dei cittadini: il rischio di una “gogna elettronica” avanzato dal giurista Stefano Rodotà, già presidente della Commissione scientifica dell'Agenzia per i diritti fondamentali dell'Unione Europea, pende davvero sulle nostre teste? Stiamo rinunciando alle nostre libertà individuali per l’illusione di più sicurezza e controllo sulle nostre strade? Dalla videosorveglianza sulle strade, negozi, luoghi pubblici alle banche date che da carte di credito, abbonamenti tv e web registrano ogni nostro consumo, tendenza, interesse. Siamo già controllati, schedati. La ricerca e l’attuazione di un sistema di trasparenza e controllo globale sono valori o rischiano di degenerare in un incubo collettivo? Fino a che punto siamo disposti a sacrificare il diritto alla privacy per l’illusione di sentirci più sicuri?

Una popolazione di ibridi
Con l’aumento degli attentati veri o presunti, del terrore, di stragi o sparizioni di bambini la popolazione mondiale si sentirà obbligata ad accettare l’inserimento dei chip sottocutanei per tutelarsi dalle “atrocità” che ogni giorno si sentono in televisione o ci raccontano i giornali. Con spontaneità l’obbligo ai microchip diventerà globale e la popolazione diventerà infine simile a un gregge schedato di pecore. Chi si rifiuterà di divenire un “ibrido di intelligenza elettronica e anima” - citando il dottor Peter Zhou, creatore del microchip Angelo Digitale - verrà bollato come probabile criminale, avendo sicuramente qualcosa da nascondere. Verrà segnalato alle autorità, costretto a piegarsi o a vivere fuori dalla società.

I VeriChip non sono gli unici dispositivi per ora sul mercato. La Motorola ha prodotto per la Mondex Smartcard dei dispositivi dotati di GPS che i Paesi dell’Unione Europea stanno pensando di adottare per la semplificazione dell’unificazione monetaria. Dall’anamnesi del paziente passiamo così alla giustificazione dell’impianto per i pagamenti! Così come il VeriChip misura 7 mm di lunghezza e 0,0775 di larghezza, contiene un transponder e una batteria a litio ricaricabile tramite la temperatura corporea. La Mondex, che ha acquisito il 51% del pacchetto azionario della Mastercard, ha speso 1,5 milioni di dollari per effettuare studi sul Biochip.

Da queste ricerche sarebbe emerso che i posti più adatti per inserire il dispositivo sarebbero il capo sotto la fronte e nella mano destra. In questo caso la ragione ufficiale per l’impianto sarà la facilitazione del pagamento in sostituzione di denaro corrente o carta di credito, a cui si andrà ad affiancare la procedura di riconoscimento della persona e il ritrovamento di persone scomparse, siano essi bambini oppure criminali… Insomma una carta d’identità elettronica munita di GPS per essere rintracciati ovunque. Ed ecco che il Grande Fratello è realtà! Inoltre per evitare la clonazione dell’impianto o meglio l’estrazione individuale del chip, il dispositivo contiene litio che nell’ipotetico tentativo di estrazione si romperebbe creando una vescica sottocutanea e la dispersione di sostanze chimiche dannose. Oltre, ovviamente, a essere rintracciati immediatamente dai Sorveglianti…

Manipolazione a distanza
Tra i teorici del complotto a insistere sull’ipotesi di un progetto segreto di ricerca sul controllo mentale mediante microchip, a fianco di David Icke si schiera la meno nota dottoressa Rauni-Leena Luukanen-Kilde, ex medico finlandese nota tra gli appassionati di ufologia per i suoi saggi nel campo UFO. La Rauni Kilde sostiene che sia possibile controllare il comportamento delle persone e influenzarne a distanza le azioni medianti l’impianti di microchip nel cervello, simili a quelli che le entità aliene impianterebbero nell’encefalo degli addotti nella zona ipofisaria. Sul giornale Spekula la Rauni Kilde pubblicò un lungo articolo sugli impianti sottocutanei mettendo in guardia gli americani dal pericolo di controllo di massa imminente. Ecco alcuni stralci: “È tecnicamente possibile inserire ad ogni neonato un microchip che potrebbe servire per identificare una persona per il resto della sua vita. Simili piani sono stati discussi segretamente negli Stati Uniti, senza nessuna esposizione delle questioni relative alla privacy […] Gli esseri umani con impianti possono essere seguiti ovunque: le funzioni cerebrali possono essere monitorate a distanza da supercomputers e persino alterare mediante il cambiamento delle frequenza. Cavie di esperimenti segreti sono stati detenuti, soldati, malati di mente, bambini portatori di handicap, audiolesi, ciechi, omosessuali, donne single, anziani, scolari e qualsiasi gruppo di persone considerato marginale dalle elites di sperimentatori”. La Rauni Kilde cita come esempi di primi esperimenti i dispositivi cerebrali impiantati chirurgicamente nel 1974 nello stato dell’Ohio, ma anche in Svezia a Stoccolma: “Elettrodi cerebrali furono inseriti nei crani di bambini, nel 1946, senza che i genitori ne fossero a conoscenza. Negli anni ’50 e ’60, impianti elettrici furono usati nel tentativo di cambiare il comportamento umano e i suoi atteggiamenti. Influenzare il funzionamento del cervello umano divenne un obiettivo importante dei servizi segreti e militari”. E ancora: “Il sistema elettronico di sorveglianza della NSA può simultaneamente seguire e gestire milioni di persone. Ognuno di noi ha un’unica frequenza di risonanza bioelettrica nel cervello, proprio come abbiamo impronte digitali uniche. Con stimoli cerebrali completamente decodificati dalle frequenze elettromagnetiche, segnali elettromagnetici pulsanti possono essere inviati al cervello creando la voce desiderata ed effetti visivi, perché vengano percepiti dal soggetto prescelto. È una forma di guerra elettronica”. Stando alla teoria della Rauni Kilde sarebbe possibile non solo la costituzione di un esercito composto da cyber soldati da controllare a distanza, ma anche la manipolazione di individui normalissimi che potrebbero essere “accesi” in qualsiasi momento e indotti a credere alla realtà di impulsi elettromagnetici quali allucinazioni visive o uditive creati ad hoc. Allo stesso modo si potrebbe torturare una persona dotata di microchip causandole dolore insopportabile e piegandola alla propria volontà.

Retroingegneria: chi copia chi?
La persona dotata di chip può esser manipolata in molti modi. Usando frequenze diverse, si può modificare la vita emotiva di una persona creando una specie di realtà virtuale – come sembra accada anche nelle abductions - attraverso la stimolazione dell’encefalo: “La si può rendere aggressiva o letargica. La sessualità può venire influenzata artificialmente. I segnali del pensiero e le riflessioni del subconscio possono essere letti, i sogni influenzati e persino indotti, tutto senza che la persona con l’impianto lo sappia o acconsenta”. La somiglianza con i rapimenti alieni pone alcuni quesiti che approfondisco in L’altra faccia di Obama: chi copia chi? I militari terrestri hanno adottato la retroingegneria aliena piegandola ai propri obiettivi, oppure le abductions si riducono per lo più a MILABS, ovvero rapimenti da parte di militari che ricostruiscono scenari virtuali in cui sarebbero entità extraterrestri ad agire sugli addotti? Come se questo scenario non fosse abbastanza agghiacciante, ecco aggiungersi in parallelo all’irradiamento tramite impulsi elettromagnetici, i metodi chimici di controllo delle masse. E qua il pensiero corre alle misteriose scie chimiche di più recente comparsa e agli esperimenti che ufficialmente dovrebbero modificare il clima. Droghe, sostanze chimiche tossiche e gas da inalazione potrebbero essere diffusi nell’aria o negli acquedotti. Se negli USA il metodo per influenzare la popolazione a scegliere di farsi impiantare un microchip passerà molto probabilmente per la via della riforma sanitaria, in Europa i governi sembrano aver scelto la strada della moneta unica: sostituire il denaro corrente, carte di credito e bancomat con un chip. La crisi, il caos economico non sarebbero altro che scorciatoie per condurre la popolazione il più velocemente possibile verso il controllo globale. “Quando le nostre funzioni cerebrali saranno ormai connesse ai supercomputers, tramite impianti radio e microchips, sarà ormai troppo tardi per protestare. Questa minaccia può essere sconfitta solo istruendo il pubblico” ha avvisato la Rauni Kilde. E con uno scenario del genere meglio essere pronti e passare per pazzi che farsi trovare impreparati, o come diceva Karl Popper, “il prezzo della libertà è la costante vigilanza”.

Meditiamo e.....agiamo!

orso in piedi
 
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view post Posted on 30/10/2012, 11:20

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Gli studenti americani che rifiutano il microchip (RFID) vengono puniti!


Il controllo sociale voluto dal Nuovo Ordine Mondiale continua ad avanzare, in particolare in America, dove in alcuni istituti scolastici, coloro che si rifiutano di sottomettersi al biochip, sono vittime di recriminazioni e rappresaglie.

E' ciò che sta accadendo agli studenti della John Jay High School e della Anson Jones Middle School a San Antonio, i genitori dei quali si sono rifiutati di far monitorare i loro figli dai funzionari scolastici.

Secondo i nuovi regolamenti entrati in vigore lo scorso 1 ottobre, ogni studente è obbligato a tenere sempre con sè una speciale "carta d'identità" (Tracker ID) equipaggiata con un chip a radio frequenza (RFID), consentendo ai sorveglianti scolastici di sapere in ogni momento la posizione di ogni singolo alunno.

La motivazione data dagli educatori a tale provvedimento è da individuarsi nella volontà di arginare il fenomeno dell'assenteismo dilagante (una volta bastava fare l'appello! N.d.r.). Se la sperimentazione darà i risultati sperati, il sistema di controllo sarà installato in tutte le 112 scuole del distretto scolastico, che conta quasi 100 mila studenti.

Intanto, però, si registrano strani casi di vessazione e di abuso. Da quanto si apprende da alcune testimonianze, pare che i ragazzi che non indossano i Tracker ID, che dovrebbero essere portati in tasca o al collo, siano presi di mira dagli insegnanti, impedendogli di utilizzare alcune strutture della scuola, come le aree comuni quali le librerie e le caffetterie.

Andrea Hernandez, studente al secondo anno alla John Jay, in un'intervista rilasciata di recente ha dichiarato che gli educatori non hanno preso in nessuna considerazione le sue proteste circa le evidenti violazioni della privacy. Per rappresaglia, le è stato impedito di partecipare alle elezioni degli studenti, in violazioni delle più banali norme democratiche garantite dalla costituzione americana. "Uno dei miei insegnanti mi ha detto che non mi sarà permesso di votare se non utilizzo il nuovo Tracker ID che mi è stato imposto".

Essendosi rifiutata di indossare l'RFID ID-Chip, il sovraintendente scolastico Ray Galindo ha spedito una comunicazione ai genitori di Andrea: "Con la presente, esortiamo vostra figlia ad indossare il Tracker-ID come chiediamo di fare a tutti gli altri studenti e adulti nel Campus Jay. Se vostra figlia si rifiuterà ancora di indossare l'RFID ID-Chip, le ripercussioni saranno più rigide della semplice revoca circa i suoi diritti di voto.

Vi esorto ad accettare questa soluzione in modo che il percorso didattico di vostra figlia non ne risenta". Steve Hernandez, padre di Andrea, ha dichiarato che la sua famiglia non smetterà di criticare pubblicamente un programma che ritiene sbagliato. "Non siamo disponibili a rinunciare ai nostri diritti costituzionali", ha detto Steve.

da http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archi...rfid-vengo.html

fonte www.prisonplanet.com/students-who-r...as-schools.html

Non possiamo cedere ad una cosa del genere.Mi stupisco che i genitori di questi ragazzi accettino cose del genere.E' proprio vero che il lavaggio del cervello ha avuto il suo effetto.Come e' possibile che cosi facilmente ci si faccia mettere il guinzaglio al collo?

orso in piedi
 
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view post Posted on 12/11/2012, 15:00

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Legge Marziale e Imposizione del Chip dopo l’uragano Sandy


Profeticamente, lo Stato del New Jersey ha annunciato un contratto di 5 anni per la tecnologia di tracciamento RFID utilizzata per aiutare l’evacuazione tramite l’individuazione e il monitoraggio della posizione degli sfollati e delle attività di emergenza durante gli uragani o altri disastri appena quattro giorni prima che l’uragano Sandy cominciasse a formarsi.

In un comunicato pubblico emanato il 18 ottobre 2012 veniva annunciato che la Radiant RFID con sede ad Austin, Texas, avrebbe fornito all’Ufficio della Sicurezza Nazionale del New Jersey (OHSP) i dispositivi di identificazione con tecnologia RFID che è già stata usata duranti i disastri in Texas e in altre località, come nel corso del 2008 con l’uragano Gustav.Dal comunicato stampa:

Radiant RFID fornirà l’Ufficio del New Jersey per la Sicurezza e Preparazione Nazionale (OHSP) con una soluzione di gestione dell’evacuazione basata su RFID che traccia sfollati, animali, mezzi di trasporto di emergenza e delle materie prime impiegate nei rifugi di stato in preparazione e in caso di un uragano, calamità naturale o altro incidente per facilitare la riunificazione delle famiglie.

L’uragano Sandy si è formato soltanto 4 giorni dopo, il 22 ottobre, distinguendosi per la tempistica dato che nel New England non si vedevano uragani dal 1938. Come si sarebbe mai potuta prevedere la devastazione di New York, del New Jersey e di altre zone della East Coast dato che non sono state colpite dagli uragani per più di 70 anni?

Sebbene il New Jersey non ha obbligato l’evacuazione, alcune coste del Jersey sono state posti sotto la legge marziale.

La FEMA, sotto la Sicurezza Nazionale, si è rivelata incapace di fornire acqua a sufficienza alle vittime dell’uragano Sandy, nonostante abbia avuto giorni di tempo per pianificare in anticipo con il corso accuratamente previsto della tempesta. Eppure le stesse agenzie che ci hanno portato le notizie delle catastrofi come Katrina (in cui le popolazioni colpite sono state trattate come nemici occupanti) hanno chiesto alla popolazione di accettare e far uso di pericolose tecnologie pronte per essere abusate. I membri del Congresso e altri hanno già chiesto più di 12 miliardi di dollari di nuovi finanziamenti alla FEMA che consentano la ricostruzione dall’uragano Sandy, mentre la vera consuetudine dell’agenzia sta nell’ostacolare e bloccare la risposta data dagli sforzi locali delle comunità.

Radiant RFID dichiara che la sua tecnologia coinvolge il 18% della popolazione degli Stati Uniti. “Insieme con gli 8.800.000 residenti del New Jersey, la soluzione Radiant RFID copre lo Stato del Texas, Stato della Carolina del Sud e la Città di Boston,” afferma il comunicato stampa.



Il sistema di tracciamento registra gli evacuandi, il loro animali domestici e tutte le persone che indossano l’apposito braccialetto con il chip RFID riconoscibile univocamente. Questi braccialetti sono passati allo scanner ogni volta che gli evacuandi entrano nei bus o giungono ai rifugi d’emergenza della FEMA (Per approfondire Federal Emergency Management Agency) abilitando la Sicurezza Nazionale a tracciare l’intera popolazione durante i disastri, così come gli inventari di materiali di primo soccorso, trasporti e altre risorse.

La Radiant si vanta che la propria tecnologia favorisce un più rapido ricongiungimento delle famiglie, ma permette anche a FEMA, Sicurezza Nazionale e altre grandi agenzie governative di guadagnare ancora una volta più potere dalla crisi, al costo delle libertà civili e della sicurezza.

La stessa tecnologia che i critici temono ammonta a un sistema di marchio della Bestia rimane nelle mani delle agenzie che hanno istituito campi di internamento appositamente preparati per i dissidenti politici e altri “potenziali terroristi interni“.

La risposta della FEMA/Sicurezza Nazionale è complessivamente inetta ma apparentemente ben intenzionata a rispondere ai disastri naturali come mezzo per distrarre l’opinione pubblica dai continui piani del governo per aggirare la costituzione sotto il velo della crisi nazionale. Molte fonti indicano che un collasso economico su larga scala, e la conseguente agitazione, potrebbe facilmente far passare quel disegno di legge e la tecnologia di tracciatura RFID dovrebbe servire a controllare quelle popolazioni.

da http://newapocalypse.altervista.org/blog/2...luragano-sandy/

Fonte: http://www.pakalertpress.com/2012/11/05/ne...e-sandy-formed/

C'è ancora qualcuno che pensa che lo facciano per il nostro bene?
Questi sono strumenti di controllo da cui non si potra sfuggire.Quando in questi cip saranno racchiusi tutti i nostri dati,bancari e di salute compresi,la nostra vita sara completamente nelle loro mani,e dissentire dalla linea che vorranno imporre, sara impossibile.Come con una qualsiasi vita virtuale, sara facile cancellarci e renderci impossibile vivere,se solo lo vorranno.Il "si,signore"sara obbligatorio e sara l'unica risposta che potremmo dare.

orso in piedi
 
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view post Posted on 13/11/2012, 22:33

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Un efficace riepilogo di cio che vado affermando da tempo

NWO c'è l'ideologia,ci sono le persone,c'è la pianificazione, esistono gli strumenti

Video

In Italia un uomo di questi poteri forti è Monti.Molti pensano che stia facendo molto per la crisi:ebbene,che dicano COSA STA FACENDO!DICANO QUALI SONO LE AZIONI DEL SUO GOVERNO CHE PORTERANNO L'ITALIA AD USCIRE DALLA CRISI.NON CI SONO!In un anno l'economia è crollata,siamo entrati in recessione,costringendoci a dar fondo ai nostri risparmi(che vengono incamerati dalle banche detentrici del debito),e nonostante cio,il debito pubblico è aumentato,tutto grazie alla sua politica,assolutamente voluta dall'Europa.Tra poco inizieranno le vendite di tutto il patrimonio dello Stato
e a quel punto qualcuno saltera fuori dicendo:ITALIANI ,SIETE ROBA MIA
Non abbiate piu dubbi.RIBELLATEVI

orso in piedi

Edited by orso in piedi - 13/11/2012, 23:05
 
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view post Posted on 13/5/2015, 16:48

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L’FBI ancora con le mani nel sacco

Del Keystone XL in Italia se ne sa poco o nulla. Ma è comprensibile, dato che di gatte da pelare nel Belpaese ne abbiamo in sovrabbondanza e non ci servono quelle degli altri.
di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine, Altrogiornale e Altrainformazione)

Houston, 12 Maggio 2015 – Beh, comunque il Keystone XL è il progetto di un oleodotto, lungo 1900 chilometri, per trasportare bitume dal Canada fino alle raffinerie in Texas dove viene trasformato in petrolio. Il progetto – che una volta ultimato è in grado di trasportare fino a 700 mila barili al giorno – ha trovato fin da subito una ferma opposizione da parte degli ambientalisti, anche se i repubblicani che hanno fatto una bandiera di progresso e libertà.

Poi, pochi mesi fa, il 24 febbraio scorso, il veto di Obama.

Pochi giorno dopo, il 4 marzo, il Senato cerca di annullare il veto presidenziale, ma la seduta non trova la maggioranza necessaria di due terzi, nonostante i 62 per il si contro i 37 contrari (ad annullare il veto).

La storia di questo progetto è dunque ancora tutta da decidere, nonostante l’oleodotto sia quasi del tutto completato e già pompi petrolio dal gennaio 2014.

Ma non è di questo che voglio parlare. Se il progetto andrà a buon fine o meno è un complesso puzzle economico-politico-strategico dagli esiti imprevedibili.

Quello che invece era prevedibile – e infatti si è puntualmente verificato – è la reazione governativa nei confronti di chi non è d’accordo con il complesso militare-politico-strategico del Paese.

Come non ci stancheremo mai di denunciare, Washington è sempre meno tollerante nei confronti di qualsivoglia dissidenza o diversità di opinione che possa ledere gli interessi delle classi dominanti.

Ma, fortunatamente, non sempre tutti dormono mentre i ladri entrano in casa e qualche volta anche i mariuoli vengono presi con le mani nel sacco.

Oggi è toccato ancora una volta – avevamo parlato in un precedente articolo http://liberopensare.com/articoli/884-un-f...o-il-terrorista del terrorista sponsorizzato dai federali – all’FBI.

Con uno scoop www.theguardian.com/us-news/2015/ma...ne-xl-opponents pubblicato da The Guardian di oggi, Paul Lewis denuncia senza mezzi termini l’FBI per aver spiato e controllato privati cittadini che avevano pacificamente manifestato contro il progetto.

Salta fuori dunque che l’FBI ha infranto le sue stesse regole di comportamento, non avendo chiesto l’autorizzazione al magistrato per mettere sotto controllo delle persone non sospettate di terrorismo o di mettere a rischio la national security, il totem che, dal 9/11 in poi, è il passepartout per ogni abuso di Washington.

Così i documenti saltati fuori dai cassetti dell’FBI mostrano che dal novembre 2012 al giugno del 2014 i federali, partendo dalla sede di Houston – aperta, guarda caso, all’inizio del 2013, quando iniziava a montare l’onda della protesta – hanno condotto indagini, senza autorizzazione, sulle vite dei manifestanti, sulle identità di coloro che scattavano fotografie, infiltrando anche almeno una spia tra gli attivisti.

Candidamente l’FBI ha affermato di voler condividere con TransCanada – l’azienda costruttrice di Keystone XL – “ogni informazione pertinente riguardante qualsivoglia minaccia” per la Compagnia.

E qui non parliamo di black block o roba del genere; scene come quelle viste a Milano o a Genova sono del tutto impensabili da queste parti. Parliamo di manifestanti assolutamente pacifici che non hanno violato legge alcuna se non – raramente – quella di attraversare i limiti imposti dalla polizia.

Nessuno di loro ha precedenti penali né storie di violenze.

Ciò nonostante sono stati arrestati a dozzine durante le manifestazioni texane, anche se poi nessuno di loro è mai stato accusato di violenze su persone o cose.

Nei memo dei federali coloro che protestavano per la realizzazione della parte finale del progetto in Texas vengono definiti environmental extremists vale a dire estremisti ambientali che non credono “che i vantaggi di nuovi posti di lavoro e di prezzi più bassi del petrolio siano più importanti di questioni come inquinamento, protezione dell’ambiente, salute e diritti di proprietà”.

Ma non basta.

Il Keystone XL viene definito come “vitale per la sicurezza e l’economia degli Stati Uniti”.

Wow.

FBI 5Interrogata, l’FBI risponde che è vero, “inizialmente non si avevano le autorizzazioni richieste dalla politica dell’agenzia” ma che, successivamente “una volta scoperto l’episodio – meglio sarebbe dire scoperti con le mani nella marmellata – si è rimediato, sono state avviate azioni correttive e il disguido – sì proprio così, il disguido lo chiamano – è stato comunicato correttamente nel meccanismo di controllo interno dell’FBI”.

Ecco, questo disguido è stato scoperto, e tutti gli altri?

Quando accetteremo l’idea che questa è la regola e che ormai la libertà in questo Paese – e non solo in questo – è solo un lontano ricordo, sarà sempre troppo tardi.

fonte www.altrogiornale.org/lfbi-ancora-con-le-mani-nel-sacco/

E questa sarebbe la tanto decanrtata democrazia degli Stasti Uniti D'America????La democrazia che dovremmo esportare?!!

orso in piedi
 
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view post Posted on 30/5/2015, 09:16

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Dossier – “I Club Mondialisti e il risveglio delle coscienze”

Club di Roma, Club di Budapest e Club di Madrid, certamente connessi a poteri di cui non ci possiamo fidare, portatori di messaggi che tendono a condizionare e ad influenzare il movimento di risveglio delle coscienze.

Non una teoria complottista, ma il risultato di una analisi seria e lucida dei loro documenti e dei loro comportamenti.

Questo Dossier è dedicato alle migliaia di bellissime persone che lavorano nel mondo delle organizzazioni create dai poteri di controllo per condizionare il movimento del risveglio.

Certamente inconsapevoli dei veri fini delle strutture per cui lavorano col cuore e con grande impegno.

Che questo dossier sia loro d’aiuto a comprendere meglio dove e come indirizzare il loro prezioso impegno per il bene di noi tutti.


Perché questo dossier?

Per un chiarimento che ormai appariva importante. Ed era importante perché è in atto da parte dell’ambiente dei club mondialisti un tentativo di inquadrare ed incanalare l’onda di risveglio delle coscienze. Qualcuno potrebbe pensare che questo dossier è una sorta di aggressione a freddo nei confronti del Club di Budapest e di Ervin Laszlo, il suo presidente.

Ma non è così, l’intento è un altro: contribuire a fare in modo che il movimento del risveglio di coscienza sia veramente sveglio ed informato. Proprio nel momento in cui il Club di Budapest ha lanciato una campagna nella quale si pone come guida e contenitore del movimento, che il club chiama dei “creativi culturali”.

Noi riteniamo ovviamente che non ci sia nulla di male ad aderire a queste iniziative del Club di Budapest, purché ognuno sia informato meglio possibile sulla realtà, sulle origini e sugli scopi di questo club, sugli ambienti dai quali chiaramente deriva, sulla sua filosofia e sull’approccio ai temi olistici e spirituali. La conoscenza è alla base di una vera libertà di scelta.

Per questo abbiamo compiuto uno studio, tutto basato sui documenti dei club, e su fonti aperte e serie, consultabili da tutti. Evitando accuratamente ogni fonte di tipo “complottista”.

Abbiamo profonda stima delle persone del Club di Budapest che abbiamo conosciuto, e di tanti altri che lavorano con dedizione ed amore nelle agenzie e organizzazioni che derivano dagli stessi poteri mondialisti, e pensiamo che questo dossier sia un atto di rispetto e di considerazione nei loro confronti. Dando loro uno strumento in più per comprendere in quali acque si muovono. Per avere maggiori elementi per capire a chi stanno dedicando porzioni importanti della loro vita, del loro lavoro e dei loro buoni sentimenti.

Quando tempo fa i dirigenti del Club di Budapest Italia ci hanno chiesto chiarimenti su alcune nostre perplessità in relazione al Club, ci hanno stimolato apertamente a fornire argomentazioni che, se veritiere, avrebbero consentito loro di operare scelte più consapevoli. Questo Dossier nasce proprio da una loro richiesta alla quale non ci siamo sottratti, per il dovere – che esiste nella rete del risveglio – di aiutarsi amorevolmente a fare ed a capire, nella direzione del Bene comune.

Il quadro che emerge purtroppo non è confortante, e non solo conferma le iniziali perplessità, ma le allarga e le concretizza in modo forte e chiarissimo: il mondo da cui il Club deriva è un ambiente mondialista connesso ai poteri di controllo dell’umanità, il cui scopo è mantenere le proprie posizioni di dominio culturale, spirituale, economico e politico.

L’appartenenza a questo potere è evidente. Così come lo sono le attività e le filosofie, chiaramente indirizzate a fare l’interesse dei vecchi poteri di controllo del mondo. Questo le tante persone che si stanno destando lo devono sapere, per avere la possibilità di non diventane strumento. E di scegliere liberamente cosa fare.

Sarebbe stato molto più comodo non pubblicare questo dossier, ma la diffusione della consapevolezza è un atto di solidarietà necessario a favorire in ognuno quella libertà che è la base indispensabile per la crescita delle coscienze. Volersi bene significa dirsi le cose… E non nasconderle.

“La Verità vi renderà liberi” (Gv 8,31-42)

Indice degli argomenti trattati:

Un serio tentativo di depotenziare e condizionare la grande onda di risveglio della coscienze.
La grande onda di risveglio delle coscienze – Il ruolo dei “club” mondialisti nel “cavalcare” il movimento del risveglio – Lo sviluppo di una rete delle coscienze si può fare sulla base di un acritico unanimismo? – E’ la nostra esperienza diretta che ci dimostra come funzionano gli alti livelli del potere – Il ruolo strategico dei “professori” e delle università del potere – Uno studio dei Club mondialisti, su fonti aperte.
Dai poteri di controllo del Mondo emergono i Club mondialisti: Club di Roma – Club di Budapest – Club di Madrid.
Gli intenti e i personaggi del Club di Roma. Gli ambienti di cui è espressione – Dal Club di Roma nascono il Club di Budapest e quello di Madrid, articolazioni degli stessi ambienti.
Altre realtà e personaggi del mondo del potere connessi ai club mondialisti.
Un “Santo Nobel” come tesimonial fa sempre un bell’effetto! – L’ONU come
massimo strumento operativo dei poteri di controllo mondialisti. – “Il ruolo criminogeno della World Bank”, ben presente tra i membri dei Club – Le inquietanti organizzazioni spirituali che operano per una religione mondialista, in connessione con i Club. Il Lucis Trust e la chiesa Bahai – Le strane origini del WWF e una profonda connessione con i club mondialisti.– L’inquietante caso Gorbachev.
Nel 1974 Ervin Laszlo rivela i piani mondialisti del Club di Roma e del futuro Club di Budapest.
Un libro illuminante e sconosciuto – La strategia della tensione che viene dal Club di Roma – Come arrivare al Superstato Mondiale: il ruolo delle multinazionali – I disseminatori di “consapevolezza” e le loro vittime – I passi per edificare il Nuovo Ordine Mondiale – Come sarà fatta la supergabbia orwelliana che corregge le deviazioni con le bombe atomiche.
Ervin Laszlo: un olismo materialista, funzionale al potere.
I club rincorrono l’onda di risveglio di coscienza per tentare di “guidarla” verso i propri vecchi fini – Il fine della vita è la sopravvivenza materiale della specie? – Un materialismo camuffato da spiritualità – Una proposta olistica funzionale ai poteri di controllo – La deriva pericolosa degli stati alterati di coscienza – La crescita della coscienza passa per la vita, non per una “connessione” – Affermazioni azzardate, frutto di teorie prive di reali conoscenze spirituali – Laszlo il materialista e Shakespeare lo spirituale – Come rendere inutile una utile frase di Einstein – L’Olos al posto del Logos? Bisognerebbe sapere di cosa si parla.
Il fallimento dei Club ed il cambio di strategia: usare i “creativi culturali”.
Il fallimento degli “umanisti” dei Club: la parola a generali e finanzieri – Attuale obiettivo: i “creativi culturali”- Dove porta il Progetto Globale – La realizzazione di un sogno, ma non del nostro.

Appendice:

Club di Roma Internazionale (COR): Membri Correnti
Club di Budapest (COB): Membri Creativi
Membri del Club di Madrid (COM)
USACOR
COR Italia
COR Olanda
COR Austria

Conclusioni

Fausto ed Enrico Carotenuto

Dossier (formato pdf) http://coscienzeinrete.net/I_Club_Mondiali...e_coscienze.pdf

da http://www.altrogiornale.org/dossier-i-clu...elle-coscienze/

Meditate gente,meditate



orso in piedi
 
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view post Posted on 9/11/2015, 11:21

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Il Tg1 introduce il microchip sottopelle per “la nostra sicurezza” – il VIDEO andato in onda il 27/10/2015

Apprendiamo dal tg1 della RAI il 27-10-2015 la possibilità di chiedere l’impianto di un circuito elettronico sotto la pelle di chi ne fa richiesta anche per un utilizzo di abilitazione di password. Sapevamo il suo possibile uso per scopi medici o come carta di credito, ma sembra che il set delle possibili applicazioni sia in aumento e non sia più un sogno dei COMPLOTTISTI .. ma una realtà introdotta come se fosse un accessorio di pura utilità. (Fonte originale del VIDEO: www.rai.tv ):

Video


fonte http://www.globochannel.com/2015/11/01/il-...da-il-27102015/

orso in piedi
 
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view post Posted on 6/6/2022, 12:59

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MICROCHIP SOTTOPELLE: alla fine i complottisti avevano ragione (come sempre!)

https://peertube.it/w/xmEFJwwX4gJpQsESZAt43w

orso in piedi
 
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view post Posted on 8/6/2022, 20:56

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Analisi molto lucida di Marco Guzzi sulla pandemia e sulla guerra e sul pericolo di deriva totale(già in atto).Da ascoltare con molta attenzione